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Economia
“Nessuna risorsa di Enpapi investita in società riconducibili alla Ferragni”

Lorenzo Castelli, co-founder della società che partecipa l'azienda della influencer: “Nessuna risorsa del fondo Enpapi investita in società riconducibili a Chiara Ferragni”

Non accenna a placarsi la polemica intorno a Chiara Ferragni e al suo impero. Nonostante la notizia che l’influencer avrebbe perso potenzialmente cinque milioni di euro in guadagni e oltre mezzo milione di follower, rimane di grande interesse la costruzione delle sue società. Il primo azionista di Fenice è Alchimia, il veicolo di investimento operante nel settore del venture capital fondato da Paolo Barletta. Nelle ultime settimane sono circolate diverse indiscrezioni sul rapporto tra Alchimia e il fondo pensionistico degli infermieri, Enpapi, che ha puntato 15 milioni di euro sulla società di Barletta. Ma alcuni organi di stampa – in primis il settimanale L’Espresso - hanno sollevato diversi sospetti sul rapporto. Su tutti, si è ipotizzato che l’investimento di Enpapi fosse direttamente nelle società della Ferragni, tramite Alchimia, e che quindi fosse una scelta poco opportuna per non dire rischiosa. Affaritaliani.it ha raggiunto Lorenzo Castelli Co- Founder e Managing Director di Alchimia. Che dichiara senza mezzi termini: “Nessuna risorsa del fondo Enpapi investita in società riconducibili a Chiara Ferragni”.

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Castelli, perché si continua a dire che il fondo pensione degli infermieri ha investito su Chiara Ferragni? E perché si fa rientrare questo investimento in una serie di operazioni condotte dal medesimo fondo che hanno portato alla condanna di due dirigenti?

È un’informazione scorretta. Tra il fondo degli infermieri e la Fenice di Chiara Ferragni esistono oltre 3 gradi di separazione: l’ente previdenziale non ha mai investito su Chiara Ferragni, o società ad essa collegata. Al contrario, l’ente ha sottoscritto un titolo di credito (bond) con la società AH srl, che ha a sua volta investito in un bond emesso da Alchimia Spa che a sua volta ha investito in Fenice. Ma a parte questi aspetti tecnici, si collega impropriamente l’operazione di Alchimia ad altre operazioni che sono state oggetto di indagini del passato da parte della magistratura con le quali la società non ha niente a che fare. Sostenere qualcosa di diverso è completamente errato e fuorviante. Tra l’altro l’investimento in questo Bond è completamente coperto da garanzie ovvero, la nostra solidità patrimoniale, un pegno su nostre azioni e anche una fidejussione del nostro Amministatore delegato pari al doppio dell’importo del bond stesso.

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Che rapporto c'è tra Alchimia e Fenice? È vero che i valori di bilancio promessi al momento dell'acquisto delle quote non sono poi stati rispettati? Risulta che già nel 2021 sarebbero dovuti arrivare 5,4 milioni dalle royalties di Chiara Ferragni con Ebitda per 2 milioni, invece il bilancio si è fermato a poco più di 3 milioni provenienti dalle vendite: come lo spiega?

Alchimia è un investitore finanziario di Fenice, nonché un partner di lungo corso della signora Ferragni tramite il Dottor Barletta che aveva investito nell’allora Serendipity oggi Fenice nel 2013, ovvero ben prima della costituzione di Alchimia. Chiara Ferragni Brand è ad oggi una delle oltre 20 partecipate della società Alchimia, parte di una ben più ampio portafoglio di investimenti. I potenziali risultati di fatturato oggetto della perizia di conferimento sono stati più che superati negli anni a venire con uno scarto di circa 2/3 anni rispetto a quanto previsto dal piano. Questa fattispecie è abbastanza comune nel mercato del venture capital in cui le startup possono avere dei ritardi nella messa a terra del piano industriale e dei risultati da cui derivano. 

Ci vuole chiarire perché vi accusano di aver modificato il capitale sociale, portandolo dai 10mila euro a 25 milioni di euro per poter ricevere l'investimento di Enpapi?

Anche questa è un’accusa infondata poiché il capitale sociale di Alchimia è stato modificato a fronte di un piano industriale che si poneva da un lato, l’obiettivo di posizionarsi come veicolo di investimento nel panorama del venture capital italiano e dall’altro di dotare il veicolo di un portafoglio iniziale frutto di precedenti investimenti eseguiti in forma privata dal Dott. Barletta. 

Il valore del brand Chiara Ferragni, dopo le ultime vicissitudini, verrà rivisto al ribasso? Provvederete a modificarne il valore di carico?

Alchimia nel suo ruolo di investitore di Fenice, con una quota rilevante, sta seguendo molto da vicino gli sviluppi commerciali che tali vicende potranno avere sulla società. È ragionevole pensare che la valorizzazione di Fenice possa essere oggetto di nuove analisi entro il primo semestre del 2024 e prudenzialmente siamo pronti a rivedere eventualmente al ribasso la valutazione societaria, ma questo avrà un impatto trascurabile sulla solidità patrimoniale di Alchimia. 

Quali sono le attività di Alchimia e quanta parte del vostro business è rappresentato da Fenice?

Alchimia è un veicolo di investimento privato operante nel settore del venture capital dal 2018, fornisce capitale e supporto strategico a società italiane ed estere in fase di crescita o avanzata, il portafoglio di alchimia conta ad oggi un totale di 30 investimenti di cui 5 exit (vendite) che hanno generato ritorni positivi e 4 write-off (perdite) su startup che non hanno proseguito il loro percorso di crescita, come può succedere in questo settore. In termini di valore assoluto Fenice è indubbiamente una partecipata di rilievo, ma al contempo il portafoglio di Alchimia può oggi contare su una serie di investimenti diversificati che sono ampiamente sufficienti a garantire una indubbia solidità patrimoniale della società.

Quali sono i business su cui volete puntare? 

Alchimia continuerà a investire nel mercato italiano ed estero del venture capital nelle fasi di seed, series A e growth. Ad ogni modo, grazie anche all’esperienza acquisita sulle società di portafoglio più mature, stiamo pensando di ampliare l’orizzonte di investimento. Per quanto concerne le attività di venture capital concentriamo la nostra attenzione su investimenti in ambito tech in particolare nel segmento del b2b con una strategia multisettoriale. 

Anni fa il co-founder Paolo Barletta disse che il treno a levitazione magnetica poteva essere un'idea interessante tramite Hyperloop: è ancora nel vostro perimetro d'interesse?

Continuiamo a credere nello sviluppo di nuove tecnologie in particolare strumenti che possano innovare settori come infrastrutture e trasporti. In questo ambito l’investimento in Hyperloop era ritenuto rilevante all’epoca, ma sono cambiate alcune condizioni di mercato: siamo sempre molto attenti a cogliere il cambiamento, e a seguito di ciò abbiamo posto la nostra attenzione su altri investimenti che reputiamo di valore.
 






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