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Economia
Il reddito di cittadinanza sarà un processo assistenziale eterno?
LaPresse

 

E’ un momento delicato per chi ha fatto del reddito di cittadinanza una bandiera.

Il progetto ha un senso ed è sostenibile dal punto di vista sociale ( utilizzato in molti altri paesi) ma è difficilmente digeribile da diverse fette dello stesso elettorato favorevole al Governo.

 

E’ vero che i sondaggi danno inalterato l’alto consenso ai gialloverdi, è vero che, per la prima volta da 25 anni non esiste un’alternativa politica ma è anche vero che il consenso di oggi è più liquido dell’acqua e potrebbe modificarsi rapidamente.

 

Uno degli scogli su cui potrebbe sbattere l’incrociatore grillo-leghista è propri il reddito di cittadinanza voluto fortemente da Luigi Di Maio.

Il reddito di cittadinanza. Un'assistenza quasi eterna.

Di questo reddito di cittadinanza potrebbero beneficiare, secondo esponenti dei 5 stelle, circa 5/6 milioni di persone che dovrebbero da marzo ricevere almeno 780 euro mensili.

 

Perché un progetto di questo tipo non è digeribile?

 

Innanzitutto perché si basa su un qualcosa che non potrebbe succedere nemmeno con la bacchetta magica, cioè le offerte di posti di lavoro da parte dei Centri per l’Impiego.

 

Riformati si riformati no questi centri sono sempre stati famosi per aver offerto soltanto code alle speranzose persone che si sono avvicinate, code e perdite di tempo ma lavori ben pochi.

Basta sentire quelli che, soprattutto al sud, hanno fatto code notturne per prendere il posto e come contropartita non hanno mai ricevuto uno straccio di impiego.

Il reddito di cittadinanza. Chi puo' offrire lavoro se il lavoro non c'è 

D’altronde se il lavoro non c’è, soprattutto al sud, come faranno questi Centri che non hanno mai funzionato, ad offrire ad ogni potenziale lavoratore la scelta di tre lavori cadauno, se non se ne trova nemmeno uno?

Un mistero o un miracolo della Divina Provvidenza.

 

E quindi non è difficile immaginare che questo reddito di sostegno possa trasformarsi in un reddito di sussistenza in ’eternum’. Praticamente una pensione non dovuta ma regalata.

 

E secondo, (ed è il boccone più amaro) se si pensa a come potrebbero sentirsi impiegati, infermieri, lavoratori che, pur lavorando tutto il giorno, guadagnano un qualcosa di più dei 780 euro e sanno perfettamente che le loro tasse andranno a sostenere chi di lavoro non ne troverà mai e tantomeno avrà voglia di cercarlo? Molta di questa gente ha votato il Governo del cambiamento aspettandosi un cambiamento vero, atti di coraggio e non mero assistenzialismo.

Questi lavoratori, impiegati soprattutto al centro nord, possono condividere che lo Stato aiuti chi sta soffrendo, ma non possono accettare che sulla loro pelle e su quella di tanti altri cittadini, si mantenga tanta gente con un sistema di tipo assistenziale.

 

Ma chi glielo fa fare di cercare un lavoro a quei tanti, soprattutto nel sud, che lavorano in nero o magari proprio di lavoro non e vogliono sapere?

Il reddito di cittadinanza. Salvini puo' staccare la spina?

E quindi le parole di Luigi Di Maio sul reddito di cittadinanza ‘funzionerà in Italia come funziona già in Europa. Agli amici europei dico: non diamo soldi a pioggia. Il reddito di cittadinanza uccide il voto di scambio. Noi aiutiamo chi cerca un lavoro. Gli consentiamo almeno di vivere in una condizione di povertà relativa che Eurostat stabilisce a una soglia di 780 euro” suonano un po’ come una presa in giro.

 

Negli altri Paesi primo il lavoro si trova, secondo i centri per l’impiego funzionano seriamente e terzo l’orgoglio di lavorare è un sentimento molto più diffuso e radicalizzato che non da noi.

 

Purtroppo, qui, questi tre elementi latitano ed è per questo che il Reddito di Cittadinanza potrebbe risultare un elemento disgregante sul Governo e far decidere a Matteo Salvini che è il momento di dire basta.

Ma intanto la ‘narrazione’ continua.

 

  

 

 

 

 

 

 

 

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    reddito di cittadinanzaluigi di maio




    
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