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Economia
Fca, nelle fabbriche italiane addio Panda e Punto. Arrivano Suv di Alfa e Jeep

Mancano due settimane al primo giugno, quando Sergio Marchionne annuncerà agli investitori il piano industriale Fca per il 2018 - 2022 ed è boom di indiscrezioni sulle novità per il futuro. L’agenzia Bloomberg ha ripreso alcune indiscrezioni secondo cui "l’Italia abbandonerà la produzione delle utilitarie". Processo in realtà già in atto da diversi anni. Lo stabilimento di Pomigliano sarà riconvertito alla produzione di alta gamma. Insomma, nelle fabbriche italiane di Fca sarebbe in arrivo la rivoluzione, ovvero: addio Panda e Punto, arrivano i Suv di Alfa e Jeep

Fca: Fiom, basta indiscrezioni, avviare confronto su futuro auto

"Le indiscrezioni della stampa e l'evento spettacolare annunciato per il primo giugno con l'investor day rischiano di essere notizie buone per giornali e tv. Basti pensare che negli anni sono stati annunciati: piena occupazione nel 2018 e quasi tutti i lavoratori degli stabilimenti dell'auto sono in contratto di solidarieta'; il piano del 2014 prevedeva 8 modelli Alfa, ma ne sono stati realizzati 2; obiettivo 1 milione e 400.000 auto e non sono state raggiunte: a chiusura 2017, ne sono state prodotte 800.000". Lo dichiara in una nota Michele De Palma, segretario nazionale Fiom. "E' finito - prosegue - il tempo della pubblicita' di giornalisti, sindacalisti e presunti esperti di governo, ora per la Fiom e' il momento di un confronto sul piano occupazionale. La Fiom ritiene necessario un tavolo unitario e nazionale che affronti stabilimento per stabilimento il raggiungimento della piena occupazione". 

"L'ipotesi di eliminare dagli stabilimenti italiani di Fca la produzione di utilitarie sarebbe - aggiunge - una scelta incomprensibile per almeno tre ragioni: la prima e' che quel segmento e' un punto forte della ricerca e sviluppo e della produzione in Italia su cui servirebbero invece investimenti per equipaggiare le auto con motori ibridi ed elettrici oltre che gas e gpl; secondo, bisognerebbe investire su piattaforme di condivisione di uso delle auto utilitarie e piccole per favorire la nuova mobilita'; terzo, senza le utilitarie il rischio d'impatto sull'occupazione aumenta dagli enti centrali agli stabilimenti di componentistica fino all'assemblaggio. Il mercato premium e' importante, ma abbandonare quello di massa avrebbe conseguenze negative per il Paese e i lavoratori, perche' oltretutto il rischio dazi sul premium riduce le garanzie sui volumi". La Fiom - conclude De Palma - invita Fca "a mettere fine alle indiscrezioni giornalistiche e ad avviare un confronto perche' notizie di questo tipo aumentano le preoccupazioni per esempio a Pomigliano dove si produce la Panda e stanno finendo gli ammortizzatori sociali, a Mirafiori e Melfi con la cessazione della Mito e della Punto. Il mercato dell'auto e' in evoluzione, e' indispensabile che dopo il primo giugno oltre alle slides ci siano il numero dei modelli, le quantita' di investimenti che garantiscano l'attuazione del piano e la rioccupazione di tutti i lavoratori". 

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