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Economia
Fca, la strategia di Marchionne? Il conto per ora va agli operai

Fiat Chrysler Automobiles resta attorno ai 14,5 euro per azione a Piazza Affari, quotazione doppia rispetto ai livelli di un anno fa ma di circa un 5% più bassa rispetto a quella della settimana passata. In realtà sotto la calma apparente qualcosa sembra muoversi a livello industriale/commerciale per il gruppo guidato da Sergio Marchionne, ma la novità non sembra troppo positiva. Dopo che a inizio novembre a Mirafiori era stata di nuovo fermata per una settimana la produzione del suv Maserati (con 1.600 addetti a casa dal 30 ottobre al 4 novembre) a causa di un "transitorio andamento della domanda" poco favorevole e dopo che è già stata annunciata l'interruzione della linea produttiva della Punto (dal 18 al 30 dicembre prossima), la società ha deciso di stoppare anche (dal 23 al 30 dicembre) le linee produttive della Fiat 500X e della Jeep Renegade, di fatto estendendo le ferie natalizie a tutto l'impianto produttivo di Melfi, dove sono impiegati 6.600 dipendenti.

marchionne manley jeep ape
 

Questa notizia, hanno subito commentato gli analisti di Websim, "comincia a preoccupare in quanto la produzione della Jeep Renegade viene esportata in diversi mercati (americano incluso), mentre in Cina vengono prodotte localmente". Ora: considerando che la domanda cinese, apparsa di recente poco brillante in particolare per i modelli Alfa Romeo Giulia e Stelvio, non pesa sulla produzione di Melfi, lo stop alla linea produttiva del modello "entry level" di Jeep rischia di pesare sui numeri del marchio in tutte le aree geografiche in particolare in questi ultimi tre mesi dell'anno ma anche nei primi tre mesi del 2018.

Ma non è finita qui: anche nello stabilimento di Cassino, dove vengono assemblate proprio le Alfa Romeo Giulia e Stelvio che agli automobilisti cinesi sembrano piacere meno di quanto sperato, l'empasse di mercato si traduce in immediate ripercussioni sulla forza lavoro, in questo caso con la cassa integrazione che scatterà per 6.609 operai e il mancato rinnovo di 530 degli 830 dipendenti assunti lo scorso anno con contratto interinale o di somministrazione (che in Fca scadono ogni 4 mesi e nell'indotto in alcuni casi su base settimanale). Una parte dovrebbe essere richiamata a lavoro a partire da febbraio, ma questo solo se nel frattempo ci sarà una ripresa del mercato e quindi dei volumi di vendita. Marchionne, del resto, che da quando è al comando di Fca ha provato a ridurre modelli e marchi (eredità della progressiva crescita per acquisizioni del gruppo), dilatando i tempi di rinnovo della gamma per non bruciare preziose risorse.
 

150422 Fiat Melfi 08
 

Tutto è andato bene finché Fca è riuscita, grazie in particolare a mercati come Usa e Brasile, a crescere più del mercato, ma da qualche tempo questo non è più vero. A ottobre, ad esempio, Fca in Europa è cresciuta dell'1,5% su base annua con poco meno di 76.300 vetture immatricolate, contro le 75.200 scarse dell'anno passato, ma il mercato è salito da 1,14 a 1,2 milioni abbondanti di vetture immatricolate, con una crescita di ben il 5,9% che è quasi il quadruplo di quella del produttore italo-americano, che ha problemi anche sul mercato italiano (-0,84% le immatricolazioni di Fca contro +7,1% del mercato). Guardando ai singoli marchi, Lancia Chrysler appare in caduta (-18,4%), Fiat sembra aver quasi esaurito la benzina (+1,2% nel mese contro il +5% complessivo dei primi 10 mesi dell'anno) e solo Jeep e Alfa Romeo (entrambe in grado di segnare incrementi di oltre il 20%) continuano a sostenere i conti del gruppo.

(Segue...)

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