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Economia
Governo, i Btp non temono Di Maio-Salvini. Aste boom e rendimenti stabili
Foto LaPresse

di Luca Spoldi
e Andrea Deugeni

Gli investitori continuano a guardare all'evoluzione politica italiana. Ma il primo test sui mercati dopo l'annuncio delle trattative fra Lega e M5S e cioè le aste del Tesoro sui Btp a tre, sette e 15 anni (luned poi ci sarà l'emissione del nuovo Btp Italia) è andato bene. Le aste sono state una cartina tornasole per tastare il polso dei mercati sull'Italia mentre proseguono le trattative per la formazione del nuovo governo Lega-M5S, l'esecutivo potenzialmente più temuto dagli investitori. Via XX Settembre ha registrato un leggero incremento dei rendimenti e una buona domanda.

ministero

Il Ministero dell'Economia


 

"La domanda è stata ben sostenuta, soprattutto sulla scadenza più breve", ha spiegato uno strategist di Mps Capital Services, "e anche i rendimenti sono stati positivi". L'andamento positivo del collocamento, secondo l'esperto è "un buon segnale di fiducia da parte del mercato". I movimenti nervosi sullo spread degli scorsi giorni possono considerarsi, a detta dello strategist "una reazione emotiva. Non si è assistito a flussi importanti in uscita, quanto più all'utilizzo dei futures da parte di alcuni investitori per coprirsi".

Sebbene il governo Lega-M5S non sia l'ipotesi preferita dai mercati, finora "i movimenti degli investitori sul debito italiano non sono nulla di preoccupante", ha spiegato un altro strategist di un'istituto bancario italiano, indicando come la situazione potrebbe cambiare "se ci fossero vendite diffuse sul settore obbligazionario europeo o se il Governo, una volta in carica, iniziasse subito uno scontro con l'Ue, per esempio sulle regole di bilancio".

mario draghi
 

Senza dimenticare come "il Quantitative Easing della Bce metta al riparo da movimenti troppo violenti". Un movimento più deciso dello spread, in ritirata oggi, ha concluso lo strategist, potrebbe verificarsi "durante l'estate, quando saranno più chiare le tempistiche della Bce sul suo programma di acquisto titoli e le reali intenzioni dell'esecutivo" diventeranno evidenti.

Per il momento nè la prolungata assenza di un nuovo governo dopo le elezioni del 4 marzo, né il possibile varo di un governo “populista” giallo-verde sembrano aver spaventato più di tanto gli investitori. Ieri, certo, lo spread tra Btp e Bund a 10 anni è andato a lambire l’1,4%, ma già questa sera è ridisceso poco sopra l’1,32%, ossia appena sopra quell’1,15%, minimo dal 2009 a oggi, toccato solo lo scorso 25 aprile.

Un miracolo che secondo la vulgata corrente sarebbe dovuto al programma di quantitative easing, ossia agli acquisti di Btp sul mercato della Bce, la cui prossima interruzione, a settembre o 3-6 mesi dopo, potrebbe far volare i rendimenti sui titoli italiani. Il rischio sembrerebbe concreto, ma a ben guardare non è così.

Di maio 26 04 ape 2

 

La Bce ha infatti tirato fuori il suo “bazooka” solo a partire dal 2015, iniziando ad acquistare bond sul mercato al ritmo di 60 miliardi di euro al mese, quando lo spread Btp-Bund era a un livello molto inferiore all’attuale, ossia attorno all’1% (toccò poi un minimo record attorno allo 0,9% nel marzo di quello stesso anno), per poi accelerare a 80 miliardi al mese (portando allo stesso tempo i tassi sui depositi a -0,4% e quello sui rifinanziamenti a zero) dal marzo 2016, con uno spread tra i due titoli che continuava a oscillare attorno o poco sopra l’1%.

Ad aprile dello scorso anno, quando lo spread Btp-Bund era già tornato attorno al 2%, gli acquisti sono ridiscesi a 60 miliardi di euro al mese, poi ad ottobre, con uno spread ridottosi nel frattempo attorno all’1,5%, è stato annunciato che da gennaio 2018 si sarebbero dimezzati a 30 miliardi al mese, con una scadenza del programma per ora prevista per fine settembre, anche se non è escluso un ulteriore prolungamento di 3 o 6 mesi prima della cessazione degli acquisti.

Giorgetti salvini centinaio lega ape

 

Cosa è successo in questi tre anni? Anzitutto la progressiva messa in sicurezza dei conti pubblici italiani, avvenuta in particolare sotto i governi Monti e Letta (ossia tra il 2011 e il 2013), che ha inizialmente contribuito a ridurre il “rischio paese” percepito dagli investitori. La Brexit e l’avanzata di movimenti populisti in tutta Europa hanno poi vanificato in parte i progressi compiuti, facendo risalire lo spread Btp-Bund. Accanto al rischio paese/emittente, un’altra variabile che influenza un differenziale di rendimento è poi il differenziale di inflazione: poichè agli investitori interessano i rendimenti reali, maggiore sarà il differenziale di inflazione, maggiore dovrà essere il sovrarendimento perché il titolo del paese con un’inflazione maggiore offra rendimenti reali in linea con quello di un paese con un’inflazione minore, a parità di altre condizioni.

(Segue...)

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