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Economia
Francia, Macron raffredda lo spread. Ora il rischio politico è più lontano

di Andrea Deugeni
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@andreadeugeni

Emmanuel Macron rassicura i mercati. Non sarà stato certo un confronto decisivo per decretare il successore di Francois Hollande all'Eliseo, ha sentenziato il popolare quotidiano transalpino "Le Parisien", riferendosi al seguitissimo (quasi 10 milioni di spettatori, pari al  48% di share) dibattito tv tenutosi ieri in Francia fra i cinque candidati alle Presidenziali. Ma, a giudicare dalla reazione degli investitori sul secondario, i primi sondaggi, che danno l'enfant prodige della politica transalpina in netto vantaggio sugli avversari, hanno tranquillizzato i mercati su quello che è uno dei principali leitmotiv di tutti i report degli asset manager internazionali per il 2017. Ovvero il rischio politico, nell'anno di Donald Trump e della Brexit, dove il voto di primavera alle elezioni in Francia, se per caso dovesse vincere il Front National (FN) di Marine Le Pen, potrebbe essere il primo mattoncino di un pericoloso domino che potrebbe anche portare al triste epilogo della dissoluzione dell'Unione europea, così come la conosciamo. 

hollande macron
 

E, invece, da stamane, mentre è partito il fuggi-fuggi dal governo a marchio socialista a sostenere il candidato indipendente di En Marche!, ex giovane banchiere di Rothschild ed ex ministro dell'Economia transalpino, sondaggisti e investitori sembrano vedere questo rischio molto più lontano di quanto apparisse fino a pochi giorni fa.

In apertura delle contrattazioni, il differenziale tra gli Oat, i titoli di Stato francesi, e il decennale tedesco ha ingranato la marcia indietro, scendendo a quota 64 punti base rispetto ai 68 di ieri. Un raffreddamento dello spread che ha fatto bene anche ai differenzali dei Paesi periferici. Italia in primis, dove lo spread Btp-Bund, nonostante all'orizzonte ci sia il varo di una manovra correttiva, si è contratto a 182 punti base, rispetto ai 192 della chiusura di ieri.

Anche sul valutario, dove la moneta è principalmente lo specchio dello stato di salute di un'economia, l'euro ha brevemente sfondato al rialzo quota 1,08 sul dollaro, segnando i massimi da inizio febbraio, nonostate le divergenza delle politiche monetarie delle banche centrali sulle due sponde dell'Atlantico. Certo, è vero che la valuta unica ha iniziato una dinamica di rafforzamento di fondo dopo che all'ultimo consiglio direttivo la Bce ha rimodulato la sua retorica, rimuovendo il rischio deflattivo dal panorama e lasciando aperta la porta a future revisioni del programma di stimoli monetari. Ma la fiammata di oggi, come spiegano gli analisti di Commerzbank, è da legare al newsflow positivo (per gli investitori) proveniente dalla Francia. 

emmanuel macron ape
 

Per capire quanto pesi il pericolo Marine Le Pen che propone nel suo programma l'uscita di Parigi da Eurolandia, gli strategist di Ing ritengono che lo spread di Parigi sarebbe 25-30 punti base più basso escludendo il rischio politico che pesa sull'obbligazionario francese. Il dibattito di ieri sera è stato "il vero inizio della campagna elettorale" e il leader di En Marche! "è visto come un vincente", sottolineano invece gli strategist di Societe Generale. "Sembra che "Macron abbia fatto colpo" sugli elettori francesi. "I primi sondaggi indicano che il dibattito presidenziale ha permesso" al candidato alla poltrona dell'Eliseo "di consolidare il vantaggio" sull'avversaria del FN.

"I mercati hanno festeggiato il risultato del confronto con i titoli di Stato francesi che hanno aperto in rafforzamento. Possiamo aspettarci che questo trend continui nel breve periodo ma c'è ancora molta strada da fare", aggiunge Patrick O'Donnell, investment manager di Aberdeen Asset Management. Il calo degli spread italiani e francesi è dovuto comunque anche al fatto che le pressioni al rialzo sui rendimenti dei Bund tedeschi (innescate dall'incremento dei tassi di interesse negli Usa e all'accelerazione dell'inflazione) sono più forti di quelle al ribasso per via dell'avversione al rischio legata alle incertezze sulle elezioni francesi, afferma Cyril Regnat, strategist di Natixis, esperto che fa anche notare come il costo di finanziamento del decennale di Berlino sia ora allo 0,48%, ben al di sopra dello 0,19% di inizio anno.

(Segue...)

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