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Economia
Ford silura Fields. Hackett Ceo. Ribaltone per la crisi negli Usa e in Borsa

E' ufficiale. Dopo le indiscrezioni di Forbes, il gruppo Ford è uscito allo scoperto. Le pressioni del board sul Ceo, Mark Fields, hanno dato i frutti sperati: sarà rimpiazzato da Jim Hackett. Una notizia che ha spinto al rialzo il titolo del gruppo automobilistico di Detroit, da troppo sofferente in Borsa. L'ex capo di Steelcase, approdato in Ford nel 2016, sostituirà Fields, dopo che quest'ultimo non e' riuscito a convincere un board sempre piu' scettico su tre questioni: corsa verso il mercato dell'auto elettrica, rilancio del business negli Usa e inversione di rotta nella perdita di valore del titolo in borsa. Il valore dell'azione e', infatti, scivolato di un terzo da quando Fields e' stato nominato ceo nel luglio 2014.

Ad aprile la capitalizzazione di Ford è risultata del 18% inferiore a quella di Tesla, oggi valutata a 52,4 miliardi di dollari. E la concorrenza sulle nuove tecnologie di colossi come General Motors, Alphabet, Apple e Intel si fa ogni giorno piu' serrata. Il board era preoccupato dal fatto che il Ceo si stesse lanciando in scommesse i cui frutti sarebbero stati raccolti troppo in la' nel tempo, cioe' dal 2020 in poi. E che si stesse sbilanciando oltre il dovuto verso le nuove frontiere dell'auto elettrica e di quella autonoma, drenando energie preziose dal business dell'auto tradizionale.

E la struttura operativa, agli occhi del board, stava diventando eccessivamente complessa. A livello geografico, il ceo puntava sul mercato asiatico,mentre la quota di quello Usa e' calata del 5,1% in un anno. Va, pero', ricordato che Mark Fields ha assistito a un redditizio periodo di tre anni, trainato dal business dei furgoni pickup e dei suv. Tornando alla sostituzione del Ceo, e' significativo che Hackett fosse a capo di Ford Smart Mobility, la sussidiaria creata lo scorso anno proprio da Fields con l'obiettivo di avventurarsi nel business del ride hailing, del car sharing e dell'auto senza pilota.

Fields parlava di margini al 20% dal nuovo business dei servizi, ma senza aver mai specificato di che cosa si sarebbe trattato. Gia' individuato il potenziale successore di Hackett, Jim Farley, reclutato da Toyota per gestire le operazioni europee. I risultati portati a casa da quest'ultimo sono stati degni di nota, dal momento che lo scorso anno ha consentito a Ford di mettere a segno un utile netto di un miliardo di dollari in Europa, approfittando anche della debolezza di General Motors e dell'ex controllata tedesca Opel. A giocare un ruolo centrale in questa transizione e' stato Bill Ford, il presidente esecutivo, che ha guidato il colosso dell'auto fino a che Alan Mulally non ne ha preso in mano le redini, per poi passare la mano a Fields nel 2014.

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