Ilva, Patuanelli rassicura i sindacati: "Il complesso di Taranto non chiuderà" - Affaritaliani.it

Economia

Ilva, Patuanelli rassicura i sindacati: "Il complesso di Taranto non chiuderà"

Ilva, resta il problema della tutela legale richiesta dalla nuova proprieta' per evitare nuovi incidenti con la magistratura

L'Ilva di Taranto non corre rischi. E' questo almeno l'impegno del governo. "Non esiste un'idea di Paese senza la siderurgia - dice il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli al termine dell'incontro con i sindacati -. Siamo intenzionati a garantire la continuita' dell'impianto e chiederemo all'azienda di rispettare il piano industriale e ambientale". Patuanelli apprezza il "segnale di compattezza" dato dall'esecutivo. "Da nessuna parte e' previsto un disimpegno del governo sul settore", aggiunge. Resta il problema della tutela legale richiesta dalla nuova proprieta' per evitare nuovi incidenti con la magistratura. Una misura molto controversa. Secondo l'azienda e' condizione inderogabile. Non altrettanto per la componente grillina della maggioranza convinta che le tutele legali siano garantite dalle leggi esistenti. Patuanelli si dichiara disponibile a fornire chiarimenti, se necessari, non con norme ad hoc che avrebbero scarsa tenuta parlamentare ma con interventi di ampio respiro che riguardino l'intera industria nazionale.

Una copertura cosi' vasta, pero', e' da costruire mentre lo strapuntino per Taranto era pronto ma i Cinqustelle hanno imposto di toglierla. Il ministro incontra i sindacati metalmeccanici per spiegare che non c'e' relazione diretta tra il decreto "salva imprese" , approvato al Senato senza lo scudo, e la situazione industriale di Taranto. Non a caso, annuncia il ministro, il nuovo amministratore delegato di ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli, non avrebbe posto il problema. L'azienda ha invece avvertito che e' in corso una crisi produttiva e finanziaria, che causa perdite per 2 milioni di euro al giorno. La produzione - osservano i sindacati - dovrebbe attestarsi a fine anno attorno ai 4,4 milioni mentre il Piano prevedeva 6 milioni a fronte di una capacita' produttiva di dodici. Vuol dire che, in questo momento la piu' grande acciaieria d'Europa lavora un terzo delle sue possibilita'.

Patuanelli, seduto al tavolo al fianco del collega Giuseppe Provenzano, ministro per il Sud, spiega la posizione di "compattezza" dell'esecutivo rifacendosi all'ordine del giorno presentato giorni fa da Pd-Iv: l'industria italiana non puo' fare a meno della siderurgia e ArcelorMittal deve attuare il piano industriale e ambientale concordato. Un richiamo al rispetto dell'accordo invocato naturalmente anche dai sindacati, i quali pero' mostrano maggiori preoccupazioni per la soppressione delle tutele legali, che - sostengono - non ricade solo sui vertici ma sugli stesso impiegati dell'azienda. Il rallentamento della produzione si riflette sull’occupazione. In linea ci sono all'incirca ottomila dipendenti sui quindicimila che c'erano nei momenti di massima efficienza.

Confortati dall'impegno preso da Patuanelli sulla continuita' produttiva di Taranto, Fiom, Fim e Uilm ribadiscono che non si deve parlare di chiusure di aree a caldo e ridimensionamento occupazionale, ma anzi va trovata soluzione alla cassa integrazione che riguarda al momento 1.400 lavoratori. Ma nessuno al tavolo ha parlato di esuberi. Certo la crisi del settore automobilistico (principale cliente dell'impianto) , la recessione tedesca, la guerra dei dazi pesano sull'ex Ilva, ma i patti - affermano i sindacati - "non sono carta straccia" e nessuno puo' pensare di smantellare un'acciaieria per allevare cozze, impiantare un cantiere navale o coltivare i campi come propongono esponenti di primo piano di M5s. Per esempio Mario Turco, sottosegretario alla Presidenza del consiglio con delega allo sviluppo economico che invita la citta' di Taranto "a pensare il futuro senza l'Ilva". Una posizione, ribadiscono Patuanelli e Provenzano, che non rispecchia gli orientamenti del Consiglio dei ministri. Ora, l'appuntamento e' nella seconda settimana di novembre, quando il ministro convochera' tutte le parti. Nel frattempo, si lavora per dare risposte non solo a Taranto ma a tutte le crisi aziendali: dopo il potenziamento della struttura per i tavoli di crisi, prevista dal decreto 'salva imprese" arrivera', ha annunciato Patuanelli, "un intervento organico".