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Economia
Grecia, alleggerito il debito. Intesa all'Eurogruppo.Atene tornerà sui mercati

di Andrea Deugeni
twitter11@andreadeugeni

Accordo sull'allegerimento del debito greco, attraverso un'estensione di 10 anni della maturità dei prestiti concessi. L'Eurogruppo raggiunge un accordo sull'uscita della Grecia, paese in crisi da otto anni in cui ha ottenuto aiuti economici per oltre 273 miliardi di euro nel corso di tre diversi programmi di aggiustamento economico, dal programma di aiuti (bail-out). "Un momento storico: anni di sforzi e sacrifici che si concludono e un nuovo capitolo che si apre", ha annunciato a fine di una maratona di sei ore in Lussemburgo il commissario europeo per gli Affari monetari, Pierre Moscovici. "Per la zona euro la conclusione di un programma di aiuti mette fine a una crisi esistenziale della nostra moneta unica alla quale essa ha sopravvissuto", ha aggiunto il commissario francese.

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Di fatto la Grecia, dal 20 di agosto, data di scadenza del terzo programma di salvataggio che ha sottoposto il Paese a una pesante austerity con il varo di oltre 300 misure economiche, potrà ricominciare a camminare da sola e a tornare sui mercati a finanziarsi con le aste sui titoli di Stato ellenici, anche se sempre sotto vigilanza.

I ministri dell'Eurozona hanno infatti trovato un accordo sulla chiusura della revisione del piano di salvataggio: il pacchetto comprende la riduzione del debito, la sorveglianza post-programma e le dimensioni di una tranche finale.

In sostanza, l'intesa trovata dai ministri dell'Eurozona prevede l'estensione di 10 anni delle scadenze di un debito che ha raggiunto quasi il 180% del Pil, circa il doppio della ricchezza annua del Paese, il secondo debito pubblico più alto al mondo, dopo quello del Giappone. Dopo una lunghissima recessione, la crescita economica è tornata positiva: +1,4% nel 2017. Le previsioni sono di una espansione dell'economia dell'1,9% nel 2018 e del 2,2% nel 2019. Il paese ha poi registrato l'anno scorso un attivo di bilancio dello 0,8% del PIL, rispetto a un deficit pubblico del 15,1% nel 2009. Nel frattempo, tuttavia, tra il 2008 e il 2017 la popolazione attiva è scesa del 35% per via di una forte emigrazione.

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Un sostegno arriverà comunque dai paesi creditori che metteranno a disposizione del Paese un'ultima tranche di prestito di 15 miliardi perché Atene abbia un salvagente di 24,1 miliardi che gli permetta di non essere ostaggio del rifinanziamento sul mercato per un periodo di 24 mesi.

I ministri garantiranno un versamento di 600 milioni ogni sei mesi fino al 2022 purché la Grecia rispetti i patti con i suoi creditori. Il denaro verrà dai profitti della Banca centrale europea sui titoli ellenici.

L'intesa è stata raggiunta dopo una lunga discussione a causa delle resistenze della Germania, principale creditore della Grecia e Paese in cui le attuali tensioni interne al governo Merkel sul fronte migratorio hanno contribuito a irrigidire le posizioni nei confronti del dossier ellenico sul tavolo dell'Eurogruppo a cui ha partecipato per la prima volta il neo-ministro dell'Economia italiano Giovanni Tria

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Proprio a richiesta della Germania l'accordo resta condizionato al proseguimento delle riforme nel Paese nel medio e nel lungo termine.

L'ultimo programma di salvataggio per Atene risale al 2015 ed era stato raggiunto dopo sei mesi di faticosi negoziati fra la Troika (i creditori Fmi, Ue e Bce) e il governo Tsipras, negoziati che avevano portato anche a un drammatico referendum popolare sulla piattaforma di aiuti e all'uscita dalla compagine dell'esecutivo del ministro delle Finanze Yanis Varoufakis.

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