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Economia
L'Argentina si prepara a far piangere ancora i possessori di bond?

Ci risiamo. A quasi 20 anni dal default che costò parecchie sofferenze agli investitori italiani e non solo, il FT avverte che i possessori di bond argentini devono prepararsi a subire pesanti perdite. Questa almeno la previsione dopo che alcuni investitori in debito argentino si sono incontrati privatamente a Washington con esponenti politici di Buenos Aires e il FMI per cercare di capire come il paese sudamericano possa riuscire a onorare i suoi 100 e passa miliardi di dollari di debito.

INVESTITORI E CANDIDATI

All’incontro hanno partecipato anche rappresentanti di Alberto Fernández, lo sfidante favorito alle elezioni presidenziali di domenica, insieme a una ventina di investitori esposti in bond argentini. Chi ha partecipato riferisce che gli investitori erano in cerca di rassicurazioni sul fatto che il debito fosse sostenibile, grazie alla rinegoziazione del programma di sostegno del Fondo Monetario. Ma lo stesso FMI ha posto condizioni tecniche per continuare a erogare finanziamenti, il che vorrebbe dire che chi ha comprato bond dovrebbe essere disposto a sostenere una ‘sforbiciata’. Il FMI, che alla fine maneggia soldi pubblici anche se provenienti da molti Paesi, non vuol essere accusato di usarli per salvare i creditori dalle perdite.

I MERCATI NON SI FIDANO E I BONDHOLDER RISCHIANO UNA SFORBICIATA PESANTE

Fernández, secondo i risultati delle primarie, che quest’estate hanno causato la svalutazione del peso e il crollo dei prezzi dei bond, e anche secondo i sondaggi, dovrebbe battere il presidente uscente Mauricio Macri, che durante il suo mandato si era sforzato di introdurre riforme pro-mercato, ottenendo dal FMI un finanziamento di sostegno da 57 mld di dollari. Ma Fernández, considerato un peronista di sinistra, corre in coppia con l’ex presidente Cristina Fernández de Kirchner e non gode della fiducia dei mercati, che temono politiche di spesa incontrollata. Lo sfidante di Macri aveva proposto un piano di prolungamento delle scadenze del debito senza un taglio esplicito del controvalore, ma sempre più investitori si stanno convincendo che il problema dell’Argentina non sia solo di liquidità, ma anche di solvibilità. Per ora il FMI non scopre le carte, né sulla possibilità di continuare a erogare fondi né sull’imposizione, finora ipotetica, di un taglio a danno dei detentori di bond.

IL FMI VUOLE UN IMPEGNO FORTE ALLA DISCIPLINA CHE DIFFICILMENTE ARRIVERÀ

Quello che probabilmente il Fondo vuol vedere e toccare con mano è un impegno forte di Fernández alla disciplina fiscale e di bilancio. Un impegno che sicuramente non può arrivare prima del voto di domenica, ma che probabilmente sarà difficile prendere anche dopo, sempre che vinca le elezioni, perché contraddirebbe il programma con cui ha raccolto i consensi. Ma quanto rischiano di perdere gli investitori che hanno in mano i bond argentini? Secondo le stime degli analisti, una ristrutturazione pesante del debito potrebbe voler dire che recupererebbero solo 40 cent per dollaro investito. Un costo decisamente pesante. Ma ci sarebbe un prezzo almeno altrettanto pesante da pagare per l’Argentina, che a fronte di perdite così forti degli investitori verrebbe messa al bando per anni dal mercato internazionale del debito, con conseguenze catastrofiche sull’economia in termini di inflazione e svalutazione.

TUTTI GIOCANO A CARTE COPERTE, DAL FMI AI GRANDI INVESTITORI

Per ora, in attesa di sapere cosa uscirà dalle urne, giocano tutti a carte coperte. Non solo il FMI ma anche i grandi investitori che hanno i bond in portafoglio, che non hanno ancora costituito un comitato a difesa dei propri interessi né dato mandato a una squadra di legali internazionali per assumere le iniziative necessarie a proteggersi.

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