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Economia
Gli Appuntamenti con l’ingegno: quali i fattori di successo del made in Italy?
Luisa Todini, presidente del Comitato Leonardo, al primo degli Appuntamenti con l’ingegno, un ciclo di incontri realizzato dalla LUISS in collaborazione con il Comitato Leonardo, volto a creare un momento di confronto universitario, rappresentanti delle istituzioni e protagonisti dell'industria.

Prendono il via a Roma gli Appuntamenti con l'ingegno con Calenda, Todini, Marcegaglia

 

Quali sono i fattori alla base del successo della creatività italiana nel mondo? Come possono essere rafforzati e tutelati? Quali le principali sfide da affrontare per le imprese del Made in Italy? Prendono il via gli “Appuntamenti per l'ingegno”, un ciclo di incontri realizzato dalla LUISS in collaborazione con il Comitato Leonardo, volto a creare un momento di confronto universitario, rappresentanti delle istituzioni e protagonisti dell'industria. Quello di oggi è il primo appuntamento, dedicato alla moda e ai suoi protagonisti.  Ad inaugurare questo primo incontro nell'Aula Magna della Luiss: il ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda; i vertici della Luiss con la Presidente Emma Marcegaglia e il Rettore Paola Severino; la presidente del Comitato Leonardo Luisa Todini; alcune firme della moda italiana tra cui:Nicola Bulgari, Brunello Cucinelli, Pier Luigi Loro Piana; i vertici di Accademia di Costume e Moda, Altagamma, Camera Nazionale della Moda Italiana, Confindustria Moda, Fondazione Cologni dei Mestieri D'Arte e Fondazione Germozzi.

 

 

Gli Appuntamenti con l’ingegno: quali i fattori di successo del made in Italy? Le parole di Emma Marcegaglia, presidente della Luiss

 

 

“Oggi parliamo di un settore molto importante. Parliamo di bellezza, cultura, di capacità artigianali. - ha spiegato Emma Marcegaglia, presidente della Luiss – Qualcuno una volta ha detto che l'Italia dovrebbe essere una repubblica fondata non solo sul lavoro, ma anche sulla bellezza e la capacità di creare cose uniche, un concentrato di abilità manuale. Io penso che sia molto importante riconoscere il grande valore del marchio “Made in Italy” e in una giornata come questa parlare proprio del “Made in Italy” e della moda, si crea un mix straordinario di tradizione, futuro e innovazione, ma anche di eccellenza e di questa quasi 'ossessione' di avere una qualità assoluta che caratterizza il nostro Paese. E questo prodotto nasce proprio dalla capacità delle imprese e delle istituzioni. Questo settore, la moda, non è solo esempio di qualità e di eccellenza, di manualità artigianale, ma è una grande industria. Questo è un settore che ha 90 miliardi di fatturato, 600 mila posti di lavoro, una quota di export intorno al 62%, pari ai 54 miliardi di euro. Quindi è questa è una grande industria, dove l'Italia ha un primato forte.”

 
 
Gli Appuntamenti con l’ingegno: quali i fattori di successo del made in Italy? Le parole di Luisa Todini, presidente del Comitato Leonardo

 

 

“Quello della moda è un settore chiave de'industria italiana e un fiore all'occhiello del Made in Italy nel mondo – ha dichiarato Luisa Todini, presidente del Comitato Leonardo – Siamo il terzo esportatore mondiale di tessile e abbigliamento, con un valore di export di quasi 30 miliardi di euro. Tuttavia sono ancora molte le sfide che si pongono per il futuro. Inanzitutto la tutela del marchio e la lotta alla contraffazione, principalmente in quei mercati in cui gli standard di tutela della proprietà industriale sono molto bassi. In un mondo sempre più interconnesso, si inserisce anche l'esigenza di salvaguardare l'autenticità creativa del genio italiano. Dobbiamo quindi guardare al futuro tutelando nel contempo la nostra tradizionale artigianalità, che rende i prodotti made in Italy unici e per questo inimitabili.”

 
 
Gli Appuntamenti con l’ingegno: quali i fattori di successo del made in Italy? Le parole del  ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda

 

 

“L'iniziativa di oggi è molto importante, ha come oggetto un settore, quello della moda, molto particolare per l'Italia. - Così il ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda durante il suo intervento dal palco - Quando io arrivai come viceministro dello Sviluppo Economico, ad una delle prime iniziative a cui partecipai dissi 'noi dobbiamo alla moda e al tessile qualcosa' per due ragioni: primo perchè il tessile italiano è stato investito prima di ogni altro dalla parte più dura e selvaggia della globalizzazione; e secondo perchè uno dei problemi che ha colpito la moda è stato il 'pudore' sbagliato della politica ad occuparsene, come se fosse un argomento superfluo, anzi quasi non meritevole di una particolare attenzione. È il contrario. Dietro la filiera della moda lavorano tantissime aziende piccole e medie, soprattutto è un settore che si presta più di ogni altro alla costruzione di capacità di impresa da parte dei giovani. - continua - Io credo che un elemento di fragilità del settore della moda italiana sia la mancanza di coordinamento per il fatto che la capacità di fare sistema tra i vari marchi della moda italiana era molto ridotta, perchè ognuno ha le sue specificità e diventa difficile mettere tutti d'accordo. Abbiamo quindi lavorato molto per costruire un tavolo della moda integrato, che lavorasse sia sulla parte della internazionalizzazione delle filiere, cercando di creare un calendario sulla necessità dei gestori delle filiere e soprattutto sulla necessità di attrarre i buyers dall'estero, sia sul valorizzare ed incentivare lo sviluppo di questo settore, legato soprattutto sulla nascita di nuovi talenti.”

 

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