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Economia
Ferrari, mani straniere sul Cavallino: il 30% è di investitori americani

Il 30% della Ferrari è nelle mani degli investitori americani

Una parte significativa, approssimativamente il 30%, delle azioni di Ferrari è posseduta negli Stati Uniti. Questo dato è stato rivelato direttamente dalla Casa di Maranello nei documenti finanziari depositati presso la Sec, in cui viene analizzata l'evoluzione della base azionaria della Rossa, evidenziando nuove dinamiche e accordi storici tra gli azionisti. Il peso considerevole detenuto negli Stati Uniti equivale a circa 23 miliardi di euro in termini di valore di mercato e rappresenta un contropeso al pacchetto azionario storico detenuto dai due principali azionisti di Ferrari, Exor e Piero Ferrari. Questo è quanto riporta Il Sole 24 Ore.

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Nel contesto delle dinamiche di governance, si osserva anche un rafforzamento: il doppio programma di buyback avviato da Ferrari ha aumentato la quota dei due principali azionisti in termini di voti dal 48,8% al 52%, garantendo un controllo effettivo e consolidato che protegge il marchio del lusso da interferenze esterne.

Per comprendere meglio la struttura azionaria del gruppo, occorre esaminare il float della Rossa, che supera il 50% del capitale. Il 30% delle azioni è detenuto negli Stati Uniti, poiché Ferrari ha raggiunto una capitalizzazione di mercato di circa 76 miliardi di euro in Borsa, evidenziando così la presenza di investitori stabili nel controllo della società. Gli assetti di controllo si dividono sostanzialmente in due categorie: i principali azionisti stabili e il float della Rossa.

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Tra i principali azionisti stabili di Ferrari, vi è un patto parasociale che risale allo spin-off del 2015 di Ferrari dalla vecchia Fca. In quell'occasione, Exor e Piero Ferrari, il secondo azionista più importante e figlio del fondatore Enzo, consolidarono il controllo del gruppo attraverso un accordo consultivo, garantendo una posizione finanziaria comune nelle assemblee e diritti di prelazione e di prima offerta per Exor e Piero Ferrari. Questo accordo è stato rinnovato alla fine del 2021, ma con alcune modifiche significative.

Il consolidamento della presa di Exor su Ferrari è stato notevole grazie ai programmi di buyback della società. Il pacchetto azionario detenuto da Exor oggi, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, è del 24,65%, con diritti di voto corrispondenti al 36,48%. Il pacchetto di Piero Ferrari pesa invece il 10,48%, con diritti di voto pari al 15,51%. In totale, detengono il 52% dei diritti di voto di Ferrari, assicurando un controllo consolidato che protegge la società.

Una seconda modifica significativa riguarda l'estensione del patto ad un terzo soggetto rappresentato da un Trust creato da Piero Ferrari alla fine dell'anno. Questo ha portato alcuni a ipotizzare un potenziale disimpegno della famiglia da Ferrari, considerando che il pacchetto azionario detenuto dalla famiglia ha raggiunto un valore di 7,6 miliardi di euro.

Infine, il float della Rossa, che supera il 50% del capitale, vede il 30% delle azioni detenute negli Stati Uniti, equivalente a circa 23 miliardi di euro. Questo pacchetto azionario, in gran parte stabile, riflette l'importanza del mercato americano per Ferrari, evidenziata dalle consistenti vendite di auto del marchio nel paese.






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