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Economia
Tassi, la Fed affila le armi dopo Draghi. Il mercato: 3 tagli entro gennaio

Anche la Fed si prepara ad affilare le armi per fronteggiare i rischi del rallentamento dell'economia e i timori legati alla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. La banca centrale americana potrebbe tagliare il costo del denaro già nella riunione in programma martedi' e mercoledi', rispondendo cosi', a distanza di una settimana, dalle nuove misure messe in campo dalla Bce che ha fatto da apripista riarmando il 'bazooka' e riducendo di 10 punti il tasso sui depositi.

I mercati scommettono (con una probabilita' del 95%) su un taglio dei tassi di interesse Usa di un quarto di punto percentuale dall'attuale 2-2,25%, dopo la sforbiciata di luglio. Ma c'e' anche chi non esclude una riduzione di 50 punti base. Gli analisti prevedono inoltre due ulteriori tagli: uno probabilmente alla prossima riunione di fine ottobre, e uno a inizio 2020. Aspettative alimentate anche dai continui attacchi del presidente Usa, Donald Trump, contro la Fed. All'indomani della mossa della Bce, Trump e' tornato infatti a puntare il dito contro la banca centrale. "La Federal Reserve dovrebbe portare i nostri tassi d'interesse a zero, o meno, e dovremmo poi cominciare a rifinanziare il nostro debito", ha detto Trump.

La crescita globale e le prospettive commerciali sono peggiorate da luglio e i rendimenti dei titoli di stato statunitensi sono fortemente diminuiti dopo la decisione Usa di aumentare le tariffe sulle importazioni cinesi il mese scorso. I mercati sono preoccupati per il rallentamento dell'economia che si profila all'orizzonte. In piu' a complicare il quadro rimangono i timori legati alla guerra commerciale, che continuera' a tenere gli investitori con il fiato sospeso fino a ottobre quando sono previsti i nuovi incontri tra Usa e Cina. Un taglio del tasso dei fed funds viene quindi dato ormai per scontato.

E anche altre banche centrali si preparano a intervenire. La Bank of Japan starebbe studiando, in vista del suo prossimo meeting il 19 settembre, un modo per tagliare a sua volta i tassi di interesse gia' negativi. E anche la banca centrale cinese ha anticipato che Pechino ridurra' il costo del denaro a fine mese, il primo di una serie di tagli per allinearsi alle maggiori istituzioni mondiali. La Bank of England (Boe) dovrebbe invece restare alla finestra. Nonostante l'aumento delle pressioni inflazionistiche interne, giovedi' la BoE adottera' probabilmente un atteggiamento attendista data la costante incertezza sul divorzio dall'Ue. Un nuovo adeguamento del tasso di riferimento (in una direzione o nell'altra) dipendera' dagli sviluppi sulla Brexit. 

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