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Economia
Fed, un altro mini-taglio dei tassi. Iniezione di liquidità da 75 mld dlr

Come ampiamente atteso, il Federal Open Market Committee della Federal Reserve ha annunciato un taglio dei tassi di 25 punti base all'1,75-2%. Lo ha fatto alla fine della sua riunione, la sesta del 2019. La riduzione del costo del denaro segue quella del 31 luglio, che era stata a sua volta di un quarto di punto percentuale; quella era stata la prima dal dicembre del 2008.

Fed: in tre su 10 hanno votato contro decisione odierna su tassi - Sui 10 membri con potere di voto del Federal Open Market Committee, in tre oggi hanno votato contro la decisione di tagliare i tassi di 25 punti base all'1,75-2%. E' quanto emerge dal comunicato diffuso dalla banca centrale Usa. Ad avere votato contro perche' voleva che i tassi fossero tagliati di 50 punti base all'1,5-1,75% e' stato James Bullard (Fed di St. Louis). Esther George (Fed Kansas City) ed Eric Rosengren (Fed di Boston) avrebbero invece lasciato i tassi al 2-2,25%. A favore della decisione odierna invece sono stati tutti gli altri: il presidente Jerome Powell, il suo vice Richard Clarida, il presidente della Fed di New York John Williams, Michelle Bowman (membro del board della Fed), Lael Brainard (membro del board della Fed), Charles Evans (Fed Chicago), Randal Quarles (membro del board della Fed).

Fed: agira' in modo "appropriato" per sostenere espansione economia - Esattamente come detto alla fine della riunione del 30 e 31 luglio scorsi, la Federal Reserve ha ribadito che mentre valuta la rotta futura dei tassi "continuera' a monitorare le implicazioni delle informazioni in arrivo relative all'outlook economico e agira' in modo appropriato per sostenere l'espansione, con un mercato del lavoro forte e un'inflazione vicina all'obiettivo simmetrico del 2%".

Fomc alza stime Pil 2019 da 2,1% a 2,2%, 2020 invariate al 2% - La Federal Reserve ha ritoccato al rialzo le stime sulla crescita per il 2019, ma ha peggiorato le attese sulla disoccupazione per l'anno in corso. Invariate le stime di crescita per il 2020. In particolare, per il 2019, la Banca Centrale americana attende una crescita del prodotto interno lordo al 2,2%, contro il 2,1% di giugno. Quest'anno il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi al 3,7%, mentre a giugno aveva parlato del 3,6%. L'inflazione si dovrebbe attestare all'1,5%, come stima precedente, mentre il dato "core" e' atteso all'1,8%, invariato anche in questo caso. Le stime diffuse dalla Banca Centrale americana sono arrivate al termine della sesta riunione dell'anno del Fomc, il braccio di politica monetaria della Banca Centrale, durante la quale i tassi di interesse sono stati tagliati di 25 punti base in un range tra l'1,75% e il 2%. Per il 2020 la Fed prevede un aumento del Pil del 2% (invariato rispetto a giugno), un tasso di disoccupazione al 3,7% (invariato dalla stima precedente) e un'inflazione "core" all'1,9%, come il dato precedente.

Fed: iniezione liquidita' 75 mld $, domanda banche supera 80 mld - C'e' sete di liquidita' nel mercato monetario statunitense. Per il secondo giorno di fila la banca centrale americana ha iniettato denaro attraverso le cosiddette operazioni "repo", pensate per sgonfiare il costo pagato dalle banche per prendere in prestito cash nell'overnight. La Federal Reserve di New York ha offerto un massimo di 75 miliardi di dollari in ognuna delle due operazioni. Se ieri le banche hanno attinto a questo strumento (usato per la prima volta dal 2008) per 53 miliardi, oggi la domanda e' arrivata a 80,5 miliardi. Secondo gli analisti, gli interventi della Fed non dovrebbero essere visti come un allentamento monetario dal momento che il denaro e' messo a disposizione dalla banca centrale nel breve termine. L'obiettivo e' riportare la calma nel mercato repo, in cui banche e hedge fund offrono cash in cambio di Treasury e altri prodotti finanziari in transazioni che si invertono overnight. Tuttavia, il balzo del tasso di riferimento in questo mercato sta spingendo gli investitori a sperare in una Fed accomodante, che taglia i tassi piu' del previsto o che ricomincia a comprare bond per iniettare ulteriore liquidita' nel sistema finanziario.

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