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Economia
Generali, la lettera d'accusa di Greco contro Pellicioli
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"Non c'e' stata nessuna rottura" tra l'amministratore delegato di Generali, Mario Greco, e Mediobanca, primo azionista della compagnia assicurativa con il 13% circa del capitale. Lo afferma Alberto Nagel, amministratore delegato dell'istituto, all'indomani dell'annuncio dell'addio di Greco al Leone. "La sua e' una decisione di mercato legittimissima e normale", aggiunge il banchiere.

Mediobanca conferma di essere soddisfatta del lavoro compiuto da Mario Greco, alla guida delle Generali dal 2012, ha spiegato Alberto Nagel, amministratore delegato dell'istituto che con il 13% del capitale e' primo azionista della compagnia assicurativa. "Confermo che siamo contenti del lavoro fatto e non cambio idea perche' una persona decide di andarsene", ha sottolineato Nagel. "Abbiamo puntato fino in fondo al suo rinnovo", ha aggiunto.

Il consiglio di amministrazione di Generali sara' probabilmente convocato per la giornata di venerdi' per prendere atto della non disponibilita' dell'amministratore delegato, Mario Greco, ad un nuovo mandato alla guida della compagnia. Lo si apprende da fonti finanziarie. Sono in corso in queste ore contatti tra i consiglieri per arrivare alla convocazione di una riunione che si preannuncia non facile. Sul tavolo potrebbe esserci anche l'ipotesi di una sostituzione immediata di Greco, che pure si e' detto pronto a portare a scadenza l'attuale mandato. Per la successione l'ipotesi piu' accreditata e', al momento, la 'promozione' di uno dei top manager interni e si fanno i nomi di Alberto Minali e di Philippe Donnet.

Ma nella lettera attraverso la quale annuncia la sua decisione, Greco scrive: "Con alcuni azionisti non c'era accordo sul mio ruolo". In quella lettera, che Il Sole 24 Ore ha avuto modo di intercettare, Greco scrive a Galateri che: "A partire da giugno 2015, come sai, ho avuto diversi incontri con alcuni azionisti con l’obiettivo di considerare un possibile rinnovo del mio incarico come amministratore delegato per un altro triennio. Durante questi incontri purtroppo la difficoltà di arrivare ad una visione condivisa del mio ruolo in azienda nei prossimi anni è emersa in modo molto chiaro. Ne è evidenza anche solo il fatto che il processo sia durato così tanto tempo e che sia stato completamente improduttivo. Pertanto, dopo un’accurata e dolorosa riflessione sono arrivato alla conclusione che non esistono oggi le condizioni perché io possa accettare, nell’interesse della compagnia e degli azionistl, un altro mandate come amministratore delegato delle Generali". Il manager, sottolinea il Sole 24 Ore, ha messo nero su bianco il fatto che durante la lunga trattativa, condotta prima da Lorenzo Pelliccioli e poi da altri esponenti del board, tra i quali anche Clemente Rebecchini, non c’è stato modo di trovare un’intesa. Di qui la scelta di dire addio al gruppo. Una versione, però, che non sembra essere condivisa dai soci.

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