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Economia
Imballaggi plastica, la stretta Ue e il potere delle lobby: cosa c'è dietro
Plastica

Imballaggi plastica, le pressioni delle lobby dietro le regole di Bruxelles 

Un'inchiesta di Politico ripresa da Mediapart e dal Fatto Quotidiano ha parlato nei giorni scorsi, di presunte eccessive ingerenze delle lobby al Parlamento europeo in merito al voto di novembre a Strasburgo, sul criticatissimo regolamento sugli imballaggi, che rischiava, se approvato così come era stato concepito dalla Commissione, di mettere in ginocchio interi settori produttivi italiani. Il Movimento 5 Stelle e i Verdi hanno gridato allo scandalo e alla figuraccia internazionale. Tutto ciò perché sempre secondo le inchieste giornalistiche, alcuni eurodeputati italiani si sarebbero fatti dettare dalle lobby della plastica e del food, alcuni emendamenti sul monouso e sul riuso, poi passati al voto del PE.

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Emendamenti che, occorre dire, sono subito sembrati avere quella ragionevolezza e quell'equilibrio che il famigerato Green Deal di Timmermans sembra aver dimenticato. Da mesi si dice che occorre rivedere il Green Deal e renderlo più ragionevole e più attento a quelli che sono le ragioni delle imprese e dei cittadini europei, alla luce della situazione geopolitica ed economica che si è verificata in questi ultimi due anni. Invece anche su questo punto qualche politico italiano ha preso la palla al balzo per portare avanti quel furore ideologico che non può andare contro gli interessi di cittadini ed imprese. Nello specifico poi la cosa appare ancora più bizzara, come sottolineato dal copresidente dell’Ecr, Nicola Procaccini, da sempre molto critico verso la politica troppo ideologica del Green deal, e che è anche membro della commissione Envi. Sono allibito dalle dichiarazioni di alcuni europarlamentari grillini e verdi che si smarcano dalla sacrosanta difesa dell'interesse nazionale a proposito del regolamento europeo sugli imballaggi.

Tra l'altro, adducendo incredibili motivazioni complottistiche" ha detto in una nota Procaccini, aggiungendo poi come “Da mesi e mesi tutti - sottolinea Procaccini - i partiti, gli eurodeputati italiani, le istituzioni italiane all'estero, il governo, l'industria al completo, i consumatori si stanno battendo per impedire che venga compiuto lo scempio di un regolamento sugli imballaggi che fa strage del 30% del Pil nazionale, che azzera le tecnologie ecosostenibili, che mortifica gli sforzi delle famiglie nella raccolta differenziata, e che riporta al punto di partenza il concetto di economia circolare su cui l'Italia è diventata un modello in tutta Europa. Insieme - prosegue l'europarlamentare - abbiamo fatto innumerevoli riunioni e convegni pubblici con tutti gli stakeholder, giustamente preoccupati per la propria sopravvivenza, alle quali hanno sempre partecipato anche i colleghi dei Verdi e del M5S”. In effetti non si capisce davvero dove sia lo scandalo da denunciare con un'inchiesta giornalistica.

E’ prassi comune e legale quella di dare voce alle lobby che curano interessi di aziende sui provvedimenti che vengono discussi a Bruxelles, da sempre molto attento alle regole di trasparenza e di conflitti di interesse. Il caso ha fatto sì che la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, aprisse un'indagine interna sull'attività delle lobby della plastica dopo una segnalazione dell'europarlamentare del Movimento 5 Stelle Danzì. Come è noto i parlamentari hanno obbligo a comunicare in piena trasparenza gli incontri con gli stakeholders, come spiegato dall’onorevole Porcaccini, sembra essere avvenuta anche in questo caso.

Scendendo nello specifico del provvedimento, la Commissione europea ha proposto, il 30 novembre 2022, un regolamento per ridurre il numero di imballaggi immessi nel mercato e incentivare il riuso. Nella plenaria appena trascorsa a Strasburgo, invece, una larga maggioranza – 426 voti a favore, 125 contrari e 74 astensioni – ha approvato una serie di modifiche a questo testo.

Sono stati più di 500 gli emendamenti presentati e ci sono volute due ore e mezza per arrivare al voto finale. Nei piani della Commissione Ue si dovrebbe incentivare più il riuso rispetto al riciclo. Quasi tutti gli eurodeputati italiani si sono riuniti su un’unica posizione, a favore di alcune modifiche al regolamento che consentirebbero a tutti i materiali da imballaggio di essere riciclati o riutilizzati, a seconda del Paese dove l’attività di riciclo e riutilizzo è più sviluppata. Per l’Italia - uno dei Paesi più forti sotto il punto di vista del riciclo ma meno sul riuso - l'argomento è fondamentale. E l’emendamento passato ieri va proprio in questa direzione: si permette l'esenzione alle regole sul riuso ai settori che arrivano almeno all’85% di riciclo. Gli emendamenti approvati a larga maggioranza sono stati a detta di quasi tutti i soggetti in campo come dettati dal buon senso e ragionevolezza, anche dal punto di vista della sostenibilità.

Ma la cosa che forse più amareggia è che per una volta che i deputati italiani, lasciando da parte interessi di parte, si siano distinti per unità e coesione, contribuendo a quello spirito di squadra, che da sempre appartiene ad altri paesi fatto finalmente squadra, ecco che arrivano critiche e distinguo da altri eurodeputati italiani. Si vedrà se e come la cosa avrà un seguito resta il fatto che i 5 Stelle abbiano dato impressione di voler tornare, al loro iniziale spirito pupulista ed ideologico che sono stati alla base del loro fugace successo elettorale. Ma se questo può anche andare bene in Italia, nel gioco tra maggioranza ed opposizione, sarebbe certamente meno conveniente portarlo anche in Europa, rischiando di far fare una figuraccia alla credibilità del nostro paese, tante volte messo alla berlina in passato proprio a causa delle beghe interne da teatrino della politica.

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