Inps, salta ilticket Tridico-Nori L’ipotesi di una soluzione ponte.
Nori in un primo momento aveva declinato l'incarico di vice ma era tornato in pista quando la Lega aveva proposto che avesse deleghe pesanti
Non si trova un vice per Pasquale Tridico. Dopo Francesco Verbaro, che ha passato la mano anche per motivi personali, e' ora Mauro Nori a rinunciare alla candidatura al fianco del consigliere di Luigi Di Maio per comporre il nuovo ticket alla guida dell'Inps. Intanto l'istituto naviga a vista da ormai quasi un mese, dopo l'addio a meta' febbraio di Tito Boeri, e nel bel mezzo dell'ondata di domande per la pensione anticipata con quota 100 e di quelle per ottenere il reddito di cittadinanza.
La Lega aveva puntato sin dall'inizio su Nori presidente, per poi ripiegare su una vicepresidenza ma 'di peso' davanti alle insistenze dell'alleato. Nori in un primo momento aveva declinato l'incarico di vice ma era tornato in pista quando la Lega aveva proposto che avesse deleghe pesanti. E proprio su queste ultime si e' di nuovo incagliata la trattativa, fino al passo indietro del diretto interessato.
"Non sono disponibile ad assumere alcun incarico" ha detto l'ex direttore generale dell'istituto, ringraziando "tutti quelli che mi hanno manifestato fiducia" e augurandosi che l'istituto "riesca a superare brillantemente un periodo particolarmente difficile della sua lunga storia". Parole pesanti, certo. Che ora costringono la Lega a cercare un nuovo nome da proporre, che dovrebbe andare insieme anche all'indicazione di un nuovo direttore generale dell'Anpal, che alla guida vede sempre una figura scelta dal M5S, Mimmo Parisi.
A questo punto la Lega dovrà trovare un nuovo nome, il terzo, da affiancare a quello di Tridico. E possibilmente presto. "Stiamo valutando alcuni nomi", dice il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. La scelta potrebbe cadere su un tecnico o un alto funzionario: una soluzione ponte, in attesa della conversione in legge del decretone.
Nel Movimento, se ufficialmente non si commenta, dietro le quinte c'e' chi gongola per avere alla fine stoppato un nome che proprio non andava giu'. Un punto segnato nei confronti dell'alleato-avversario che complica pero' la composizione della squadra per l'Inps e potrebbe rimettere in discussione anche l'accordo di massima trovato per sistemare le altre nomine ancora in sospeso, a partire da quelle della Banca d'Italia.
La figura del vicepresidente, peraltro, ancora non esiste: la riforma della governance introdotta con il decretone prevede infatti un commissariamento, non ancora formalizzato in assenza di un'intesa M5S-Lega, e il ritorno del Cda. Il ruolo di sub-commissario, poi vicepresidente, dovrebbe essere introdotto con un emendamento del governo al provvedimento, all'esame delle commissioni della Camera dopo il primo via libera del Senato.
Il tempo per chiudere la conversione del decretone comincia a stringere, ancora un paio di settimane, e ancora il 'pacchetto' a firma dell'esecutivo non e' stato presentato. Dovrebbe trattarsi di una quindicina di proposte che, oltre all'Inps, dovrebbero puntare a rafforzare il reddito di cittadinanza per le famiglie numerose o con disabili.
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