Intesa, Messina: crescita per linee esterne. Ma il mercato scommette su M&A
Intesa Sanpaolo punta sul risparmio gestito e sulla banca di prossimità per ripartire dopo il no di Generali
Intesa Sanpaolo brillante in borsa, col titolo che chiude in rialzo del 2,18% anche grazie ai giudizi positivi degli analisti che, come nel caso di Exane Bnp Paribas (“outperform” con prezzo obiettivo di 2,6 euro confermati) apprezzano che la banca abbia posto fine all’incertezza legata a un’eventuale operazione con Generali. A questo punto, scrivono gli anlaisti, l’equity story “torna a quello che era sempre stata, un mix interessante di bilancio solido, buon Rote (Return on tangible equity, indicatore del tasso di rendimento sul patrimonio netto tangibile, ndr) prospettico e, cosa più importante, il rendimento del dividendo più alto in Europa” che gli esperti prevedono possa salire a 20 centesimi l’anno venturo sui risultati 2017.
Ma ora che Carlo Messina ha rinunciato ad ogni tentativo di far decollare un polo bancassicurativo integrando le attività di Generali con quelle di Intesa Sanpaolo, quale sarà la strategia che il “banchiere di riferimento” italiano seguirà per continuare a far crescere il gruppo? In molti sono pronti a scommettere che si cercherà di consolidare anzitutto il risparmio gestito, vuoi per le buone commissioni che è in grado di apportare al conto economico, vuoi perché è proprio nel risparmio gestito che il gruppo non ha ancora raggiunto dimensioni ottimali. Lo stesso Messina ha più volte parlato dell’interesse per il settore del private banking arrivando a ipotizzare qualche acquisizione mirata in Europa.
Per ora la banca non ha fretta, tanto che Messina ha ribadito: “La mia priorità numero uno è quella di lavorare sulla crescita interna di questo gruppo, il cui potenziale è fortissimo”, ossia tale da generare gli stessi numeri che si otterrebbero con una acquisizione. L’osservazione è condivisa da molti analisti, ma essere un gruppo di medie dimensioni in un mercato sempre più competitivo e polarizzato tra “boutique finanziarie” e grandi colossi è rischioso, così a Piazza Affari si scommette che accanto a una spinta per far crescere le attività del gruppo in modo organico, un’operazione verrà comunque portata a termine entro i prossimi 18-24 mesi, proprio sfruttando una capacità di generazione di utili superiori a quella del diretto concorrente italiano, Unicredit (peraltro fresco di un robusto rafforzamento grazie al pieno successo della ricapitalizzazione da 13 miliardi).
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