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Economia
Genova, Di Maio: lavori a Fincantieri. Toti: Autostrade nostro interlocutore
SCHIAFFO 5 - Danilo Toninelli, ministro dei Trasporti. Canta vittoria per il mancato aumento dei pedaggi
autostradali. Ma finirà diversamente. Perché i rincari sono soltanto congelati. Ne riparliamo tra sei mesi.

Scontro tra M5S e Forza Italia sulla ricostruzione del ponte Morandi. Luigi Di Maio propone su Facebook di affidare i lavori a Fincantieri (insieme alla Cdp), mentre ad Atlantia - la società attraverso cui la famiglia Benetton controlla Autostrade per l'Italia - spetterebbe solo il compito di dare finanziamenti. Viceversa per il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti l'interlocutore per la ricostruzione del ponte è, in primo luogo, Autostrade.

"Se ad Atlantia stiamo per togliere le concessioni - scrive Di Maio su Fb - figurarsi se le faremo ricostruire il ponte. Loro possono, anzi devono metterci i soldi.  È il minimo che possono fare dopo quello che è successo". Mentre Toti dichiara a Sky Tg24: "È società Autostrade il nostro primo interlocutore, visto che al momento è ancora a tutti gli effetti il concessionario di quel tratto autostradale, esattamente come gli italiani pagano il pedaggio sulle migliaia di chilometri di rete in suo possesso. Pertanto Autostrade demolisca, ricostruisca e faccia anche la Gronda". Poi conclude: "Il governo ha la legittimità ed il dovere di accertare quanto è accaduto e di valutare come proseguire in futuro. Può parlare di nazionalizzazioni anche se io non sono d'accordo, può parlare di revoca della concessione ad Autostrade, e vedranno le autorità competenti se vi sono i requisiti. Ma io chiedo a tutti di sbrigarsi perché Genova ha bisogno di un ponte".

Il ministro dello Sviluppo Economico torna anche sul tema della nazionalizzazione di Autostrade, tema ribadito anche dal responsabile dei Trasporti Danilo Toninelli nel corso di un'audizione alla Camera: "Quel che è certo è che il tema delle concessioni autostradali non si esaurisce con questa trasparenza fuori tempo massimo. Anzi, siamo solo all'inizio. L'unica soluzione è la nazionalizzazione".

L'AUDIZIONE DI TONINELLI - "Bisogna smettere di inseguire le emergenze e programmare gli interventi per evitare che accadano eventi come il crollo del ponte".  Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli alle commissioni di

Autostrade, Di Maio: unica soluzione nazionalizzazione - "L'unica soluzione e' la nazionalizzazione. Non possiamo infatti lasciarle ad Autostrade: non siamo affetti dalla sindrome di Stoccolma. Le altre opzioni sono due. O darle a uno degli altri due concessionari autostradali, ossia passare dalla padella alla brace. O darle agli stranieri, ma non possiamo mettere un'altra infrastruttura strategica in mani straniere, come hanno fatto in passato i partiti ad esempio per le telecomunicazioni". Lo scrive il vicepremier Luigi Di Maio su facebook, parlando della rete autostradale italiana.
"Quella della nazionalizzazione e' anche una sfida: vogliamo dimostrare che con onesta', trasparenza e competenza lo Stato puo' garantire ai cittadini cio' che gli spetta di diritto. La rete autostradale e' stata infatti pagata dai nostri genitori e dai nostri nonni, non si capisce perche' debba lucrarci una sola famiglia che fino al 2012 aveva una holding con sede in Lussemburgo per pagare meno tasse e fare lauti guadagni e che, una volta beccati, hanno risolto tutto con una mediazione amichevole con l'Agenzia delle Entrate di soli 12 milioni". Lo sottolinea il vicepremier e ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio in un lungo post su facebook. "Sara' un caso - aggiunge - che poi il capo delle Agenzie delle Entrate, Befera, e' stato nominato nell'organismo di vigilanza proprio della holding dei Benetton? Basta con queste magagne: del patrimonio della Rete autostradale devono goderne tutti gli italiani".

Camera e Senato che indagano sul disastro di Genova. "Questa tragedia poteva essere evitata. Non è una casualità". "Nel 2016 i 'signori delle autostrade' hanno fatturato quasi 7 miliardi. Per manutenzione si sono spesi appena 646 milioni".

Dei sette miliardi di euro dei profitti, ha sottolineato Toninelli,  "5,7 miliardi derivano dai pedaggi autostradali". "Allo Stato sono tornati appena 841 milioni. Nel frattempo, dati del mio ministero, gli investimenti sono calati del 20% rispetto al 2015 e per la manutenzione si sono spesi appena 646 milioni, il 7% in meno rispetto all'anno prima", ha spiegato Toninelli.

"Sul fronte degli investimenti autostradali i dati a disposizione evidenziano, nel corso degli anni, una progressiva riduzione di spesa, la quale è passata da un importo medio di 2 miliardi degli anni 2000 a 950 milioni del 2017", ha poi evidenziato il titolare del dicastero. "La spesa progressiva per investimenti nel periodo regolatorio 2008 - 2017 ammonta a 16.483,31 milioni di euro, e risulta inferiore rispetto alle previsioni riportate dai Piani Finanziari nel medesimo periodo di riferimento, pari a 25.409,06 milioni euro, corrispondente a una percentuale di attuazione del 64,87%. Questo dimostra ancora una volta l'esigenza di intervenire su un sistema malato, che non ha giustificazioni né corrispondenze negli altri Paesi europei".

"Il capitale investito dalla maggior parte delle concessionarie era già stato ampiamente ammortizzato e remunerato, tra la metà e la fine degli anni Novanta. Pertanto, le tariffe avrebbero quanto meno potuto essere drasticamente ridotte", ha aggiunto il ministro, precisando: "Degli extraprofitti hanno beneficiato totalmente le società concessionarie, a discapito dei cittadini".

"Tutte le convenzioni uniche sottoscritte nel periodo 2007-2008 sono state approvate per legge sotto i governi di centrosinistra e centrodestra di quegli anni. Questa procedura ha di fatto escluso la valutazione da parte degli Uffici amministrativi preposti all'epoca ovvero Anas, Mit e Mef. Quindi sullo stato attuale delle Convenzioni, essendo state escluse le amministrazioni, la responsabilità è unicamente politica".

"Venerdì ho dato mandato alla dirigenza del Mit di tirare fuori tutti gli atti, gli allegati e il Piano finanziario connessi alla convenzione", ha proseguito Toninelli, evidenziando: "E ciò malgrado le fortissime pressioni interne ed esterne in senso contrario che stavo subendo e continuo a subire". "L'ho fatto in modo da dare davvero trasparenza all'opinione pubblica sui numeri grazie ai quali i padroni delle autostrade si sono arricchiti gestendo beni che appartengono a tutti noi. La trasparenza è il primo passo. Ma non mi fermerò, non ci fermeremo qui", ha detto il ministro. "Dopo quasi 20 anni dalla privatizzazione, dopo 20 anni di segreti e di omissis, Autostrade per l'Italia ha deciso improvvisamente di voler fare trasparenza, cercando di far apparire il proprio gesto come spontaneo e dettato da un autonomo desiderio di venire incontro all'interesse pubblico". "Lo ha fatto dopo i 43 morti di Genova ma in precedenza la stessa società ci aveva formalmente diffidato dalla pubblicazione minacciando azioni legali".

Il ministro Toninelli ha poi tenuto a precisare che il governo del cambiamento "farà di tutto per rivedere integralmente il sistema delle concessioni e degli obblighi convenzionali, valutando di volta in volta se l'interesse pubblico sia meglio tutelato da forme di nazionalizzazione oppure dalla rinegoziazione dei contratti in essere in modo che siano meno sbilanciati a favore dei concessionari".

"Il mio primo pensiero va alle vittime, alle famiglie che purtroppo piangono i propri cari, ai feriti che soffrono, agli eroi che dal primo istante hanno profuso tutto il loro impegno scavando tra le macerie e sono tutt'ora impegnati per far fronte alle conseguenze del grave e assurdo disastro che il 14 agosto ha profondamente ferito la città di Genova", ha affermato Toninelli, ribadendo che "il governo sarà sempre al fianco di queste famiglie. Proprio a loro, ai morti e ai loro parenti, ai feriti, ai tantissimi che sono momentaneamente sfollati, e a una città lacerata e spezzata in due, dobbiamo il nostro impegno a non arretrare di un millimetro", ha aggiunto Toninelli, sottolineando che "è inaccettabile una tragedia come questa che poteva e doveva essere evitata".

"Le prime famiglie hanno già ricevuto un alloggio e secondo il cronoprogramma tutte le 165 persone sfollate avranno un'abitazione entro metà novembre".

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