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Economia
Hera, una via per lo sviluppo sostenibile: la creazione di valore condiviso
Jeffrey Sachs, professore di economia alla Columbia University, uno dei massimi esperti mondiali di sviluppo sostenibile, ispiratore dei 17 obiettivi dell'Onu, nel corso del suo intervento al convegno sullo sviluppo sostenibile nella sede bolognese del Gruppo Hera.

Hera, una via per lo sviluppo sostenibile: la creazione di valore condiviso. Le parole dell’ad Stefano Venier

Il Gruppo Hera, multiutility leader nei servizi ambientali, idrici ed energetici, dedica un convegno a Bologna allo sviluppo sostenibile. “Questa sede di Hera è un esempio concreto di valore condiviso: un'area industriale urbana recuperata alla città, e diventata luogo del civismo” ha detto il moderatore Massimo Giannini. L’ad di Hera Stefano Venier ha coniugato così il tema: “Valore condiviso altro non è che un modo per misurare il nostro contributo, e la quota parte del margine che deriva dalla nostra attività che dà tangibilmente un contributo, al conseguimento degli obiettivi delle Nazioni Unite, ossia quei 10 obiettivi in cui noi ci sentiamo più coinvolti: dalla preservazione della biodiversità nei mari, allo sviluppo dell'economia circolare, al tema dell'efficienza energetica e delle rinnovabili, fino ai temi di ragione sociale come quella della gender equality di cui siamo fieramente portavoce in termini di iniziative per il gruppo. La sostenibilità è un asset fondamentale della nostra strategia, l'abbiamo incorporato da tempo. Il bilancio di sostenibilità, ossia la rendicontazione di ciò che facciamo su questo fronte, è uno strumento che ormai usiamo da dieci anni. Quello della sostenibilità è un tema che cerchiamo di calare su tutte le nostre attività quotidiane che riguardano acqua energia, aria, ossia gi elementi essenziali dell'ambiente.”.

AD stefano Venier Hera video
VIDEO - Stefano Venier, ad del gruppo Hera: sviluppo sostenibile e valore condiviso

 

Hera, una via per lo sviluppo sostenibile: la creazione di valore condiviso. Le parole del presidente Tomaso Tommasi di Vignano

Nel corso del suo intervento introduttivo, il presidente di Hera Tomaso Tommasi di Vignano ha sottolineato l’importanza del rapporto con il territorio anche nella sviluppo della sostenibilità, e la crescente attenzione dei mercati finanziari verso la materia: “Per raggiungere gli obiettivi di crescita nel quadro della sostenibilità ci siamo prefissati di essere attenti agli attori economici e sociali. In questo modo siamo riusciti a centrare obiettivi importanti: abbiamo quintuplicato il Margine Operativo Lordo. Ottime performance economiche che si accompagnano a miglioramenti degli indicatori di sostenibilità, qualcosa che vediamo come una dimensione imprescindibile. Nel 2002 la metà dei rifiuti da noi gestiti andava in discarica, oggi siamo scesi al 7%. Siamo anche attenti ai nostri dipendenti, abbiamo raddoppiato le ore di formazione pro capite e investito sul welfare aziendale. Sta cambiando anche la percezione esterna delle tematiche di sostenibilità, in particolare da parte del mondo finanziario c’è sempre più attenzione”.

Hera Tommasi di Vignano video
VIDEO - Lo speech del presidente di Hera Tomaso Tommasi di Vignano

 

Hera, una via per lo sviluppo sostenibile: la creazione di valore condiviso. Le parole di Jeffrey Sachs della Columbia University, ispiratore dei 17 obiettivi delle Nazioni Unite

Jeffrey Sachs, professore di economia alla Columbia University, uno dei massimi esperti mondiali di sviluppo sostenibile, ispiratore dei 17 obiettivi dell'Onu, nel corso del suo intervento ha sottolineato i fondamentali precedenti storici italiani proprio in campo di sostenibilità, inclusi quelli artistici: “È un periodo molto importante questo in Italia per lo sviluppo sostenibile, grazie al festival dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) del miuo amico Enrico Giovannini, all'interno del quale si situa l'evento di oggi. Non c'è un posto migliore dell'Italia per parlare di sviluppo sostenibile, ritengo che l'Italia sarà leader a livello mondiale. Siamo a Bologna, sede della più antica università, una città che ha supportato uno dei centri di apprnedimento più importanti al mondo per mille anni: non male, questo è il concetto di sostenibilità! L'Italia ha conosciuto soluzioni di sostenibilità economica per centinaia di anni, forse migliaia. Lorenzetti nei suoi magnifici affreschi, le allegorie del buono e del cattivo governo, di Siena ha mostrato l'essenza dello svilippo sostenibile. La tirannia e attorno la vanagloria rappresentano quel che è oggi Trump. Il buon governo si ritrova nel valore delle vostre aziende: ritengo di cruciale importanza che prendono in considerazione tutti gli stakeholders, clienti, comunità, fornitori, azionisti, proprio come fa Hera, garantendo che gli azionisti non facciano un uso eccessivo del loro potere, con l'obiettivo di trovare un benficio reciproco. Questo è sviluppo sostenibile”.

Jeffrey Sachs Columbia University video
VIDEO - Jeffrey Sachs, Columbia University: lo sviluppo sostenibile e l'Italia; il caso virtuoso di Hera (in english). Sachs osserva che l'Italia è un Paese caleidoscopio: per certi versi avviato in modo virtuoso verso la sostenibilità, per altri zavorrato da mille problemi, uno su tutti: la disoccupazione giovanile. Sachs sottolinea come il gruppo Hera sia l'esempio di un'azienda che ha saputo imboccare con decisione la strada dello sviluppo sostenibile.

 

Hera, una via per lo sviluppo sostenibile: la creazione di valore condiviso. Le aziende che hanno partecipato al convegno

Enrico Giovannini, professore di statistica economica all’Università di Roma Tor Vergata e portavoce dell’ASviS, ha portato il proprio contributo al convegno attraverso un video, in cui commentava: “Un anno fa pochi parlavano degli obiettivi di sviluppo sostenibile, oggi invece diciamo che l’Italia ha fatto passi avanti importanti sulla trasformazione del nostro paese: ad esempio attraverso il coinvolgimento delle università per lo sviluppo sostenibile, il coordinamento dei sindaci delle città metropolitane per lo sviluppo sostenibile, le imprese che hanno ragionato in termini di economia circolare, la stampa che si muove in questa direzione con attenzione al festival in corso, le regioni con politiche che possono essere declinate secondo obiettivi dello sviluppo sostenibile, le amministrazioni che innovano verso lo sviluppo sostenibile, il decalogo che impegna le forze politiche a introdurre lo sviluppo sostenibile nella Costituzione, la finanza con 12 mila miliardi orientati alle imprese che sottoscrivono i criteri per lo sviluppo sostenibile. L’Italia può andare nella direzione giusta e ha gli strumenti per l’opportunità di benessere, per superare le disuguaglianze. Come dice lo slogan del festival: 'senza di te lo sviluppo sostenibile non c'è'”.

Federico Testa, presidente di Enea, è intervenuto al convegno parlando di sostenibilità ricollegandosi proprio all’impegno di Hera nel settore energetico: “Nessuno è contrario alla sostenibilità, ma bisogna capire come tradurlo nella nostra quotidianità. Nel nostro paese è stata interpretata come sostenibilità solo a livello ambientale, ma da sola non serve: va coniugata con una sostenibilità di tipo tecnico-ingegneristico, con ricerca e nuove soluzioni da implementare. Ci sono alcune sfide che Hera sta perseguendo e che possono avere una ricaduta importante sul nostro paese: l’efficienza energetica - se ne parla non da tantissimo tempo ma ci siamo accorti che il modo più smart per fare energia è usarne di meno, nel nostro paese l’industria non è messa malissimo rispetto al contesto mondiale ma è indietro sul residenziale e sulla pubblica amministrazione; altro tema è quello dell’economia circolare, ovvero cominciare a ragionare dall’inizio della progettazione dei prodotti fino a minimizzare le materie prime e gli scarti che poi rappresentano un problema per la nostra società, in modo tale da seguire tutto il processo e riuscire a mettere in contatto le necessità input con output; e quindi piattaforme concrete sul territorio, ad esempio Hera. Bisogna replicare il suo modello a livello nazionale per un cambiamento della mentalità e la trasformazione di problema in ricchezza, valorizzando le materie prime.

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VIDEO - Marco Frey, presidente di Fondazione Global Compact Italia: lo sviluppo sostenibile e il Global Compact

Anche Marco Frey, presidente di Fondazione Global Compact Italia, ha parlato del contributo che le aziende possono, e devono, dare per raggiungere gli obiettivi dello sviluppo sostenibile: “Il Global Compact è un patto orientato a queste tematiche, proposto da Kofi Annan e poi accettato, cioè un’economia più sostenibile e inclusiva con obiettivi di integrazione e contributo allo sviluppo. I 10 principi della sostenibilità devono diventare parte dell'impresa e l’azienda può contribuire a obiettivi di sviluppo a livello globale, è una sfida con anche un aspetto sociale che ad esempio in Hera è presente. Servono strumenti per questo percorso, cioè piattaforme e strumenti a livello internazionale, che ha l’Agenda 2030 in comune: siamo riusciti ad avere un disegno condiviso a 15 anni. Di queste imprese che si sono impegnate per gli obiettivi di sviluppo sostenibile, il 75% dimostra progressi di business aderendo al global compact. Ci sono 10 sfide prioritarie, ma di queste ce ne sono 3 più cruciali a livello globale: la riduzione delle inequalities, l’economia circolare, il climate changing. In italia urgenti sono anche gli obiettivi su acque e rifiuti: le aziende devono capire come modificare il loro modello di core business per adeguarsi a questi obiettivi. Ci devono poi essere politiche coerenti, ad esempio non abbiamo ancora documenti di pianificazione all'altezza di quelli di altri paesi, ma la cosa positiva è il bilancio di sostenibilità nelle aziende; ci vogliono, poi, leve pregnanti, ovvero generare beneficio diretto o essere aiutate per farlo; strumenti condivisi, con imprese in grado di mettere in piedi modalità che facciano crescere e co progettare insieme; infine sono necessarie azioni collettive. Non devono essere coinvolte, quindi, solo le istituzioni e le imprese ma anche tutti i cittadini, attraverso scelte d’acquisto e il loro ruolo all’interno delle imprese.

 

Stefano Domenicali Presidente e Amministratore Delegato Automobili Lamborghini, si è soffermato sui concreti passi fatti dalla casa automobilistica indirezione dello sviluppo sostenibile: “negli ultimi due anni abbiamo raddoppiato il sito produttivo, attratto oltre 500 persone a lavorare da noi. Ma soprattutto abbiamo cercato di impostare un modo diverso di operare, che mette al centro un concetto estentivo rispetto a quello di mero business. Abbiamo scelto di mantenere al centro la sostenibilità, sia verso l'ambiente che verso la società. Abbiamo dato attenzione alle risorse e al modo in cui lavorano nel nostro territorio. Abbiamo anche investito in certificazioni, impianti fotovoltaici, efficienze energetiche, rigenerazione. Abbiamo ottenuto la certificazione Leep platinum: vuol dire investire, credere in un approcio che va al di là del prodotto”.

Mario Cerutti, Chief institutional relations & sustainability officer di Luigi Lavazza Spa, ha parlato del contributo dell’azienda per lo sviluppo sostenibile: “Il motivo che si è allineato al cambiamento è il passaggio da una csr fondata su attività filantropiche a un’attività integrata con varie tematiche nel nostro business. La nostra area si occupa di vari strumenti: c’è ad esempio una fondazione che riceve risorse e le investe in paesi produttori di caffè, ci sono attività legate al calcolo impatto ambientale, report di sostenibilità, community engagement in posti dove abbiamo impianti e stabilimenti. Siamo stati ispirati da Sachs e dagli obiettivi di sostenibilità: ci siamo impegnati con progetti per ridurre la povertà e migliorare il reddito dei produttori, abbiamo puntato sull’uso di energie rinnovabili negli stabilimenti. Cioè vediamo quello che facciamo e cerchiamo di inquadrarlo nell’ottica degli obiettivi di sostenibilità, ma cerchiamo anche di diffondere il messaggio diventando testimonial di questi goal, con una call to action: operiamo con una comunicazione esterna e interna, per far conoscere un argomento per poi poter agire. A breve partirà anche un servizio per le aziende, per migliorare il percorso sostenibilità a beneficio di tutte le aree aziendali, chiamato Ies (impact evaluation service)”.

 

Hera, una via per lo sviluppo sostenibile: la creazione di valore condiviso. Il bilancio di sostenibilità

Nel proprio bilancio di sostenibilità Hera rendiconta il valore condiviso, cioè la quota di margine operativo lordo derivante da attività che generano margini operativi per l’azienda e rispondono anche a 10 dei 17 obiettivi di sostenibilità indicati nell’Agenda Globale. Tale quota, in aumento del 10% rispetto al 2016, si è attestata nel 2017 a 329 milioni di euro (1/3 del Mol complessivo) e l’obiettivo è portarla al 40% del Mol per il 2021, contribuendo così sempre di più ai bisogni del territorio servito e alle sfide per il cambiamento. Ingenti, peraltro, gli investimenti già stanziati, che nel solo 2017 hanno contribuito allo sviluppo del valore condiviso per 200 milioni di euro, dunque in misura pari al 41% del totale. Fra gli interventi principali si segnala la realizzazione a Sant’Agata Bolognese di un importante impianto per la produzione di biometano dalla frazione organica dei rifiuti. A questo si aggiungono lo sviluppo del riciclo dei rifiuti attraverso le società Aliplast e Waste Recycling, altrettanto fondamentali in una logica di compiuta attuazione dell’economia circolare. Completano il quadro il potenziamento del servizio di depurazione delle acque reflue, la digitalizzazione dei servizi in ottica utility 4.0 e, infine, gli investimenti in innovazione per rendere le reti sempre più smart. Del resto, nella nuova edizione del bilancio di sostenibilità, che da quest’anno offre anche utili spunti di riflessione sullo scenario nazionale e internazionale, il valore condiviso è diventato il vero e proprio fulcro attorno al quale Hera organizza tutti i contenuti del documento, in modo tale da evidenziare il contributo che le diverse attività forniscono alla sua generazione. Le informazioni riportate nel bilancio sono così suddivise in tre ambiti principali: uso intelligente dell’energia, uso efficiente delle risorse, innovazione e contributo allo sviluppo del territorio.

 

Hera, una via per lo sviluppo sostenibile: la creazione di valore condiviso. Uso intelligente dell’energia: ridotti del 3,6% i consumi del Gruppo

Sul versante dell’efficienza energetica, il Gruppo ha dato seguito al suo impegno e al 2017, grazie agli interventi realizzati, ha ridotto i propri consumi del 3,6% rispetto al 2013, superando l’obiettivo prefissato, risparmiando circa 8.300 tonnellate equivalenti di petrolio e avvicinandosi al traguardo del 5% fissato al 2020. Complessivamente, Hera è inoltre riuscita a ridurre del 16% rispetto al 2015 l’impronta di carbonio derivante dalla propria produzione di energia. Già dal 2017, peraltro, Hera alimenta tutte le proprie attività emiliano-romagnole utilizzando solo energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili, uno standard che da quest’anno si è esteso all’intero perimetro del Gruppo. Iniziative di efficientamento energetico sono state portate avanti anche all’interno delle aziende, alle quali Hera mette a disposizione il proprio know how per realizzare impianti all’avanguardia, ottimizzare i consumi e ottenere certificati bianchi. Identico l’impegno nei confronti dei clienti domestici, a cui sono rivolte offerte commerciali con strumenti per il monitoraggio e il contenimento dei consumi.

 

Hera, una via per lo sviluppo sostenibile: la creazione di valore condiviso. Uso efficiente delle risorse: già superati gli obiettivi europei al 2030

Nell’ambito dell’uso efficiente delle risorse, le attività rendicontate da Hera riguardano principalmente l’economia circolare e la gestione sostenibile della risorsa idrica. Sul fronte dell’economia circolare i risultati raggiunti da Hera anticipano di decenni gli obiettivi fissati dall’Unione Europea. Un esempio è il ricorso alla discarica per i rifiuti urbani, che scende ancora e si attesta al 7%, contro un obiettivo europeo del 10% al 2035 e una media italiana 2016 (ultimo dato disponibile) del 28%, ponendo il territorio servito da Hera al livello dei Paesi europei più virtuosi. Ma non solo. Anche nel riciclo degli imballaggi, Hera ha già superato l’obiettivo del 65% fissato per il 2025, raggiungendo il 68%. La raccolta differenziata continua a crescere e nel 2017 si attesta al 57,7%, ben al di sopra della media nazionale. Gli impianti di Aliplast hanno prodotto nel 2017 circa 103 mila tonnellate di plastica riciclata. Buone notizie vengono inoltre dal rapporto Ecosistema Urbano 2017 di Legambiente: in termini di raccolta differenziata pro capite, fra i dieci capoluoghi di provincia con oltre 100 mila abitanti che si sono dimostrati più virtuosi, infatti, ben cinque sono gestiti da Hera (Forlì, Rimini, Ravenna, Modena e Ferrara), mentre Bologna è la seconda città italiana tra quelle con più di 300 mila abitanti. Nella gestione sostenibile della risorsa idrica i principali investimenti sono stati rivolti al piano di salvaguardia della balneazione di Rimini e ai lavori di adeguamento del depuratore di Servola a Trieste. Inoltre è proseguito il piano di adeguamento del sistema depurativo: a fine 2017 il 91% degli agglomerati urbani risultano adeguati, percentuale che tocca il 100% in Emilia-Romagna.

 

Innovazione e sviluppo sostenibile del territorio: quasi 2 miliardi di euro distribuiti agli stakeholder

Anche nel 2017 il Gruppo ha svolto un ruolo positivo nello sviluppo economico e occupazionale del territorio servito, tutelando aria e suolo e puntando su processi innovativi e digitalizzazione. La quota di prestazioni commissionate a fornitori locali ha raggiunto il 66% del totale, per un importo di 592 milioni di euro, cresciuto del 6% rispetto all’anno precedente. A beneficiarne è anche l’impatto occupazionale del Gruppo, che ai suoi quasi 9 mila dipendenti aggiunge le 6.500 persone dell’indotto generato proprio dalle forniture. Considerando poi, oltre ai fornitori, anche i lavoratori, gli azionisti, i finanziatori, gli istituti bancari, la pubblica amministrazione e le comunità locali, si ottiene una platea di stakeholder alla quale nel solo 2017 è stato complessivamente distribuito un valore economico pari a quasi 2 miliardi di euro, in aumento del 6,5% sul 2016. È importante inoltre evidenziare che le forniture da cooperative sociali hanno consentito l’inserimento lavorativo di oltre 800 persone svantaggiate. Per quanto riguarda la tutela dell’aria e del suolo, tra i risultati più importanti si evidenziano la conferma delle performance positive dei termovalorizzatori gestiti, con livelli di emissioni in atmosfera molto contenuti e mediamente inferiori dell’86% rispetto ai limiti di legge, e un riutilizzo di suolo del 75% sul totale nelle progettazioni degli interventi su reti e impianti. Per quanto riguarda innovazione e digitalizzazione, invece, gli investimenti si sono concentrati in particolare su progetti in ambito smart city (diffusione dei contatori gas elettronici, monitoraggio della qualità ambientale, videosorveglianza, servizi informativi e di mobilità) e sviluppo dei canali digitali di relazione con i clienti, con il lancio della nuova app My Hera e un incremento dei clienti iscritti ai servizi on line, che sono saliti al 19%.

 

Hera, una via per lo sviluppo sostenibile: la creazione di valore condiviso. Le conclusioni di presidente e ad del gruppo Hera

“Le riflessioni proposte nel convegno di oggi – afferma Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente Esecutivo del Gruppo Hera – ci dicono che i temi della sostenibilità stanno diventando un patrimonio acquisito del mondo economico e finanziario, e questo può solo confortare soggetti come Hera, che con largo anticipo vi ha scommesso da sempre, contribuendo a conferire a tali temi quella concretezza che nel corso degli anni ha saputo essere di esempio anche per altri. Parlando oggi di ecosistema – prosegue Tommasi – intendiamo così ribadire la necessità di continuare a fare squadra con il territorio e i suoi diversi attori, coniugando istanze ambientali, economiche e sociali. È il modello di sviluppo in cui Hera si riconosce fin dalla sua nascita e al quale orienta le proprie politiche di investimenti e di innovazione, mettendo in campo risorse economiche e progettuali che costituiscono un capitale di riferimento per l’insieme delle comunità servite, anche e soprattutto nell’interesse delle nuove generazioni.”

“Gli attuali cambiamenti climatici – afferma Stefano Venier, Amministratore Delegato del Gruppo Hera – ci consegnano una sfida non più rimandabile, che interroga in modo particolare le multiutility e la loro capacità di operare trasversalmente per favorire e innescare processi virtuosi, nei quali un importante momento di confronto come quello odierno si inserisce più che opportunamente. D’altra parte, la necessità di cambiamenti radicali deve coniugarsi a una transizione progressiva, che non pregiudichi condizioni irrinunciabili di benessere sociale. Per Hera – prosegue Venier - questo vuol dire tante cose: da un lato significa lavorare non soltanto per le comunità, ma più ancora per accreditare un modello che ne preveda il coinvolgimento attivo, secondo un approccio che chiami in causa singoli cittadini, aziende e pubblica amministrazione. Dall’altro lato significa anche superare il tema della pura ricaduta ambientale delle nostre attività, guardando piuttosto a un cambiamento complessivo dei modelli di business. È proprio questa – conclude Venier – la scala a cui Hera vuole giocare la sua partita, continuando a operare per il consolidamento dell’economia circolare e dando così seguito a un impegno che già ci è valso l’ingresso in diversi network internazionali, come ad esempio il programma CE100 della Fondazione Ellen MacArthur.”

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