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Economia
Generali-Intesa, l'opportunismo di Del Vecchio, Caltagirone e di De Agostini


Sarà che il blitz di Vivendi su Mediaset è un ricordo troppo recente, sarà che gli azionisti storici di Generali, Del Vecchio, De Agostini e Caltagirone, non gradiscono le mire espansionistiche di gruppi italiani o stranieri nei confronti della prima compagnia assicurativa, sta di fatto che l'acquisto del 3,01% di diritti di voto di Intesa Sanpaolo, mossa che blocca ogni possibile scalata "strisciante" oltre il 3% del capitale del leone di Trieste, è stata se non voluta certamente gradita ai tre grandi soci (oltre che a Mediobanca, primo azionista di Trieste col 13%, che pare essere stata la mente dietro l'elaborazione della strategia difensiva (la mossa costringe infatti Intesa, se vuole andare avanti sul Leone, ad alzare la posta per la felicità delle tasche degli investitori).

Ma se ufficialmente la motivazione dell'operazione è quella di garantire stabilità all'assetto azionario per consentire al management di proseguire nella sua opera di creazione del valore per tutti gli azionisti, una valutazione più prosaica potrebbe essere legata al fatto che Generali anche a 15,5-15,6 euro (+13% in sole tre sedute) vale solo la metà di quanto valeva 10 anni or sono.

Accettare di cedere i titoli a questi prezzi (oggi il titolo ha chiuso a 15,57 euro; +0,97%) sarebbe dunque una disfatta per i soci storici, per i quali il valore di carico, già abbondantemente svalutato (nel caso del gruppo De Agostini, entrato nel capitale di Trieste nel 2004, il valore di carico originario era di 24,9 euro), non dovrebbe essere sceso di molto sotto i 17,9-18 euro per azione attorno a cui oscillava fino a alla fine del 2015 (Mediobanca ce li ha iscritti a bilancio a 15,25 euro).

Un valore al quale il titolo era riuscito, faticosamente, a tornare sotto la guida di Mario Greco nella primavera del 2015, prima di calare sotto i 17 euro sul finire di quello stesso anno, in coincidenza con l'emergere delle prime voci di possibili dimissioni del manager, puntualmente scattate poche settimane dopo con Greco che passò a guidare Zurich.

Del Vecchio e Caltagirone, poi, sono soci di Unicredit (che di Mediobanca è primo azionista con l'8,56% e il cui andamento odierno in Borsa fa doppiamente felici), mentre Piazzetta Cuccia stessa ha sempre in ballo la prevista cessione di un 3% di Generali per scendere sotto la soglia del 10%. Motivi sufficienti per tenere duro e aspettare a vedere se e quando arriverà un'offerta "congrua".

(Segue...)

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