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Economia
Istat, a marzo prezzi su solo dello 0,2%. 22 grandi città in deflazione

Nel mese di marzo 2016 l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività, al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% su base mensile e registra una diminuzione su base annua pari a -0,2% (era -0,3% a febbraio). Lo rileva l'Istat che conferma la stima preliminare. L'inflazione acquisita per il 2016 e' pari a -0,4% (era -0,6% a febbraio). La persistenza del calo tendenziale dei prezzi risente di un quadro di sostanziale stabilita' degli andamenti su base annua delle diverse tipologie di prodotto, con l'eccezione dell'ulteriore flessione dei prodotti energetici e in particolare degli Energetici non Regolamentati (-11,2%, da -8,5% del mese precedente), compensata pero' dall'inversione della tendenza dei Servizi relativi ai trasporti (+0,5%, da -0,7% di febbraio) e da altri lievi segnali di ripresa registrati dai prezzi di alcune tipologie di prodotto, che hanno contribuito, pero', solamente a ridurre l'ampiezza della flessione dell'indice generale.

Eurozona: inflazione marzo risale a zero, -0,2% in Italia - Il dato europeo sull'inflazione risale a 0 in marzo dopo aver registrato un segno negativo a febbraio (interrompendo in quel caso la sequenza positiva che durava da 4 mesi). Come informa Eurostat, sia l'Eurozona che l'Ue a 28 paesi hanno avuto il mese scorso un tasso annuale di inflazione pari a zero, contro rispettivamente -0,2% e -0,1% in febbraio. In Italia il dato e' in calo anche in marzo: 0,2%, come nel mese precedente. A scendere, rileva l'istituto di statistica Ue, sono stati soprattutto i prezzi dei carburanti per il trasporto e dei combustibili liquidi, mentre i leggeri aumenti di bar, ristoranti e affitti non sono bastati a compensare.

Istat: deflazione da Nord a Sud, Bari e Potenza peggiori - In tutte le ripartizioni geografiche, a marzo 2016 i prezzi al consumo fanno registrare flessioni tendenziali, accentuando, in quasi tutti i casi, la dinamica negativa registrata a febbraio: nel Sud e nelle Isole il tasso tendenziale e' pari a -0,3% (da -0,2% di febbraio), nel Nord-est e nel Centro e' pari a -0,2% (da -0,1% del mese precedente); nel Nord-ovest la flessione su base annua registra una lieve attenuazione portandosi a -0,1% da -0,2% di febbraio. Lo rileva l'Istat riportando i dati per territorio. Tra le citta' i valori peggiori si registrano a Bari e Potenza (con un flessione tendenziale dell'1%), seguite da Perugia, Cagliari e Catanzaro (-0,6%). Subito dopo segue Roma con il -0,5%. Le diminuzioni piu' contenute si registrano per Milano, Genova e Napoli (-0,1%). Nel Centro-nord, la situazione regionale mostra prezzi in diminuzione su base annua in sette regioni (erano otto a febbraio) su dodici. Le diminuzioni maggiori e pari a -0,5% riguardano Umbria e Lazio. Si registrano prezzi in crescita in Valle d'Aosta (+0,5%, da +0,2% di febbraio), Trentino-Alto Adige (stabile a +0,3%) e Marche (+0,1%, era +0,2% il mese precedente). Nel Mezzogiorno si riscontrano flessioni tendenziali dei prezzi in quasi tutte le regioni (sei delle sette per le quali sono calcolati gli indici generali) con la Puglia (-0,8%), la Basilicata e la Sardegna (-0,7% per entrambe le regioni), che, come a marzo, fanno registrare le diminuzioni piu' ampie; l'Abruzzo (+0,2%) e' l'unica regione in cui si registrano incrementi dei prezzi, ma con un rallentamento della crescita di due decimi di punto percentuale.

Per quanto riguarda i 20 capoluoghi delle regioni e delle province autonome per i quali sono calcolati gli indici generali, a marzo sono 14 quelli in deflazione (erano 13 a febbraio). Tra questi, come a febbraio, Bari e Potenza registrano le flessioni tendenziali dei prezzi piu' ampie e pari a -1,0% (a febbraio era -0,9% per entrambi i capoluoghi di regione). Seguono Perugia, Cagliari e Catanzaro (-0,6% per tutte e tre), Roma (-0,5%) e Firenze (-0,4%). Le diminuzioni piu' contenute, pari a -0,1%, si registrano per Milano, Genova e Napoli. In cinque delle restanti citta' si registrano aumenti su base annua dei prezzi compresi tra +0,5% di Aosta e +0,1% di Venezia. A Bologna, infine, i prezzi sono stabili su base annua. Con riferimento ai comuni con piu' di 150.000 abitanti che non sono capoluoghi di regione, i prezzi sono in diminuzione su base annua in otto citta' su undici (erano sette a febbraio): le diminuzioni maggiori interessano Verona (-0,9%, la variazione era nulla a febbraio), Reggio Calabria (-0,7%, da -0,5% di febbraio) e Catania (-0,5%, era -0,4% il mese precedente); tassi di crescita positivi si rilevano a Parma (+0,5%), e Livorno (+0,1%). A Reggio nell'Emilia i prezzi sono stabili su base annua.

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