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Economia
Gas, incubo razionamenti e rigassificatori fantasma. Parigi: "Sì al nucleare"

Rigassificatori, qualcosa non torna nel piano del governo

C'è qualcosa che non torna nel piano del governo sul gas. Lo sostiene il Fatto Quotidiano di oggi, che dedica due pagine in apertura alla vicenda energetica. In particolare sui rigassificatori che il giornale diretto da Marco Travaglio definisce "fantasma". Si legge: "Piombino non servirà per l’anno termico 2022/23, che si chiude ad aprile. Eppure il governo sembra ignorare questo fatto. Giovedì in Cdm, illustrando il piano italiano per fare a meno del gas russo, Cingolani ha ribadito ai colleghi che se Piombino non verrà realizzato, c’è il rischio concreto di andare in emergenza nel marzo 2023".

Secondo il Fatto Quotidiano, "anche senza menzionare gli altri assunti del piano – assai generosi (dagli stoccaggi pieni e totalmente utilizzati, agli 8 miliardi di mc di Gnl in più previsti per il 2023, fino al prezzo del gas come variabile non rilevante) –è evidente che c’è un gigantesco equivoco alla base. Da cronoprogramma, peraltro, l’altra nave, la Bw Singapore, dovrebbe entrare in funzione nel terzo trimestre 2024 e non a fine 2023, né tantomeno a inizio anno prossimo, come detto ieri da Cingolani, anche perché il rigassificatore sarà collegato a 10 chilometri al largo di Ravenna e il collegamento da realizzare è lungo 40 km".

Gas, da gennaio incubo razionamenti. Le Maire all'Italia: "Serve il nucleare"

Ma secondo il Fatto, il governo finge che non sia così. Da gennaio intanto si rischiano davvero i razionamento di gas. "Se la Russia chiudesse oggi il rubinetto del gas, con le scorte all'83%, all'inizio di gennaio saremmo costretti a razionare i consumi. Ma sarebbe meglio cominciare anche prima, per non dover tagliare pesantemente nei mesi più freddi", ha dichiarato all'Ansa Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia. "Quest'inverno non avremo ancora i due nuovi rigassificatori di Piombino e Ravenna, se va bene arriveranno a maggio. Abbiamo aumentato le importazioni extra-Russia, circa 17 miliardi di metri cubi in più, ma non bastano a sostituire quei 29 miliardi che compravamo da Mosca". Parole riprese anche da Repubblica.

Il Corriere della Sera ha invece intervistato Bruno Le Maire, il ministro francese dell'Economia, che dà la sua ricetta per far fronte alla situazione energetica: "Per prima cosa, trovando nuove fonti di approvvigionamento per non dipendere più dalla Russia. Poi, riformando il mercato europeo dell’elettricità, per dissociare il prezzo dell’elettricità dal prezzo del gas. Si tratta di un’urgenza assoluta. Difenderemo questa idea nei prossimi giorni in occasione del Consiglio energia, come abbiamo fatto da un anno a questa parte con il presidente Emmanuel Macron. Poi, occorre affermare la solidarietà europea in materia energetica, in modo che ogni Stato possa passare il prossimo inverno nelle migliori condizioni possibili".

Le Maire propone di separare il prezzo dal gas da quello dell'elettricità per proteggere i cittadini e spinge poi sul nucleare. "Per riuscire nella transizione energetica l’energia nucleare è indispensabile. Le auto elettriche sono formidabili, ma bisogna pur ricaricare le batterie con elettricità decarbonizzata. Sì, l’idrogeno è formidabile, ma serve elettricità decarbonizzata per fare funzionare gli impianti di elettrolisi. Questo ha fatto evolvere la discussione sul nucleare in Europa. Le posizioni sono cambiate, tanto meglio. Ho seguito da vicino i dibattiti in Italia sull’argomento. So che la posizione italiana sul nucleare è stata decisa per referendum, una decisione sovrana del popolo italiano. Se gli italiani cambiassero idea, è evidente che una cooperazione sarebbe possibile".

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