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Economia
Fmi, Londra prenota il dopo-Lagarde. Osborne e Carney in corsa. Rumors

Londra sembra aver messo nel mirino il posto di direttore generale del Fondo monetario internazionale, “temporaneamente” vacante dopo che l’attuale numero uno, Christine Lagarde, è stata indicata come successore di Mario Draghi ai vertici della Banca centrale europea dal prossimo novembre. Come riferisce il Financial Times, infatti, George Osborne, ex Cancelliere dello Scacchiare (ossia ministro del Tesoro) britannico dal 2010 al luglio 2016, avrebbe confidato ad alcuni amici che si tratta di un lavoro “affascinante” ma al tempo stesso “impegnativo” che richiede “un esperto politico, comunicatore e operatore, non un tecnocrate”.

carney bloomberg

Mark Carney e Michael Bloomberg


 

Osborne, che di recente ha espresso il suo appoggio a Boris Johnson come possibile nuovo primo ministro inglese e che non deve avere una bassa opinione di sé, avrebbe aggiunto di ritenersi il possibile candidato in grado di ottenere il supporto dell’Europa (cui tradizionalmente spetta la scelta del direttore generale del Fmi) ma anche di Stati Uniti e Cina (i due paesi che singolarmente contano il maggior numero di voti in seno al Fmi), oltre che del Regno Unito in particolare nel caso in cui l’ex sindaco di Londra dovesse riuscire a guidare un nuovo esecutivo. In caso positivo, Osborne sarebbe il primo inglese a guidare l’Fmi. 

Amico di Christine Lagarde, che sostenne nel 2011 quando l’ex ministro francese venne candidata, con successo, al ruolo apicale, Osborne sembra doversi guardare le spalle da un altro nome “londinese”, quello di Mark Carney, che lui stesso mise a capo della Banca d’Inghilterra nel 2012 e che tuttora guida l’istituto centrale britannico (il suo mandato scadrà nel gennaio del prossimo anno). Carney, economista, manager ed ex banchiere centrale (dal 2008 al 2013) canadese, ha dalla sua un’indubbia esperienza e un’ampia e consolidata stima, essendo ritenuto colui che nel 2008 evitò al Canada di finire travolto dalla crisi finanziaria mondiale.

Fmi
 

Carney, che ha tre cittadinanze (canadese, britannica e irlandese), è molto noto al Fmi, essendo dal 2011 alla guida del Financial Stability Board, ossia l’organismo internazionale che monitora il sistema finanziario mondiale e nel quale sono rappresentati tutti i paesi del G20. Nel biennio precedente il ruolo era toccato al presidente della Bce ed ex governatore della Banca d’Italia Mario Draghi e proprio Draghi potrebbe secondo molti essere un candidato ideale, assommando sia i tratti del “tecnocrate” sia quelli dell’esperto politico e comunicatore.

Tra Osborne, che potrebbe in realtà non risultare così gradito ai paesi dell’eurozona non essendosi dimostrato in grado di gestire al meglio le crisi del biennio 2011-2012, e Carney, che ufficialmente non ha ancora espresso alcuna opinione circa un suo eventuale trasferimento al Fmi, Draghi potrebbe dunque essere una candidatura vincente. 

lagarde draghi ape
 

Sempre che al banchiere centrale europeo uscente, che potrebbe lasciare spazio in seno al board della Bce all’attuale direttore generale di Banca d’Italia, Fabio Panetta, il posto interessi realmente, visto che già si parla di una sua possibile discesa in campo nell’arena politica italiana, un poco come accaduto al suo predecessore, Carlo Azeglio Ciampi. In quel caso qualcuno si spinge a ipotizzare una sua preventiva nomina a senatore a vita da parte del presidente Sergio Mattarella, il cui mandato scadrà a fine 2021. 

Un tempo forse troppo lontano perché Draghi non possa essere tentato di accettare, se gli venisse proposta, una più concreta e vicina, almeno temporalmente, nomina ai vertici del Fmi. Si creerebbe tuttavia uno scambio di ruoli tra lui e la Lagarde che sancirebbe il proseguimento senza alcuna variazione dell’attuale impostazione di politica monetaria nel vecchio continente e non solo. Saranno tutti d’accordo?

Intanto, altri nomi che circolano per guidare l'Fmi sono quelli del governatore della Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau, il franco-ivoriano Tidjane Thiam, ceo del Credit Suisse, il francese Pierre Moscovici, commissario europeo agli Affari economici, e il membro del comitato esecutivo della Bce, Benoit Coeurè.

Luca Spoldi

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