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Economia
Fca, gli sgambetti a Marchionne su GM. Ma Super Sergio mette tutto in vetrina

Venghino signori venghino ad ascoltare la storia più bella dell'anno. La più straordinaria, ma anche la più buffa: la storia di uno dato per moribondo che non solo è sanissimo, ma sgambetta e corre come un leprotto a primavera. Siete pronti, seduti comodi? Fari accesi e cinture allacciate? Allora andiamo a incominciare. Come sempre, poichè l'importante è capire, facciamo un passo indietro a circa un anno fa, quando imprevisto da tutti ma nient'affatto imprevedibile, arriva il ciclone Trump.

Se vi ricordate, il mio consiglio di allora fu "strong buy" come si diceva una volta, comprare a manetta FCA. Il titolo puntualmente schizzò da 6,50 euro a 11 euro nel lasso di pochi mesi (ottobre 2016-gennaio 2017). Bene bravi, bis! Grande FCA, grande Marchione. Ma, c'è sempre un "ma" in queste storie. Sempre in quel gennaio rumor malignazzi insinuano che anche FCA sia sotto indagine per le emissioni dei motori diesel. Il titolo crolla perdendo in un solo giorno il 16% . Il mondo dei media, non tutti ma buona parte di essi, inizia a martellare FCA come un fabbro impazzito: allarme rosso - strillano - la nave affonda!, giungendo persino a ipotizzarne il fallimento.

A tal proposito qualcuno, una mente sottile e raffinata come poche, ricorda che ogni volta che FCA si avvicina a General Motor, ogni volta che Sergio Marchione auspica una fusione, puntuale come un assist di Messi arriva il veleno: faranno la fine di Volkswagen, gli spezzeranno le ginocchia a colpi di class-action, rimborsi, rimborsi miliardari! Peccato che gli uccelli del malaugurio (volutamente?) evitassero di ricordare che le auto VW indagate erano 4,5 milioni di pezzi (quattro milioni e mezzo) e quelle FCA poche migliaia. Sempre loro, i corvi neri, in quei giorni si spingono oltre sino a paragonarla a Lehman Brothers, la banca d'affari fallita miseramente.

FCA sarà la Lehman del mondo automotive, strillavano in coro. Ancora una volta evitando (volontariamente?) di dire che mentre la banca fallita era piena come un uovo di titoli radioattivi, FCA a livello industriale è sana come un pesce, come dimostra l'impressionante striscia delle vendite nei principali mercati (Eu, Brasile, Usa). Fatta una pausa, controllato olio, gomme e benzina? Pronti per il secondo tempo che arriva il bello. Domanda dei cento pit-stop: cosa fanno gli investitori? Risposta: sempre le stesse cose. Se prima, quando il titolo FCA era bassino, erano timidi sugli acquisti, ora che è parecchio salito ed ha avuto un crollo, si fanno prendere dalla paura e vendono.

Uno degli esempi perfetti della malattia più contagiosa e più stupida: l'effetto gregge. Nel frattempo, la vita scorre la sua pellicola e nel film ne succedono di cose. Le elenco in sintesi: 1. Trump dà vita a nuove politiche ambientali, molto più permissive rispetto a quelle di Obama. 2. Marchionne, con la consueta rapidità e intelligenza, comprende perfettamente le implicazioni del motto "American first". 3. Come per magia, si trova un accordo con le autorità di vigilanza ambientale Usa riposizionate sulle nuove linee-guida trumpiane. Così, piano piano nella distratta indifferenza generale, il titolo FCA ha iniziato nuovamente a salire grazie a due fattori. Il primo riguarda la strepitosa crescita di Ferrari; il secondo dipende invece dall'applicazione della più efficace strategia commerciale mai inventata dall'umanità, semplice, rapida e geniale, che però solo Marchione ha saputo attuare.

Il suo nome è "MVVS", acronimo che largo circa significa "Metti il Valore in Vetrina" (Stupido). Se ho vaso di grande bellezza, del caviale pregiatissimo, o dello champagne millesimato e voglio venderli, che faccio, li tengo in soffitta o li metto in vetrina? Gli oggetti di valore si chiamano Magneti Marelli, Jeep a Alfa Romeo. Marchionne ha replicato esattamente ciò che fatto con Ferrari: li ha messi in vetrina. E poichè questi gioielli stanno in pancia a FCA, la somma del loro valore non può che essere inferiore a quella del contenitore. Il cui valore non può che crescere.

E' questo il grande, grandissimo regalo che l'uomo in maglioncino ha fatto ai suoi azionisti: FCA non stacca dividendi dall'ormai lontano 2011, ma allora il valore della società è quintuplicato. Amici risparmiatori, pensate che la storia sia finita? Che SuperSergio si accontenti? Neanche per idea. Come ha più volte ribadito nelle interviste rilasciate in questi giorni, il prossimo obiettivo è azzerare il debito, entro quest'anno lui pensa, riassumere le maestranze ancora in cassa integrazione e tornare alla piena occupazione in Italia.

E veleggiare in assoluta indipendenza, finalmente liberi dall'incubo di un matrimonio consumato sull'onda del bisogno se non della disperazione. Morale della storia: un'azienda pochi anni fa in stato cataclismatico macina oggi record su record di vendite e di profitti ed ha quintuplicato il proprio valore. Davvero niente male. Eppure, mi gioco la camicia, sono certo che per qualcuno Marchionne è ancora e sempre il Barbablù della classe operaia. Mai come ora l'importante è capire.

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