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Economia
Fintech italiana raccoglie un miliardo di dollari in dieci giorni

In un momento in cui in Italia si parla molto del salvataggio di Banca Carige dopo che Blackrock, il più grande fondo di investimento al mondo si è ritirato dalla offerta per salvare il disastrato istituto bancario ligure, fa sensazione una notizia che riguarda un analogo caso nel mondo fintech.

Stiamo parlando, infatti, nello specifico di Bitfinex, un exchange di criptovalute, creato e gestito in buona parte da italiani, ma che non ha sede in Italia. E questo è un’ aspetto su cui bisognerebbe ragionare, considerando che sempre più aziende italiane, soprattutto in ambito finanziario, stiano spostando la loro sede in altri stati (ifinex, ovvero la società che possiede l’exchange, ha sede legale nelle Isole Vergini Britanniche, ed opera a Londra, in Irlanda e soprattutto nella Svizzera italiana). Bitfinex ultimamente ha avuto qualche problema di cartatere finanziario, anche se non della gravità di Carige, a causa del congelamento di alcuni fondi per un’indagine su un problema di fondi per l’exchange.

Il problema, infatti, riguardava 850 milioni di dollari, che la corte federale di New York riteneva fossero stati sottratti dai conti per coprire perdite della società. Senza entrare nel merito delle accuse, ancora tutte da dimostrare, estate il fatto che il problema, anche solo dal punto di vista dell immagine per la società e stato piuttosto pesante. Occorreva correre ai ripari, mentre si rincorrevano voci di possibile default della società stessa.  In periodi come questi però  un ipotetico ammanco di simile entità, avrebbe messo alle strette molti operatori finanziari “tradizionali” ma evidentemente non le società che sono coinvolte nel mondo delle valute virtuali. Il board della società, infatti, dopo aver apertamente contestato le accuse della corte federale, ha comunque voluto assicurare i propri utenti, mettendo i propri conti al riparo da possibili sviluppi del contenzioso. E chiaramente il solo modo era quello ci rivolgeremo al mercato dei capitali. Il risultato ha forse sorpreso persino i vertici della società stessa.

A differenza di Carige, infatti, la società di criptovalute  ha raccolto, in soli 10 giorni la cifra richiesta. Anzi, ne ha raccolti di più, circa 1 miliardi di dollari. Quindi da un lato abbiamo una banca italiana tradizionale, con sede in Italia, che a causa dei propri problemi finanziari (ben più gravi però di quelli di Bitfinex) non riesce a raccogliere 400 milioni sul mercato, ed alla fine deve essere salvata dallo Stato, Bruxelles permettendo. Dall’altro abbiamo una società di criptovalute in gran parte italiana, ma con sede ed operatività all’estero, che per risolvere i suoi temporanei problemi finanziari riesce a raccogliere sul mercato 900 milioni in dieci giorni.

Certo, i problemi di Bitfinex non sono particolarmente gravi e sono solo temporanei (si risolveranno quando i fondi verranno sbloccati), mentre quelli di Banca Carige sono molto gravi, profondi e persistenti, ma la domanda che sembra inevitabile porsi è: per quale motivo l’Italia da un lato spende soldi pubblici per salvare cadaveri ambulanti come Carige, e dall’altro fa di tutto per far scappare all’estero società come iFinex

La risposta è quella che fa comprendere bene perchè l’Italia oramai da tempo abbia deciso di rinunciare a cavalcare l’onda dell’innovazione, perdendo così l’unico treno che avrebbe potuto traghettarla nel futuro.

Il futuro dell’Italia infatti non sono i campioni del libero mercato che macinano utili su utili, come iFinex/Bitfinex, ma società come Carige, che dopo essere state spolpate da operazioni poco trasparenti, vengono magari tenute in vita da finanziamenti dello Stato. Forse qualcuno potrebbe dire che le criptovalute sono un mercato ancora sconosciuto e molto speculativo. Tutto vero ma quello che è certo e che il mondo sta andando comunque in quella direzione e un paese come il nostro da anni alle prese con problemi di crescita e di carenza di investimenti produttivi, pensare anche a soluzioni alternative che possono rappresentare il futuro, potrebbe essere una possibile soluzione. Ecco perché il nostro paese da sempre alle prese con un sistema finanziario troppo controllato dai soliti noti e poco aperto alle aziende innovative e che cercano di crescere potrebbe aprirsi ad aziende innovative e giovani proprio quelle del mondo digitale e del finte ho in particolare, guardando a paesi molto più piccoli di noi.

Come per esempio Malta, solo per fare un esempio, che ha costruito la maggior parte delle sue fortune, registrando tassi di crescita assolutamente impensabili non solo per il nostro paese, creando un clima favorevole al sorgere di un vero e proprio hub europeo per le aziende finanziarie di tutto il mondo. Il movimento cinque stelle ha, ad onor il vero, fatto qualcosa in questo senso con le misure contenute nel decreto dignita’, che dovrebbero favorire il venture capital in iniziative innovative, oltre ad aver promosso investimenti nelle tecnologie blockchain. Molto c e ancora da fare ma sicuramente una prima pietra e stata messa, resta da vedere se questa rimarrà un episodio oppure potrà rappresentare un cambio di passo verso il futuro.

vcaccioppoli@gmail.com

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