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Economia
Ilva: Jindal cambia squadra e offre 1,85 miliardi

Ilva: Jindal cambia squadra e offre 1,85 miliardi


Ilva, ecco il rilancio di Jindal dopo il cambio di squadra. Con una lettera al Mise e ai commissari, Acciaitalia, di proprietà del gruppo indiano e di Delfin di Del Vecchio, secondo quanto riporta il Messaggero.it, ha presentato nella mattinata di sabato 3 giugno una nuova offerta complessiva e migliorativa su tutto.

Il prezzo è di 1,85 miliardi, sono previsti più investimenti e meno esuberi. Viene confermata la volontà ad assumere subito 9.800 dipendenti di cui 2.000 nella realizzazione di investimenti ambientali e industriali, L'offerta ha durata 30 settembre 2017. Il rilancio è in linea con quanto stabilito dal ministro Carlo Calenda alla luce del parere dell'Avvocatura dello Stato.

Nella nuova squadra  escono Cdp e Arvedi, mentre Del Vecchio è al fianco di Jindal. Secondo i legali della cordata non ci sarebbe bisogno di indire una nuova gara come al contrario sostiene l'Avvocatura dello Stato in presenza di nuova offerta globale.

ACCIATALIA HA INVIATO AL MINISTRO CALENDA UNA NUOVA OFFERTA
CON INCREMENTO DEL PREZZO E DEI LIVELLI OCCUPAZIONALI PER ILVA

Il valore complessivo dell’impegno economico si attesta ora a Euro 4.950 milioni.

La compagine sociale di Acciaitalia è stata razionalizzata.
Acciaitalia ha inviato al Ministro per lo Sviluppo Economico Carlo
Calenda e ai Commissari Straordinari di Ilva Spa Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba una offerta
irrevocabile di incremento del prezzo di acquisto degli asset di Ilva portandolo a Euro 1.850 milioni, nonché
l’impegno ad assumere immediatamente 9.800 dipendenti dei quali 2.000 impegnati nella realizzazione degli investimenti ambientali e industriali. La validità della offerta è stata inoltre estesa al 30 settembre 2017.
Jindal South West (JSW) e Delfin hanno deciso di prendere autonomamente questi impegni nonostante la
non adesione della CDP e di Arvedi, impegnandosi a rilevarne pariteticamente le quote detenute in Acciaitalia.

Acciaitalia rappresenta quindi la visione di due imprenditori internazionali che nel loro fare impresa non
hanno mai ridotto le attività, non hanno mai dichiarato esuberi ed hanno costantemente investito nel
benessere e nella crescita dei propri dipendenti e delle comunità locali.
Il piano industriale di Acciaitalia è un piano di sviluppo delle acciaierie Ilva con il fermo e impegnativo
obiettivo di riportare al più presto la produzione dell’area a caldo ai suoi valori storici di circa 10 milioni di
tonnellate, con l’impiego di tecnologie innovative, non ancora attuate in Europa, atte a determinare una
sensibile riduzione degli impatti ambientali.
Verrà in particolare data rilevanza agli investimenti innovativi e non ancora presenti in Europa in tecnologie
a gas e elettriche che riducono l’uso del carbone, le relative emissioni e sono rispettose dell’ambiente.
Per la realizzazione del piano sono stati preventivati circa 3,1 miliardi di Euro di investimenti, di cui: circa Euro 1 miliardo a favore dell’ambiente da concludersi entro il 2021, in anticipo di due anni sulla prescrizione del
Ministero; Euro 1,1 miliardi per il rifacimento degli impianti attuali inclusa la riattivazione dell’Altoforno 5;
Euro 1 miliardo per la realizzazione di impianti di de-carbonizzazione volti all’espansione della capacità
produttiva di ulteriori circa 5 milioni di tonnellate di colato mediante l’impiego di tecnologie innovative, quali l’utilizzo del forno elettrico alimentato a pre-ridotto, non ancora presente in Europa e a minore impatto ambientale. Acciatalia, nonostante già nell’offerta del marzo 2017 avesse impegnato un ammontare finanziario superiore al concorrente (prezzo d’acquisto più investimenti), ha deciso oggi di incrementare il prezzo di acquisto.

La decisione è nell’interesse di Ilva, dei suoi dipendenti, dell’indotto, dei territori di insediamento e in assoluto dell’industria meccanica nazionale. In questo, anche aderendo all’invito scritto dell’Unione Europea che indica come molto critica l’assegnazione degli impianti Ilva alla cordata concorrente la quale, anche se ha rinunciato ai ridimensionamenti che sarebbero eventualmente richiesti dalla UE, sarà costretta a implementarli altrove in Europa. Per Ilva non sarebbero quindi ipotizzabili ulteriori sviluppi futuri.
L’acquisizione di Ilva da parte di Acciaitalia non presenterebbe invece alcun problema di concentrazione in
Europa, senza quindi la necessità di imposizione di misure di contenimento né in Italia né in altri stabilimenti siderurgici europei. I tempi della relativa autorizzazione da parte dell’Unione Europea sarebbero presumibilmente di poche settimane, consentendo un immediato ingresso nell’operatività della nuova gestione. Per tutte queste motivazioni Acciatalia chiede nuovamente al Governo e, per loro competenza, ai Commissari Straordinari di mettere in atto tutte le procedure necessarie per consentire la realizzazione di un progetto industriale palesemente nell’interesse dell’Italia e dell’Europa.

 

 

 

 

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