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Economia
Istat:crescita al ribasso nel 1° trimestre.Conte: "Le nostre stime plausibili"

Nel primo trimestre il Pil, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, e' aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente ed e' diminuito dello 0,1% nei confronti del primo trimestre del 2018.

L'Istat taglia le stime preliminari del 30 aprile che vedevano una variazione congiunturale di +0,2% e tendenziale di +0,1%. Il primo trimestre del 2019 ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e due in meno rispetto al primo trimestre del 2018. 

L'ampio contributo positivo della domanda estera netta riflette il marcato calo delle importazioni, a fronte di un limitato incremento delle esportazioni, spiega l'Istat. Dal lato della domanda interna, lieve apporto positivo sia dei consumi, sia degli investimenti (in particolare per la componente delle costruzioni), piu' che compensato da quello negativo delle scorte.

L'input di lavoro e' cresciuto a un ritmo superiore a quello dell'attivita': le ore lavorate sono aumentate dello 0,7% e le unita' di lavoro dello 0,4%. Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna registrano aumenti, con una crescita dello 0,2% dei consumi finali nazionali e dello 0,6% degli investimenti fissi lordi.

Le esportazioni sono cresciute dello 0,2%, mentre le importazioni sono diminuite dell'1,5%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per +0,2 punti percentuali alla crescita del Pil: +0,1 punti i consumi delle famiglie e delle Istituzioni sociali private, +0,1 punti gli investimenti fissi lordi e un contributo nullo della spesa delle Pa.

L'apporto della domanda estera netta e' risultato positivo per 0,5 punti percentuali. Per contro, la variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione del Pil per 0,6 punti percentuali. Andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto dell'agricoltura e dell'industria, cresciute rispettivamente del 2,9% e dello 0,9%, mentre il valore aggiunto dei servizi e' diminuito dello 0,2%.

I nuovi dati pesano sulla velocità di crociera dell'economia italiana per l'intero 2019 e portano la cosiddetta 'variazone acquisita', cioè la crescita che si avrebbe a fine anno in caso di variazioni nulle, a zero dal +0,1% stimato dall'Istituto alla fine di aprile.

"L'economia non arranca, le nostre stime sono plausibili", si difende il premier, Giuseppe Conte, interpellato in merito alla crescita che il governo nel Def vede al +0,2% nel 2019. Anche se nel primo trimestre il Pil ha segnato un lieve aumento, dichiara il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco nella sua relazione annuale, "vi è un consenso diffuso intorno a previsioni di una crescita quest'anno ben inferiore a quella già modesta del 2018". Ma secondo il capo economista del Tesoro, Riccardo Barbieri, interpellato proprio a margine dell'assemblea di Bankitalia, la revisione al ribasso del Pil nei primi tre mesi dell'anno potrebbe preludere a un lieve miglioramento nel secondo semestre. 

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