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Economia
ItaBus, benvenuto del rivale FlixBus: “Vedremo se saprà adattarsi al mercato”
Itabus

Collegare l’Italia in pullman. È l’idea inaugurata ufficialmente oggi da Itabus, la compagnia che vede al timone – e dal nome era facile intuirlo – Luca Cordero di Montezemolo e Flavio Cattaneo. Viene presentata come una grande novità, anche se non è esattamente così. O meglio, lo è apparentemente per quanto riguarda alcune dotazioni, mentre altre non destano particolare stupore.

In primo luogo perché sono decenni che gli americani impiegano il bus per spostarsi lungo tutto il loro gigantesco paese. Ad esempio, in comode 68 ore e 5 minuti (con 21 soste) si può raggiungere Los Angeles partendo da New York. Stiamo parlando di quasi 5.000 km che si possono solcare seduti su un unico bus.

Poi perché, dal 2013, questa possibilità – seppur in misura ridotta a causa della conformazione geografica del nostro paese – esiste anche in Italia con Flixbus. Si tratta di un vettore internazionale che permette di collegare, ad esempio, Milano con Catania in poco meno di 20 ore a prezzi accessibili a tutti.

Ora però sullo scacchiere nostrano è comparso un nuovo player, Itabus appunto, che è stato lanciato in pompa magna dal Maxxi di Roma e che sarà operativo da domani 27 maggio. Viene garantito come il più sicuro, con i mezzi più all’avanguardia e – a regime – capace di percorrere 90 milioni di chilometri all’anno. Dichiarazioni aggressive, che vogliono provare a intimorire la concorrenza.

FlixBus, interpellata da Affaritaliani.it, ha risposto per bocca del suo managing director Andrea Incondi. E lo ha fatto con fair play, ma anche mostrando chiaramente come la nuova creatura di Montezemolo non abbia turbato i sonni del principale competitor.

“Speriamo che l’ingresso di nuovi operatori – ci dice - possa ulteriormente dare un contributo alla crescita del valore dell’intero comparto come una soluzione valida, efficiente e sostenibile di mobilità e che possa portare finalmente ad un ammodernamento delle autostazioni italiane, non solo in un’ottica di connettività, ma anche in una prospettiva di rilancio del turismo. Il tempo ci dirà se Itabus sarà in grado di adattarsi a un mercato in continua evoluzione come quello del trasporto su gomma e di garantire continuativamente ai propri passeggeri un servizio efficiente e un’offerta capillare. La flessibilità, la sicurezza e la rapidità d’azione costituiranno fattori determinanti per il loro eventuale successo”.

Un messaggio chiaro e preciso. Da una parte, dunque, si ritrovano i vecchi soci di Ntv (l’azienda che ha dato vita a Italo treno), da Montezemolo a Cattaneo, passando per i Punzo e Isabella Seragnoli. Hanno monetizzato – e bene – la loro avventura nel trasporto ferroviario con la cessione al fondo Gip e ora aspettano di capire che cosa succederà con i pullman. Non è un mezzo “chic” come il treno, ma può diventare un efficace strumento per muoversi a prezzi molto contenuti. Sulla tratta Milano-Roma, ad esempio, si trovano biglietti a 12,90 per domenica 29 maggio, contro i 99 euro del biglietto ferroviario. I proclami sulla flotta con un’età massima di due anni, con un impatto ambientale ridotto e con una connettività 4/5G (ma anche sugli Appennini?) dovranno tutti essere verificati. Ma intanto le premesse sembrano buone, se si supera quella sensazione di dejà vu che ha accompagnato la celebrazione al Maxxi.

Dall’altra c’è Flixbus, che è una vera multinazionale, che è presente da otto anni in Italia e che conosce il mercato come le sue tasche. I guantoni sono già pronti. Anche perché, come ci ha detto Incondi, sono “abituati a operare in un regime di sana concorrenza e orgogliosi che altri operatori decidano di entrare nel mercato della lunga percorrenza su gomma. Dal nostro ingresso in Italia abbiamo lavorato per dimostrare che il viaggio in pullman non è una soluzione di serie B ma una vera e propria alternativa di viaggio sostenibile e sicura, che garantisce a tutti la possibilità di viaggiare, anche a quelle comunità scarsamente collegate. In ultima analisi, è il passeggero che decide come viaggiare, e dal 2013 a oggi siamo stati la scelta privilegiata di oltre 100 milioni di persone”.

Il nuovo campo di battaglia è dunque la strada. E tra una sosta in Autogrill e una serie su Netflix gentilmente offerta dalla connessione a bordo, si consumerà una rivalità che – si spera – farà bene a tutto il paese. Chi vincerà? Ah, saperlo...

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