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Economia
Infrastrutture, Italia flop per i trasporti: solo 0,14 km ogni mille abitanti

In Italia ogni 1.000 abitanti sono disponibili 0,14 km di infrastrutture viarie per il trasporto di merci e persone (vale a dire metropolitane, autostrade e linee ferroviarie suburbane e ad alta velocità). In base a questo dato l’Italia si colloca al penultimo posto nella graduatoria dei cinque maggiori Paesi europei per l’indice sulla dotazione di tali infrastrutture ogni 1.000 abitanti. Se stabiliamo infatti un indice dato dal rapporto tra km di infrastrutture per 1.000 abitanti la situazione è la seguente: al primo posto si posiziona la Spagna, con un indice sulla dotazione infrastrutturale di 0,43 km ogni 1.000 abitanti, seguita da Francia (0,22), Germania (0,21) e, appunto, Italia (0,14). All’ultimo posto si posiziona invece il Regno Unito (0,10). Questi dati derivano da un’elaborazione dell’Osservatorio sulla Mobilità sostenibile di Airp (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici) su dati Legambiente ed Eurostat.

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Tra i maggiori Paesi europei, dunque, solo il Regno Unito fa registrare un indice di dotazione infrastrutturale inferiore a quello italiano. Il dato sul Regno Unito è però fortemente influenzato dall’estensione della propria rete autostradale che, per via della conformazione orografica del territorio britannico, è inferiore rispetto a quella dei Paesi europei considerati  (in Regno Unito ci sono 3.558 km di autostrada, contro i 6.996 dell’Italia, degli 11.882 km della Francia, dei 12.879 della Germania e dei 15.235 della Spagna). Gran parte del trasporto di merci e persone nel Regno Unito, infatti, non si svolge sulla rete autostradale, ma si serve delle reti fluviali e ferroviarie.

Nonostante questo motivo, l’Italia presenta un indice di dotazione infrastrutturale che è di poco superiore al Regno Unito, ma, soprattutto, è di gran lunga inferiore rispetto a quello registrato da Germania, Francia e Spagna. Ciò vuol dire che bisogna lavorare ancora molto per rendere maggiormente capillare la diffusione della rete dei trasporti nel nostro Paese. In particolare, molto deve essere ancora fatto per adeguare e potenziare le reti di trasporto alternative al tradizionale trasporto su gomma, considerato più inquinante. Se ad esempio prendiamo in considerazione solo le linee metropolitane e le linee ferroviarie suburbane, il nostro Paese si colloca all’ultimo posto in valore assoluto rispetto agli altri maggiori Paesi europei per estensione chilometrica delle reti. La mancanza o la forte carenza nelle infrastrutture di trasporto comporta l’uso molto elevato dell’auto privata, con tutte le pesanti criticità ad essa associate: frequenti code sulle strade più trafficate, inquinamento dell’aria, costi sempre maggiori per il mantenimento delle autovetture.

Per ovviare a queste problematiche la soluzione non sembra passare, però, solo per gli investimenti pubblici in infrastrutture. È necessario identificare anche nuove soluzioni di mobilità, come quella condivisa del car sharing o del car pooling, che potrebbero diminuire il numero dei veicoli sulle strade e il numero di spostamenti, permettendo un alleggerimento del traffico e un impatto minore sull’ambiente. In attesa che queste soluzioni prendano sempre più piede nei prossimi anni, sottolinea Airp, esistono alcuni accorgimenti che permettono di rendere più economico e allo stesso tempo più rispettoso dell’ambiente l’uso di mezzi privati e, in generale, di mezzi di trasporto su gomma. Dispositivi come i pneumatici ricostruiti, ad esempio, consentono di risparmiare sulle spese di gestione di un autoveicolo ed anche di rinviare l’esigenza di smaltimento dei pneumatici usati che possono essere ricostruiti, con evidenti effetti positivi per l’ambiente.

Tags:
infrastrutture trasporti airp legambiente





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