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Economia
Fca-Psa, l'ombra del passato: 16,5 miliardi "di rischi" sulle nozze dell'auto
LaPresse

Presunta corruzione nei rinnovi del contratto sindacale nel 2009, 2011 e nel 2015 negli Stati Uniti. Ora pratiche di elusione fiscale risalenti al 2014. Il passato torna a disturbare la creazione del quarto gruppo mondiale delle quattroruote Fca-Peugeot con rischio esborsi finanziari che negli scenari peggiori potrebbero costare alle casse di Fiat-Chrysler 16,5 miliardi di euro. Più le class action a stelle e strisce che alcuni studi legali americani stanno studiando Oltreoceano a tutela di investitori in titoli quotati.

manley fca
 

Il nuovo contenzioso fiscale fra l’Agenzia delle Entrate italiane e il gruppo controllato giunge in un momento complicato per Fiat Chrysler, che è nel bel mezzo di una complessa trattativa di fusione con Psa, proprietaria dei marchi Peugeot, Citroen e Opel. Matrimonio alle porte visto che il mese scorso il presidente di Fca, John Elkann ha dichiarato di voler formalizzare un accordo (memorandum of undestanding) entro la fine dell'anno.  Secondo quanto stimato da alcuni analisti finanziari delle banche d’affari la causa intentata da General Motors per corruzione del sindacato americano Uaw potrebbe portare a richieste di danno per “almeno 6 miliardi di dollari”, ma un la cifra potrebbe salire fino a 15 miliardi.

Il colosso di Detroit guida da Mary Barra ha accusato i vertici di Fca, tra cui l'ex amministratore Sergio Marchionne, di aver messo in atto pratiche illegali per imporre a GM una fusione e prendere il controllo della nuova società, che sarebbe stata il principale costruttore mondiale. Una denuncia che tira in ballo “matrimoni a Venezia dei leader Uaw pagati da Fca, nonchè delle donazioni a presunte associazioni benefiche per bambini meno fortunati che venivano invece utilizzare per comprare vestiti costosi, gioielli e altri accessori per gli esponenti Uaw”.

Secondo GM, "Fca pago milioni di dollari in tangenti per assicurarsi benefici, concessioni e vantaggi nella negoziazione, nella messa in pratica e nella gestione del contratto collettivo siglato con la Uaw”. Benefici che sarebbero stati invece negati a GM, traducendosi in un costo del lavoro "significativamente più alto" per la casa Usa. Ora il passato, il 2014, torna protagonista con un episodio in cui Marchionne dopo aver sottostimato l’acquisizione di Chrysler di 5,1 miliardi, sposta la sede legale in Olanda e con la cosiddetta "exit tax" (tassazione applicata sulle plusvalenze realizzate quando si sposta l’attività all'estero) evita di pagare oltre 1,3 miliardi alla luce di un'aliquota al 27,5%. Tasse che ora, dopo il contenzioso, potrebbero salire fino a 1,5 miliardi comprese le multe.

Fca non condivide le stime fatte dal Fisco italiano ed è sicura di ottenere “sostanziale riduzione dei relativi importi”. E anche gli analisti di Equita Sim credono che il nuovo contenzioso “sia meno rilevante rispetto all'iniziativa legale di Gm, anche perché sono in corso negoziati con l'Agenzia delle Entrate che dovrebbero concludersi entro fine anno e potrebbero portare ad un accordo per una cifra ben inferiore”. Insomma per gli esperti l’unico vero rischio è quello dei mega-rimborsi miliardari a GM. Cosa diranno ora da Parigi?

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