A- A+
Economia
I dazi? Occhio alla guerra fredda del tech. Ecco cosa temono davvero i mercati

Pensare al futuro, adottando un’ottica di lungo termine. Diversificare su tutte le asset class con una gestione attiva. Sfruttare la volatilità a proprio favore, con una gestione attiva e migliorare il profilo rischio/rendimento con i fattori ESG. Sono i cinque i messaggi chiave per gli investitori che secondo Neil Dwane, global strategist di AllianzGI sono emersi dall’Investment Forum di Hong Kong della società del colosso assicurativo tedesco attiva nel risparmio gestito.

1. Pensare al futuro, adottando un’ottica di lungo termine
I mercati negli ultimi tempi hanno manifestato un certo nervosismo. Pur comprendendo i timori di un raffreddamento dell’attuale lungo ciclo espansivo e di una recessione, a nostro avviso non siamo ancora alla fine del ciclo. Occorre guardare oltre la volatilità e le correzioni di mercato, e considerare i benefici di lungo termine che derivano dal reinvestire i rendimenti (effetto “compounding”); focalizzarsi non sulle notizie di immediata attualità e le turbolenze politiche, ma sulla solidità dei bilanci e sugli altri indicatori di qualità e sostenibilità degli investimenti.

2. Diversificare su tutte le asset class con una gestione attiva
Oltre a diversificare con un mix di azioni, obbligazioni e liquidità, è utile considerare gli investimenti alternativi, che presentano una ridotta correlazione con le asset class tradizionali e possono migliorare il profilo rischio/rendimento del portafoglio. Si può inoltre integrare la diversificazione con idee ‘contrarian’ (es: azioni britanniche) e coperture anti-cicliche (inclusi ad es. i Treasury USA). Le obbligazioni sovrane asiatiche e dei Paesi emergenti offrono inoltre opportunità interessanti nella ricerca di rendimento.

3. Sfruttare la volatilità a proprio favore, con una gestione attiva
I mercati hanno manifestato segnali di tensione a fine 2018, ma il nervosismo potrebbe essere stato eccessivo. Questo tipo di volatilità pare destinata a protrarsi, per le tensioni geopolitiche, la normalizzazione delle politiche monetarie e altri fattori. Riteniamo che le correzioni dei mercati, sia azionari che obbligazionari, possano rappresentare fonti di opportunità per chi adotta un approccio attivo e selettivo, un’occasione per tornare a investire in determinati asset rischiosi. Chi adotta un approccio passivo, con benchmark rivolti al passato, potrebbe non riuscire a cogliere le opportunità future limitandosi a seguire la volatilità del mercato. I rally nelle quotazioni possono rappresentare occasioni per ridurre alcune posizioni, ma è necessario resistere alla tentazione del market timing.

4. Il rischio principale è non assumere alcun rischio
Si può essere confusi e non sapere in cosa investire nell’attuale contesto di mercato, ma non assumere alcun rischio può paradossalmente rivelarsi la scelta più rischiosa, perché può comportare l’erosione del capitale nel tempo e far perdere le opportunità interessanti che a nostro avviso tuttora esistono. È invece importante mitigare opportunamente il rischio puntando su investimenti di qualità, il cui valore sia confermato dalla solidità dei bilanci, da dividendi sostenibili e solida governance societaria, e affidarsi all’analisi fondamentale per individuare i titoli azionari, i settori e le tendenze che offrono prospettive di crescita e beneficiano dei trend di lungo periodo.

5. Migliorare il profilo rischio/rendimento con i fattori ESG
Gli investimenti ESG (Environmental Social Governance) valorizzano i fattori ambientali, sociali e di governance e stanno riscuotendo un crescente interesse fra gli investitori, e per validi motivi. La valutazione dei fattori ESG è infatti un ottimo strumento per individuare opportunità di qualità, di miglioramento e apprezzamento del valore di un investimento. Le aziende che dedicano attenzione ai criteri ESG sono meglio posizionate nel lungo termine, e investire in questi titoli può contribuire a migliorare la performance dei portafogli. In economie emergenti come la Cina si promuove sempre più una governance solida, che favorisce la crescita responsabile dell’azienda e contribuisce ad accrescere l’attrattività di questi mercati a mano a mano che le imprese evolvono nelle loro prassi.

Principali temi d’investimento

La crescita può rivelarsi eterogenea a livello mondiale, ma un approccio attivo può consentire di affrontare i timori di recessione Il 2018 è stato in generale un anno sfidante, caratterizzato da scarsi rendimenti e rinnovata volatilità, con poche “possibilità di rifugio” per gli investitori, soprattutto nella sua parte conclusiva. Accanto ai crescenti segnali di rallentamento dell’economia mondiale, si distinguono più nettamente gli elementi che caratterizzano la fase finale del ciclo: gli utili delle imprese hanno raggiunto un picco, si attenuano gli effetti dello stimolo fiscale, le Banche Centrali immettono meno liquidità sul mercato. Tuttavia, probabilmente la questione più delicata per l’economia mondiale è l’indebitamento. Di fatto, l’ultima crisi è stata risolta aumentando il debito.

Con un rapporto debito/PIL intorno al 300% nel 2018, la Cina è tra i Paesi posizionati peggio, ma non è l’unica: il debito denominato in dollari USA all’infuori degli Stati Uniti ha raggiunto livelli record. Le aziende turche, ad esempio, nei prossimi anni dovranno rifinanziarsi per 250 miliardi di dollari americani e, con i tassi destinati ad aumentare, non sarà facile. Gli economisti possono discutere di quale sia il livello “normale” dei tassi di interesse, ma, in generale, i tassi non si sono ancora normalizzati e sembrano destinati a rimanere bassi ancora a lungo.

La ricerca di rendimento è per questo ancor più pressante, in particolare visto il rischio di erosione del capitale e del potere d’acquisto nel tempo anche in presenza di livelli d’inflazione contenuti. Dove trovare opportunità di rendimento allora? Le obbligazioni asiatiche offrono un potenziale di rendimento attraente. Lo stesso vale per le obbligazioni high-yield, anche se l’indebolimento della crescita, l’aumento della volatilità e la riduzione della qualità creditizia impongono un’attenta selezione. Opportunità di rendimento si ravvisano inoltre nelle cedole dei dividendi di titoli azionari asiatici ed europei, un po’ meno in quelli statunitensi, oltre che nelle obbligazioni indicizzate all’inflazione.

La crescita economica a livello mondiale è sempre più eterogenea, ed è in rallentamento negli Stati Uniti, dove crescono i timori di una recessione. Tuttavia, ancorché l’economia statunitense nel 2019 possa decelerare, come viene segnalato dall’appiattimento della curva dei rendimenti e dall’indebolimento del mercato immobiliare, appare improbabile che quest’anno si arrivi alla recessione. E anche qualora dovesse verificarsi, siamo convinti che un approccio attivo consenta di individuare opportunità di investimento interessanti concentrandosi sui fondamentali, anche attraverso ricerca e analisi proprietarie.

Principali temi d’investimento La crescita può rivelarsi eterogenea a livello mondiale, ma un approccio attivo può consentire di affrontare i timori di recessione Il 2018 è stato in generale un anno sfidante, caratterizzato da scarsi rendimenti e rinnovata volatilità, con poche “possibilità di rifugio” per gli investitori, soprattutto nella sua parte conclusiva. Accanto ai crescenti segnali di rallentamento dell’economia mondiale, si distinguono più nettamente gli elementi che caratterizzano la fase finale del ciclo: gli utili delle imprese hanno raggiunto un picco, si attenuano gli effetti dello stimolo fiscale, le Banche Centrali immettono meno liquidità sul mercato. Tuttavia, probabilmente la questione più delicata per l’economia mondiale è l’indebitamento.

Di fatto, l’ultima crisi è stata risolta aumentando il debito. Con un rapporto debito/PIL intorno al 300% nel 2018, la Cina è tra i Paesi posizionati peggio, ma non è l’unica: il debito denominato in dollari USA all’infuori degli Stati Uniti ha raggiunto livelli record. Le aziende turche, ad esempio, nei prossimi anni dovranno rifinanziarsi per 250 miliardi di dollari americani e, con i tassi destinati ad aumentare, non sarà facile. Gli economisti possono discutere di quale sia il livello “normale” dei tassi di interesse, ma, in generale, i tassi non si sono ancora normalizzati e sembrano destinati a rimanere bassi ancora a lungo. La ricerca di rendimento è per questo ancor più pressante, in particolare visto il rischio di erosione del capitale e del potere d’acquisto nel tempo anche in presenza di livelli d’inflazione contenuti. Dove trovare opportunità di rendimento allora? Le obbligazioni asiatiche offrono un potenziale di rendimento attraente.

Lo stesso vale per le obbligazioni high-yield, anche se l’indebolimento della crescita, l’aumento della volatilità e la riduzione della qualità creditizia impongono un’attenta selezione. Opportunità di rendimento si ravvisano inoltre nelle cedole dei dividendi di titoli azionari asiatici ed europei, un po’ meno in quelli statunitensi, oltre che nelle obbligazioni indicizzate all’inflazione.

La crescita economica a livello mondiale è sempre più eterogenea, ed è in rallentamento negli Stati Uniti, dove crescono i timori di una recessione. Tuttavia, ancorché l’economia statunitense nel 2019 possa decelerare, come viene segnalato dall’appiattimento della curva dei rendimenti e dall’indebolimento del mercato immobiliare, appare improbabile che quest’anno si arrivi alla recessione. E anche qualora dovesse verificarsi, siamo convinti che un approccio attivo consenta di individuare opportunità di investimento interessanti concentrandosi sui fondamentali, anche attraverso ricerca e analisi proprietarie.

D’altro canto, altri Paesi, soprattutto Tailandia e Vietnam, ma anche India e Indonesia, potrebbero trarre vantaggio dall’inasprirsi della competizione fra Cina e USA. Pertanto anche nell’eventualità di una ‘tech cold war’ che lascerebbe degli ‘sconfitti’ sul terreno, si profilerebbero opportunità per assumere rischi e ottenere rendimenti puntando sui ‘vincitori’ che emergerebbero da tale conflitto. Nel complesso, crediamo che Cina e Stati Uniti abbiamo bisogno l’uno dell’altro più di quanto possano fare a meno l’uno dell’altro, e questo fa presagire un abbassamento dei toni della retorica della guerra commerciale prima di giungere a una eventuale riconciliazione finale.

Sino a che ciò non si ver- ificherà, potremmo assistere al protrarsi di volatilità e crescita più contenuta, e in tale frangente gli investitori potrebbero voler puntare, in ambito azionario, su temi high-tech solidi e di lungo termine come “smart cities”, “intelligenza artificiale” e “disruption”. La Cina è un asset class di per sé La Cina è un tema su cui gli investitori sono divisi. Molti ne evidenziano la crescente potenza economica, che trarrà forza dall’innovazione e dal riorientamento sui consumi interni, e la considerano la “storia d’investimento” più attraente nel Ventunesimo Secolo.

Altri invece manifestano preoccupazioni rispetto all’ingerenza del governo di Pechino, alle tensioni commerciali con gli Stati Uniti e al finanziamento con debito pubblico dello sviluppo economico del Paese. Il mercato azionario interno cinese, dominato da investitori retail con ottica di breve periodo, è soggetto a volatilità. Le sfide che la Cina deve affrontare sono chiare e riteniamo che Pechino sia ben posizionata per gestirle. Il governo del Paese è cosciente della necessità di ridurre i livelli di debito e di controllarne l’utilizzo.

La leadership cinese è impegnata per ottenere il giusto equilibrio tra riforme e crescita, e pensiamo che agirà adottando tutte le misure necessarie per avere successo. Basta solo guardare alle dimensioni del Piano “Made in China 2025” e al programma infrastrutturale della Nuova Via della Seta (“One Belt, One road”) per rendersi conto dell’impegno profuso dalla Cina per garantirsi un futuro di successo. Il Paese è capace di sopportare misure draconiane per ottenere benefici di lungo termine Molti dei nostri clienti esprimono un analogo giudizio di lungo termine riguardo alla Cina.

Benché la disputa commerciale in corso costituisca una criticità, riteniamo che nel medio/lungo termine troverà soluzione. E persino nell’eventualità di una “tech cold war”, gli investitori potrebbero trarre benefici da esposizioni a entrambi gli ecosistemi. Per investire con successo nei mercati azionari di quel Paese occorre adottare un’ottica di lungo periodo e concentrarsi sui fondamentali. È essenziale a tal fine incorporare i fattori ESG.

A maggio 2018, l’86% delle azioni di classe A cinesi presenti nell’Indice MSCI presentavano rating al di sotto della media per gli aspetti legati alla governance. Questo esempio ben chiarisce le ragioni per cui svolgiamo una ricerca interna sui criteri ESG: eseguire noi stessi le valutazioni di questi fattori di cruciale rilevanza per condividere i nostri insight con i nostri clienti.

La Cina è un asset class attraente per molti investitori sia sul fronte azionario, soprattutto ora che le azioni cinesi di classe A non godono di molto favore sui mercati, sia nel reddito fisso, inserendo quei titoli che offrono un potenziale rendimento reale attraente per completare un portafoglio obbligazion- ario globale. Crediamo che con il migliorare degli standard ESG, miglioreranno ulteriormente anche le opportunità di investimento in Cina.

Commenti
    Tags:
    mercatiallianzgiborse




    
    in evidenza
    World Press Photo, ecco la foto vincitrice del 2024

    La “Pietà” di Gaza

    World Press Photo, ecco la foto vincitrice del 2024


    motori
    DS E-TENSE FE23 in Nero e Oro per l'E-Prix di Monaco

    DS E-TENSE FE23 in Nero e Oro per l'E-Prix di Monaco

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.