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Economia
Governo, il Pd detta l'agenda economica. 4 punti della svolta.I 5S nell'angolo

Un primo assaggio si è avuto con lo sblocco del ritorno di Ernesto Maria Ruffini, simpatizzante del Pd, nella tolda di comando dell’Agenzia delle entrate, ritorno su cui da alcuni settori della maggioranza erano state manifestate delle preclusioni. Designazione di punta di un dossier nomine (in agenda ce ne sono 400, di diretta o indiretta competenza del Governo) che ora il nuovo bilancino dei rapporti di forza fra M5S e Pd all’interno della maggioranza spostato sui Dem post-voto può accelerare verso una soluzione con epiloghi più favorevoli al partito di Nicola Zingaretti.

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Gli esiti delle consultazioni elettorali in Emilia-Romagna e in Calabria consegnano al Pd un ruolo da pivot nella variegata maggioranza che ha dato vita al Conte-bis, ma soprattutto, nonostante il reggente del Movimento Vito Crimi lo abbia escluso, rovesciano completamente i rapporti di forza con i grillini. Configurazione che, fanno notare gli analisti politici, come per le nomine, influenzerà quell’agenda economica che lo stesso premier Giuseppe Conte ha specificato di voler inserire in un cronoprogramma per dare all’esecutivo un orizzonte di legislatura.

I quattro capitoli al centro del confronto della maggioranza sono in primis, come sottolineato stamane subito dopo il voto dal viceministro dell’Economia in quota Pd Antonio Misiani, la riforma fiscale (modifica degli scaglioni delle aliquote Irpef, detrazioni e deduzioni), la riscrittura del Reddito di cittadinanza, l’archiviazione di Quota 100 e lo spinoso dossier della revoca delle concessioni autostradali.

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L’ultimo è il primo banco di prova che in ordine di tempo il governo si troverà subito ad affrontare ("non abbiamo ancora raccolto gli ultimi pareri ma siamo li' li", ha detto Conte a Otto e Mezzo). 

Sulla revoca della concessione ad Autostrade dei Benetton “senza se e senza ma” spinge il M5s, un tema su cui però i Dem sono molto più cauti. Del resto lo stesso passo indietro di Luigi Di Maio dalla guida dei grillini aveva fatto sperare al mercato in una evoluzione positiva nel possibile negoziato con il governo per scongiurare la revoca da sempre sostenuta con forza dall’ex capo pemtastellato.

In una nota, gli stessi analisti di Equita, primaria Sim che opera su Piazza Affari, hanno spiegato come “il rafforzamento del Pd, il cui peso nell’esecutivo è destinato a salire, vista anche la debacle 5Stelle, potrebbe avere come conseguenza posizioni più moderate e riformiste” del Conte-bis “su alcuni temi caldi come quello delle concessioni autostradali”.

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Fonti della maggioranza poi spiegano come il maggiore peso politico del Pd potrebbe aiutare il varo con una strada più in discesa per la riforma dell’Irpef (da inserire in una legge delega ad aprile) che preveda anche una rimodulazione dell’Iva a scapito dei beni voluttuari (come il tartufo), incrementi proposti fin dallo scorso anno dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri su cui però il M5S è sempre stato, come visto anche in sede di elaborazione dell’ultima legge di Bilancio, più sordo.

La rimodulazione dell’Iva, si spiega, è una strada obbligata perché, dopo quelle del 2020, per il 2021 ci sono altri 19 miliardi di clausole di salvaguardia da disinnescare la cui soluzione dovrà essere imbastita già a aprile in sede di Documento di Economia e Finanza (Def).

Al Nazareno sono fiduciosi nel riuscire a far passare una rimodulazione della tassazione indiretta da inserire all’interno di una riforma fiscale più generale che sgravi il peso sui ceti medi e sui dipendenti. Gli altri dossier su cui il Pd potrebbe alzare la testa sono la revisione di Quota 100, ritenuta "ingiusta" con i giovani e del reddito di cittadinanza che per il Pd non funziona né come misura di contrasto alla povertà né come provvedimento che aiuta l’inserimento dei disoccupati nel mercato del lavoro. Prospettive di riscrittura o archiviazione su cui fino a una settimana fa lo stesso Di Maio aveva si era detto pronto a dare battaglia.

Dalla maggioranza fanno notare che se sul fronte previdenziale, Quota 100 scadrà nel 2021 e già si è aperto con le parti sociali il confronto per riscrivere le norme sulla previdenza, una discussione che contribuirà ad incanalare il dibattito fra M5S e Pd su un binario costruttivo, sul Reddito i grillini sono convinti di poter mettere a tacere le critiche degli alleati accelerando sul fronte dell'operatività delle Regioni, sanando cioè il ritardo su navigator e centri per l’impiego.

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