Gioco d'azzardo, Renzi promette la stretta su bar e tabacchi. Ma costa 2,5 mld
Matteo Renzi dichiara guerra al gioco d'azzardo e dà una sforbiciata alle slot nei bar e nelle tabaccherie. Ma la stretta costa 2,5 miliardi di euro...
Gioco d'azzardo, slot bar, slot tabbaccherie, Renzi contro le slot
L'intenzione, come spesso accade, è nobile. Provi ad alzare la mano chi ritiene che sia sbagliato "togliere le slot dalle tabaccherie e dagli esercizi commerciali". Una nuova misura appena annunciata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. Peccato, però, perché spesso le nobili intenzioni si scontrano con la dura realta che in Italia, in materia di politica economica e di conti pubblici da far quadrare, si chiama copertura. Facciamo due conti.
Eliminare le slot da bar, tabaccherie e altri locali non specializzati è un’operazione che, secondo un’elaborazione di Agipronews, costerebbe alle casse dello Stato oltre 2,5 miliardi di euro l’anno. Nel 2015 l’erario ha incassato 3,4 miliardi dalle oltre 400 mila slot attive in Italia: oltre la metà è posizionata in bar, tabaccherie e altri locali commerciali, che hanno generato per lo Stato poco più di 2,55 miliardi di euro, oltre il 75% degli introiti complessivi. Le altre 200 mila slot piazzate in agenzie, sale specializzate e bingo hanno invece prodotto lo scorso anno entrate erariali da 823,5 milioni di euro, circa un quarto del totale.
Quindi, per realizzare i desiderata di Palazzo Chigi, facendo saltare però i nervi ai tecnici della Commissione Bilancio di Camera e Senato, servono oltre 2,5 miliardi. Quasi bruscolini in tempi di vacche grasse con un Pil che galoppa. Non certo briciole in tempi, al contrario, di vacche magre. Dopo la conferma della scorsa settimana della crescita zero nel secondo trimestre, proprio ieri, infatti, l'Istat ha spiegato che l'aumento del Pil si è interrotto e, verosimilmente, la debolezza dell'economia proseguirà anche in autunno. Non rendendo un libro dei sogni soltanto quanto scritto nel Def (Pil 2016 a +1,2%), ma addirittura allontanando anche l'obiettivo dell'1% appena pronosticato per quest'anno da Renzi.
Non è questione di lana caprina, perché per la stesura della legge di Stabilità più delicata della sua avventura governativa, il segretario del Pd deve già trovare almeno 15 miliardi (se non 20) per rispettare gli impegni presi circa tre mesi fa con l'Europa. E cioè quello di mantenere un deficit/Pil all'1,8%.
Bruxelles ha spiegato che per contabilizzare le spese del sisma fuori dal Patto di Stabilità non ci saranno problemi ma che per il resto, le maglie della flessibilità sono strettissime. Ci sono da neutralizzare le terribili clausole di salvaguardia, aumentare le pensioni minime, strutturare la flessibilità in uscita dal mercato del lavoro con l'Ape, aiutare i poveri, rafforzare l'istruzione, rendere l'economia più competitiva azionando la leva fiscale e onorare impegni già presi come gli 80 euro alle forze di polizia, finanziare le missioni italiane all'estero e dare gli aumenti salariali agli statali.
Per far quadrare quest'anno i conti, senza incappare in una procedura europea (Fiscal Compact), Renzi dovrà giocare letteralmente d'azzardo. Se non fare i giochi di prestigio.