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Economia
Il cigno nero della nostra economia

Di Gianni Pardo

Da tempo circola un’espressione capace di creare una sorta di malessere, nel lettore: “il cigno nero”. Essa fa parte di quel vasto gruppo di riferimenti che vengono usati da tutti con l’aria di dire “sapete benissimo di che si tratta”, mentre spesso la gente si chiede: “Ma che diamine sono il rasoio di Occam, la curva di Laffer, il letto di Procuste e il cigno nero, appunto, queste cose che sembrano ovvie a tutti ma non a me?”

Per chi volesse saperne di più, sul cigno nero, basta rivolgersi a Internet che, come si sa, è onnisciente. Qui diciamo soltanto che quell’espressione allude ad un evento, magari secondario, che nessuno ha previsto e che tuttavia ha un enorme effetto concreto. Magari, riflettendoci bene, qualche competente dimostra che quel fenomeno era fatale. Ma del senno di poi sono piene le fosse. E da qui proseguo per conto mio.

Che una cosa sia prevedibile o imprevedibile non è un fatto oggettivo. L’eclisse è prevedibilissima per un astronomo, ma è del tutto casuale per l’uomo della strada, a meno che non gliel’abbia annunciata la televisione. Che qualcuno nella vita possa o no essere fortunato in amore è un’assoluta imprevedibilità, e tuttavia coloro che vanno da maghi e fattucchiere credono la cosa prevedibile. In realtà, mentre sono prevedibili gli eventi dipendenti da leggi scientifiche ormai chiare e incontestabili, tutto il resto è imprevedibile: la politica, l’economia, la sociologia, la moda, le scoperte scientifiche e moltissime altre cose. Fra cui le estrazioni del lotto.

Ma l’imprevedibilità non dispensa dalla razionalità. L’incidente stradale è imprevedibile, ma certo è più probabile se si guida in modo spericolato o se non si hanno i freni in ordine. Dunque bisogna comportarsi in modo da parare il colpo dell’imprevisto, fin dove possiamo farne l’ipotesi. E per il resto, incrociamo le dita.

Quando ci si comporta da incoscienti, le crisi economiche, per esempio, sono più incerte nel “quando” che nell’“an”, cioè nel “se”. Se una società opera costantemente in deficit, arriverà fatalmente il momento in cui le banche non le faranno più credito e fallirà. Nello stesso modo, se un Paese agisce in modo dissennato, finirà sempre col pagarla cara. Ma qui si inserisce di nuovo “il cigno nero”. C’è modo di sapere quale sarà l’avvenimento che scatenerà la catastrofe? E la risposta è purtroppo “no”, quanto meno normalmente.

Del resto, la stessa domanda è in fondo insulsa. Non è che le rivoltellate contro l’Arciduca di quel tale Gavrilo Princip avessero la potenza di scatenare la Prima Guerra Mondiale: ma quando la casa è piena di gas, poco importa che la distruzione sia scatenata da un cerino, da un interruttore o da un corto circuito. La causa del disastro è il gas, il resto in passato si sarebbe chiamato “causa scatenante”.

Tempo fa, a proposito di quella guerra, sono stato talmente incuriosito dalle ragioni che ne determinarono lo scoppio, da leggere un intero libro, al riguardo. Fino ad arrivare alla conclusione che la causa principale fu la stupidità dell’intera Europa. In particolare la sopravvalutazione delle proprie forze da parte di tutti e l’eccessivo ottimismo sulla possibile durata della guerra. Furono queste le ragioni del conflitto, non l’assassinio di quei due innocenti.

Personalmente non temo “il cigno nero”, per quanto riguarda l’economia italiana, e ciò non perché esso sia impossibile o improbabile, ma al contrario perché è sicuro. Un Paese che non oggi e non potrà mai far fronte al proprio debito pubblico sarà in guai enormi, anche se non si può dire esattamente quando. È come per la faglia di S.Andrea, in California, che certamente determinerà un tremendo terremoto, ma ovviamente non si sa in quale data. 

Di solito qualcuno, a questo punto, obietta: e se ci fosse una guerra? Se ci fosse una straordinaria inflazione addirittura mondiale (visto che una parte del nostro debito è agganciata al dollaro o all’euro, quand’anche noi ne uscissimo) non finirebbe forse che quel debito non lo pagheremmo? Certo. Ma una guerra o una grande inflazione mondiale non fanno parte dei “guai seri”? Soltanto chi non ha conosciuto né l’una né l’altra può parlarne con disinvoltura.

Il giorno in cui ci trovassimo in braghe di tela, non sarebbe un cigno nero, ma un drago sputafuoco quello che arriva, dopo essere stato a lungo annunciato. Il nostro cigno nero riguarda soltanto la data dell’evento.

 

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