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Economia
Intesa, Messina raddoppia il dividendo

Era quello che voleva il mercato e che, forse, potrebbe permettere al sistema bancario di voltare pagina dopo le ondate di ribassi che hanno caratterizzato i titoli delle banche nel primo mese dell'anno. Nel diffondere i risultati di bilancio del 2015, Intesa Sanpaolo, la prima banca italiana per capitalizzazione di Borsa e per capillarizzazione sul territorio nazionale, ha fatto sapere che distribuirà ai soci 2,4 miliardi di euro in dividendi cash, il doppio rispetto all'ammontare distribuito nell'anno precedente. Un monte dividendi che nel prossimo esercizio, ha confermato lo stesso Carlo Messina (Ceo), salirà a 3 miliardi. Una mossa, che oltre ad indicare un certo stato di salute dei conti della banca, perché fatto in un contesto sfidante sia dal punto di vista del business sia da quello regolatorio, ha lanciato un segnale al mercato. Segnale che Piazza Affari ha immediatamente colto premiando il titolo del gruppo guidato da Messina che ha trainato il comparto.

Prima dell'annuncio del maxidividendo, il titolo si muoveva, nella prima parte della seduta, in linea con l'andamento dell'indice Ftse Mib (+0,5%). Diffusi i risultati, il prezzo delle azioni si è impennato  guadagnando a metà pomeriggio il 4,2% a 2,58 euro. Succesivamente, però, dopo i pessimi dati macroeconomici Usa e la nuova ondata di vendite sulle banche (che ha affossato di nuovo Piazza Affari) il titolo Intesa Sanpaolo ha chiuso con una flessione del 3,87% a quota 2,38 euro.

Ai soci verrà staccata una cedola pari a 14 centesimi per ogni azione ordinaria (erano 7 centesimi nel 2014) e a 15,1 centesimi per ogni titolo di risparmio (contro gli 8,1 centesimi del 2014). Per il salvataggio di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti, Intesa Sanpaolo ha dovuto spesare nel quarto trimestre 2015 un onere straordinario complessivo pari a 376 milioni di euro (250 milioni dopo le imposte), per effetto del quale l'utile netto trimestrale si è attestato a 13 milioni di euro. A fine dicembre il common equity ratio dell'istituto era pari al 13,1% secondo i criteri a regime e al 13% secondo i criteri transitori per il 2015.

Tornando ai dati di bilancio, le commissioni nette (uno dei driver dei risultati, anche nel 2016 ha precisato il consigliere delegato) nell'esercizio che si è appena concluso si sono attestate a 7,49 miliardi di euro (+10,8% anno su anno), mettendo a segno il risultato migliore dalla nascita della banca; i proventi operativi netti sono saliti a 17,14 miliardi (+1,9%). Il risultato della gestione operativa è aumentato dell'1,4% a 8,33 miliardi e il risultato corrente al lordo delle imposte del 40,9% a 4,59 miliardi.

Sul fronte dei prestiti Intesa Sanpaolo segnala una diminuzione degli accantonamenti, "che riflettono il miglioramento nel trend del credito": le rettifiche sui crediti sono state pari a 3,3 miliardi di euro nell'esercizio (ai minimi dal 2010 e in calo del 27,6% rispetto al 2014). I flussi lordi di crediti deteriorati provenienti da crediti 'in bonis' sono scesi del 29% in dodici mesi. Nel complesso degli accantonamenti per rischi e oneri figurano anche 172 milioni di euro legati alla conversione in euro dei crediti in franchi svizzeri in Croazia.

Visibilmente soddisfatto Carlo Messina che in conference call con gli analisti ha parlato di "un altro anno molto positivo" per Intesa, che "continua a fare meglio di quanto previsto nel piano". "Sono molto orgoglioso di questi dati, dimostrano che la nostra banca - ha affermato - è in grado di raggiungere i risultati nel breve termine e di essere pronta ad accelerare, se necessario. Abbiamo una profittabilita' tale da riuscire ad assorbire l'impatto di eventi inattesi e allo stesso tempo mantenere gli obiettivi posti in termini di dividendi". "La solidita' della banca è la principale priorita'", ha sottolineato Messina, cosi' come è "una priorita'" remunerare gli azionisti "con dividendi sostenibili".

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