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Economia
Fininc, Dogliani pronto a comprare Autostrade. Venti miliardi debiti compresi

Autostrade, Fininc fa sul serio: pronta una maxi-operazione per ottenere la concessione

Dopo i Benetton anche un altro gruppo privato starebbe per tentare il colpo Autostrade. L'indiscrezione bomba proviene da Bloomberg, l'acquirente sarebbe la Fininc di Matterino Dogliani. L'ipotesi è quella di lanciare un'offerta da circa 20 miliardi di euro compresi i debiti. Fininc sarebbe già al lavoro con gli advisor. Nel dettaglio l'offerta per Aspi sarebbe di 8 miliardi ma includendo anche i debiti si arriverebbe a 20 miliardi. Ancora nessuna decisione è stata presa e non è detto che si arriverà ad una transazione, spiega Bloomberg. Ad Aspi "non risulta" nulla di tutto questo. L’indiscrezione arriva un anno dopo che Cdp insieme a Blackstone e Macquarie ha completato l’acquisto di Autostrade dalla famiglie Benetton. L’offerta – se confermata – peraltro arriverebbe in un momento delicato per il governo che alle prese con una legge di bilancio tutta in salita ha messo sul piatto nuove privatizzazioni. E Autostrade potrebbe essere un asset fondamentale in questo senso. Il gruppo della famiglia Dogliani valuterebbe un'offerta insieme ad altri operatori internazionali per far arrivare a Cdp una proposta "amichevole": se si concretizzasse sarebbe una delle più grandi operazioni in Italia negli ultimi decenni.

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Novità anche sul fronte Aspi che si blinda. Approvata una nuova clausola: si tratta di un lock up di cinque anni che scadrà nel maggio 2027. E' quanto previsto dallo statuto di Holding Reti Autostradali, la holding controllata da Cdp Equity con il 51% e partecipata pariteticamente da Blackstone e Macquarie, che controlla l'88% di Autostrade per l'Italia. La clausola, stabilita nel maggio 2022 quando la cordata Cdp-fondi ha rilevato il controllo di Aspi da Atlantia, torna oggi di stretta attualità, a fronte dei rumors su Dogliani. Il lock up sbarra dunque la strada a un eventuale ingresso di nuovi investitori nella holding che controlla Aspi (l'altro 12% fa capo a un veicolo di Allianz, dei cinesi di Silk Road e di Edf), anche se - in linea teorica - il riassetto potrebbe avvenire anche al piano inferiore. Anche in questo caso, tuttavia, secondo quanto ricostruito, al di la' dei patti parasociali di Aspi, qualsiasi operazione dovrebbe avere comunque il consenso di tutti i soci.

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