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Economia
Irma fa volare anche l'euro. Far soldi sui mercati finanziari con i cambi

E' bastato l'accenno fatto ieri da Mario Draghi, presidente della Bce, dell'avvio di una discussione, preliminare, sulla "calibrazione" degli strumenti di politica oltre la fine del 2017, per far ripartire l'euro ponendo apparentemente fine al fugace recupero del dollaro visto negli scorsi giorni. In più, fanno notare gli analisti, il cambio fra la moneta unica e il dollaro risente anche della debolezza del biglietto verde che accusa i futuri impatti dei due terribili uragani (Harvey e Irma) sull'andamento dell'economia americana (e dunque sul ritmo del percorso di normalizzazione monetaria da parte della Federal Reserve). La discussione, ha precisato Draghi, non ha riguardato eventuali modifiche ai limiti di acquisto dei titoli nell'ambito del programma di quantitative easing o alla sequenza di eventuali mosse future e si è limitata ad analizzare vari "scenari" possibili.

draghi felice ape
 

Draghi ha usato toni cauti, ma il fatto che abbia segnalato come "probabilmente" il board della Bce sarà pronto già a ottobre a prendere una decisione circa l'avvio o meno del "tapering" (ossia della riduzione degli acquisti di bond sul mercato, confermati a 60 miliardi al mese fino a fine anno) e il miglioramento delle stime sulla crescita del Pil di Eurolandia hanno convinto gli investitori che ormai l'era del denaro facile sta per finire. Eppure non tutto è così scontato: come nota Marco Palacino, managing director per l'Italia di BNY Mellon IM, sono almeno tre gli aspetti affrontati da Draghi: da un lato il banchiere ha usato toni particolarmente fiduciosi e quindi "hawkish" (favorevoli a una normalizzazione della politica monetaria europea) nei confronti di una crescita economica sempre più diffusa e stabile in tutta l'Eurozona.

D'altra parte l'inflazione resta distante dall'obiettivo di un 2% annuo (anzi le stime sono state riviste al ribasso per il 2018 e il 2019) e un euro forte comporta una ulteriore spinta deflazionistica. Infine proprio l'andamento del cambio potrebbe incidere sul calendario del futuro tapering, perchè il graduale azzeramento degli acquisti (e i successivi rialzi dei tassi) rischierebbe di far ulteriormente volare la divisa unica, finendo col pesare sulle esportazioni e quindi con l'indebolire la ripresa soprattutto in paesi come la Germania (e l'Italia) e questo non è certamente un obiettivo della Bce.

euro dollaro ape
 

Tuttavia, nota Brendan Lardner, active fixed income portfolio manager di State Street Global Advisors, "un tapering del programma di acquisto dovrà necessariamente avvenire l'anno prossimo per via di alcuni vincoli tecnici" (il graduale esaurimento della carta disponibile sul mercato, ndr). Anche a prescindere dal tapering, fa eco al collega Antoine Lesné, responsabile Emea strategy & research per Spdr ETFs, la forza dell'euro "è anche dovuta alla maggiore debolezza dell'economia statunitense", cosa che "potrebbe costituire un problema in caso di aumento troppo rapido".

Operativamente lo scenario sembra dunque favorevole ancora una volta agli asset a rischio piuttosto che a quelli maggiormente difensivi: meglio dunque mantenere la componente azionaria, in particolare europea (facendo semmai attenzione a non esagerare con i titoli bancari, dato che più i tassi resteranno sui livelli attuali, minore sarà la redditività prospettica per le banche del vecchio continente), senza esagerare troppo il peso di quella obbligazionaria.

borsa
 

Sul fronte valutario un euro a 1,21 contro dollaro, come non si vedeva da inizio 2015, è ormai in vista, ed ogni possibile ulteriore segnale di incertezza proveniente dagli Stati Uniti, dove il presidente Donald Trump potrebbe prendere al balzo l'occasione data dalle dimissioni a sorpresa del vicepresidente della Federal Reserve, Stanley Fisher, per "plasmare" una banca centrale più accomodante che rallenti e riduca i futuri rialzi dei tassi, potrebbe offrire l'occasione per ulteriori rialzi, anche fino agli 1,27 visti nell'ottobre 2014 e poi, eventualmente, sino ai picchi record di 1,35-1,39 già toccati tra il settembre 2013 e il luglio 2014.

Per approfittare della forza del "super euro" (o della debolezza del dollaro) si può provare ad operare attraverso i Cfd (contratti per differenza) sul cambio euro/dollaro avendo solo l'imbarazzo (e l'onere) della scelta del migliore tra le decine di broker che consentono di fare trading online su tali strumenti finanziari, come Lcg, Trade o Markets.

Tra gli elementi da analizzare per valutare i servizi offerti vi sono il deposito iniziale (che può variare da zero a mille euro), le modalità di versamento (non sempre sono accettati Paypal o Skrill), le spese e tariffe applicate, la possibilità di utilizzare account demo gratuiti per impratichirsi nell'uso della piattaforma senza rischiare capitali, il servizio clienti offerti e il sofware utilizzato.

(Segue...)

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