Germania, il rallenty? Durerà a lungo. Per S&P è colpa dei bassi investimenti
La principale ragione del rallentamento economico tedesco (ed europeo)? Per gli analisti di Standard&Poor's ha un volto ed è principalmente quello del basso livello degli investimenti corporate, la cui carenza rappresenta un freno alla crescita del Pil.
Secondo Sarah Limbach, economista di S&P Global Rating, "gli investimenti in percentuale del valore aggiunto sono ancora al di sotto del picco del 2008" ed hanno avuto una dinamica piatta. Al contrario, di quanto invece accaduto in Francia e in Spagna dove "il rapporto tra investimenti aziendali e valore aggiunto è aumentato, sostenendo così la competitività" di questi Paesi.
Quello delle imprese tedesche è una condotta da stigmatizzare perché, ricorda S&P, la dinamica degli investimenti, che impatta sulla produzione potenziale di un Paese, è stata debole nonostante Berlino in questi anni sia cresciuto in maniera solida rispetto a quanto avvenuto in altri Stati europei. Una crescita che si è manifestata grazie al buon andamento del settore manifatturiero e dell'export, trend che poi non ha azionato maggiori investimenti.
Se gli investimenti fossero stati mantenuti allo stesso ritmo di crescita prima della crisi finanziaria, spiegano gli analisti di S&P, il Pil tedesco sarebbe potuto crescere nel 2016 del 4,2%. Quindi, anche a causa di un aumento degli accantonamenti per i bassi tassi d'interesse e alla pressione fiscale relativamente elevata, per gli esperti dell'agenzia di rating americana l'attuale rallentamento dell'economia globale manterrà a lungo i propri effetti depressivi sull'economia tedesca, orfana invece di una leva espansiva.
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