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Economia
Forum Ambrosetti 2019: a Cernobbio si chiude con ottimismo su Italia ed Europa
LaPresse

FORUM The European House - Ambrosetti 2019, si chiude la 45esima edizione: "Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive". L'evento dal 1975 accoglie un parterre di relatori di livello, appartenenti al mondo politico, accademico, istituzionale e imprenditoriale

“Sono molto orgoglioso dei risultati raggiunti con la quarantacinquesima edizione del Forum”, ha detto ad Affaritaliani.it Valerio De Molli, Amministratore Delegato di The European House – Ambrosetti, “un’edizione che ha contato nove governi presenti, più di dieci ricerche importanti presentate, 50 trilioni di euro di asset rappresentati in sala (pari a due volte il Pil dell’Europa), un trilione e tre di fatturato aggregato. Dal Buy Out avvenuto 10 anni fa con la liquidazione del fondatore, il Forum di Cernobbio ha visto un crescendo di internazionalità, globalizzazione e apporti di contenuti proprietari. Abbiamo avuto grandi dibattiti importanti sull’agenda per l’Europa e sull’agenda per l’Italia”. 

È proprio sull’agenda per l’Italia che si apre la giornata conclusiva, con la presenza dei presidenti di regione e di Vincenzo Boccia. A tenere banco il tema delle autonomie.

Forum Ambrosetti 2019, Vincenzo Boccia: “Un’Italia unita e forte in un’Europa ancora più forte. Bisogna chiedere non più deficit, ma un piano infrastrutturale transnazionale, finanziabile con gli eurobond”

“Il tema delle autonomie si inserisce bene se trova un equilibrio tra una maggiore competitività e il livello di coesione del paese”, ha dichiarato il Presidente Boccia ad Affaritaliani.it. “Abbiamo una questione nazionale da difendere, non possiamo fare operazioni a danno degli altri ma nell’interesse di tutti, recuperare senso e spirito di comunità per un’Italia forte all’interno di un’Europa ancora più forte”. Quanto all’Europa Boccia ha insistito su quanto già detto negli ultimi giorni ossia sulla proposta di Eurobond per finanziare un piano transnazionale di apertura cantieri che preveda di agire di concerto con Francia e Germania, i due paesi forti dopo Brexit: “Il nostro contributo all’Europa potrebbe essere tattico-strategico ma solo se usiamo la crescita come strumento e non come fine, nell’ottica di ridurre i divari fra territori, persone e imprese”. Una politica europea che riparta, dunque, dai fini e che vada anche oltre il saldo di bilancio, “il che non significa”, ha spiegato il numero uno di Confindustria, “fare deficit ma individuare fini più alti e più sfidanti. Non si possono fare scelte economiche senza prima individuare dove volgiamo andare e quali effetti vogliamo realizzare sull’economia reale”. Quella che Boccia si immagina è un’Europa riformista, in linea con quanto espresso dal Presidente Mattarella, all’interno della quale rivedere anche le logiche concorrenziali: “Se vogliamo rispondere a Stati Uniti e Cina dobbiamo metterci insieme. In alternativa, se vogliamo creare giganti europei dobbiamo accertarci che siano all’altezza della sfida con i giganti mondiali”.
Sulle nomine alla Commissione Europea, lo stesso ha ribadito la linea tenuta in questi ultimi mesi: “Il commissario che proponiamo deve dettare una linea europeista ed essere di alto profilo. Gentiloni mi sembra incarni entrambi questi aspetti”.

Interrogato da Affaritaliani.it su Industria 4.0 Boccia ha replicato: “Dobbiamo mantenere e consolidare quanto fatto e aprire il concetto di Industria 4.0 alla formazione dentro le fabbriche, sia per riqualificare i lavoratori esistenti sia per un grande piano di formazione dei giovani volto al loro ingresso nel mondo del lavoro”. “La questione infrastrutturale”, ha concluso Boccia, “ritorna a essere elemento essenziale anche perché collega territori e persone ed è essa stessa un’idea di paese. Oltre a ciò, fra le priorità del nuovo governo dev’esserci l’attenzione al lavoro attraverso investimenti in occupazione e un patto con i sindacati che vada nel senso di un aumento dei salari. In sostanza, i governi cambiano, ma l’agenda degli industriali rimane la stessa”.

Forum Ambrosetti 2019: in caso di hard Brexit possibili impatti negativi sul business delle imprese

Fra i temi toccati in questi giorni anche la Brexit. Gli imprenditori presenti si sono detti preoccupati rispetto a una  hard brexit. Il 38,7% di loro pensa che potrà esserci un nuovo referendum che torni a valutare la volontà dei cittadini britannici, il 15,6% ipotizza una soft Brexit mentre il 16,2% crede ci sarà una hard Brexit. Per il 43,5%, se quest’ultimo scenario dovesse concretizzarsi, potrebbero esserci impatti negativi sul business delle loro aziende. Più ottimista, invece, il 28,6% dei votanti, che non ritiene possano esserci conseguenze così negative.

Su questo punto il Presidente di Regione Campania Vincenzo De Luca ha detto ad Affaritaliani.it: “Impressionante è l’immagine di sgangheratezza che arriva dal governo inglese. In primo luogo rischia di farsi male la Gran Bretagna. C’è poi soprattutto il rischio di creare incertezza finanziaria con ricadute su tutto il continente. Mi auguro che trovino prima o poi una strada di ragionevolezza”.

Fiducioso lo stesso sul nuovo governo: “C’è un clima di attesa e di relativa fiducia rispetto al governo appena nato. Il mondo imprenditoriale ha, ovviamente, bisogno di interlocutori istituzionali. Il governo sarà misurato nei fatti e nelle azioni concrete che realizzerà. Certo è che come priorità dobbiamo recuperare un divario infrastrutturale che abbiamo con altri paesi europei. Non è una questione finanziaria, ma una questione di procedure che si rifà a una palude burocratica del nostro paese, la quale paralizza ogni attività anche da parte delle istituzioni. Il groviglio burocratico amministrativo è oggi la principale ragione di blocco e di paralisi dell’Italia. Quello dell’autonomia è un tema da affrontare senza tabù e senza ideologizzare. Io sono in prima fila in questa battaglia a condizione che non si tocchi l’unità del sistema scolastico e sanitario e a condizione che non ci si imbarchi in modifiche costituzionali”.


Forum Ambrosetti 2019: il digitale come fattore trainante di ripresa

“Per favorire una ripresa dell’industria della Difesa”, ha dichiarato ad Affaritaliani.it Alessandro Profumo, Amministratore delegato di Leonardo, “è estremamente importante un sistema normativo basato sulla G2G, e cioè sulla Government to Government; così come è importante il focus sull’innovazione, dove Leonardo è uno degli attori principali”. Quando Profumo parla di innovazione si riferisce “all’innovazione nel mondo del digitale e alla capacità di analizzare Big data. In Italia ci sono grandi competenze. Soprattutto è importante avere la consapevolezza che le barriere all’ingresso si sono abbassate e quindi possiamo giocare la partita come Paese”. La discesa dell’export tedesco è un tema su cui focalizzarsi. “Come è stato detto anche durante il Forum”, ha concluso Profumo, “dobbiamo far ripartire investimenti domestici a livello europeo e i consumi interni”. 


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