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Economia
Industria:2017 anno della svolta. Fatturato +5,8% dopo 4 cali consecutivi

Il 2017 e' stato un anno di svolta per l'industria italiana, un periodo che ha segnato un recupero dei fondamentali delle imprese del paese. Un anno di 'risveglio' che - in base anche alle prospettive che si hanno di fronte - si deve fare in modo che non vada sprecato. Nel 2017, infatti, le piu' importanti imprese industriali e di servizi italiane hanno aumentato il fatturato del 5,8%, interrompendo un quadriennio di cali consecutivi, ha certificato l'Area Studi di Mediobanca nel suo tradizionale rapporto annuale sui dati di bilancio che per la 56esima edizione ha aggregato quelli di 2.075 aziende che compongono il 50% del fatturato industriale e manifatturiero nazionale, il 37% di quello dei trasporti e il 41% della distribuzione al dettaglio.

Lo scorso anno e' stato positivo sia per le esportazioni, cresciute del 7,1%, sia per quanto riguarda la dinamica delle vendite domestiche (+5,2%). Se si allargasse il confronto al 2008, emergerebbe allora che il 2017 potrebbe considerarsi come l'anno in cui ormai si e' arrivati quasi ai livelli pre-crisi: il fatturato aggregato e' adesso solo uno 0,6% inferiore a quello totalizzato nel 2008, con dinamiche pero' molto diverse tra mercato interno (-10,4%) ed esportazioni, che sono aumentate nel decennio esaminato del 25,2%.

Il risveglio, o la rinascita del sistema industriale italiano nel 2017, prosegue il rapporto elaborato dall'Area Studi di Mediobanca, ha interessato tutti i comparti, tanto le imprese pubbliche (+6,7%), quanto le private e quelle controllate da stranieri. Hanno registrato performance positive nello scorso anno, sempre rispetto al 2016, sia l'industria (+6,6%), sia il terziario (+3,2%) che la manifattura (+6,1%), ovvero il cuore del sistema industriale nazionale al cui interno hanno registrato una crescita media del fatturato tanto le grandi imprese (+6,9%), quanto le medio-grandi (+6,8%) e le medie (+6,6%), e con esse tutto il Made in Italy (+4,6%). Non sono mancate pero' delle eccezioni, con 3 settori che invece hanno visto contrarre nel 2017 il proprio fatturato rispetto al 2016, anno pero' che vedeva ben 11 settori in flessione rispetto all'anno precedente.

Ebbene, i 3 comparti con ricavi in calo nel 2017 sono risultati l'editoria (-3,3%), l'emittenza Tv (-1,9%) e soprattutto le imprese di costruzione (-3,5%), non tanto per la dinamica del residenziale (che da' segnali di recupero) quanto per l'esaurimento delle grandi commesse in Italia e nello scorso anno anche all'estero. I settori top nel 2017 sono stati: metallurgia (+17,9%), petrolifero (+11,4%), cartario (+9,2%), pelli e cuoio (+9%), impiantistico (+8,7%9, mezzi di trasporto (+7,2%). Allargando lo sguardo al 2008, in questo arco di tempo i settori 'top seller' sono stati: pelli e cuoio (+52,5%), local utilities di acqua, igiene ambientale, aeroporti e autostrade (+33,2%), mezzi di trasporto (+29,9%).

Per quanto riguarda questo ultimo settore, risalta il peso specifico che ha al suo interno il gruppo Fiat Chrysler, senza il cui apporto il comparto italiano dei mezzi di trasporto sarebbe cresciuto dal 2008 al 2017 solo del 9,9%, venti punti percentuali in meno dunque. Il risveglio, o la rinascita del sistema industriale italiano nel 2017, prosegue il rapporto elaborato dall'Area Studi di Mediobanca, ha interessato tutti i comparti, tanto le imprese pubbliche (+6,7%), quanto le private e quelle controllate da stranieri.

Hanno registrato performance positive nello scorso anno, sempre rispetto al 2016, sia l'industria (+6,6%), sia il terziario (+3,2%) che la manifattura (+6,1%), ovvero il cuore del sistema industriale nazionale al cui interno hanno registrato una crescita media del fatturato tanto le grandi imprese (+6,9%), quanto le medio-grandi (+6,8%) e le medie (+6,6%), e con esse tutto il Made in Italy (+4,6%). Non sono mancate pero' delle eccezioni, con 3 settori che invece hanno visto contrarre nel 2017 il proprio fatturato rispetto al 2016, anno pero' che vedeva ben 11 settori in flessione rispetto all'anno precedente. Ebbene, i 3 comparti con ricavi in calo nel 2017 sono risultati l'editoria (-3,3%), l'emittenza Tv (-1,9%) e soprattutto le imprese di costruzione (-3,5%), non tanto per la dinamica del residenziale (che da' segnali di recupero) quanto per l'esaurimento delle grandi commesse in Italia e nello scorso anno anche all'estero.

I settori top nel 2017 sono stati: metallurgia (+17,9%), petrolifero (+11,4%), cartario (+9,2%), pelli e cuoio (+9%), impiantistico (+8,7%9, mezzi di trasporto (+7,2%). Allargando lo sguardo al 2008, in questo arco di tempo i settori 'top seller' sono stati: pelli e cuoio (+52,5%), local utilities di acqua, igiene ambientale, aeroporti e autostrade (+33,2%), mezzi di trasporto (+29,9%). Per quanto riguarda questo ultimo settore, risalta il peso specifico che ha al suo interno il gruppo Fiat Chrysler, senza il cui apporto il comparto italiano dei mezzi di trasporto sarebbe cresciuto dal 2008 al 2017 solo del 9,9%, venti punti percentuali in meno dunque. Considerato che non si vive solo di fatturato, il 2017 ci consegna un'industria italiana con margini in miglioramento del 5,5% sull'anno precedente.

Rispetto al 2008, pero', le 2075 societa' italiane esaminate dagli analisti dell'Area Studi di Mediobanca, mostrano una redditivita' inferiore ancora dell'11,6% rispetto al 2008. Sempre in termini di margini industriali, le cifre sul 2008 non sono incoraggianti, con un -15,9% per le aziende pubbliche, -10,1% per le private e -32,4% per il terziario. Un quadro che sarebbe piu' fosco se non fosse bilanciato dalle ottime performance del pilastro dell'industria italiana, ovvero la manifattura che ha visto margini industriali crescere del 26,5% sul 2008, grazie all'apporto delle medie imprese (+23,5%), delle medio-grandi (+23,3%) e delle grandi con un +80,8%, una performance che si ridurrebbe al +48,6% senza il contributo di Fca Italia.

Il 2017 e' stato positivo anche sul fronte della solidita' finanziaria (il 73,3% delle imprese e' infatti risultata investment grade, in recupero di 11,2 punti percentuali sul 2008) e degli investimenti, in aumento del 6,4% sulla media del quadriennio precedente (2013-2016). Su quest'ultimo aspetto, si segnala il risultato delle aziende a controllo estero, che nel 2017 hanno investito in Italia 10,9 miliardi di euro, contro i 18,5 miliardi delle societa' a controllo italiano. Sempre per quanto riguarda le imprese controllate da capitali stranieri, emerge che queste pagano stipendi maggiori del 10% rispetto alle italiane 'pure' e hanno una produttivita' superiore del 12,5%.

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