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Economia
La guerra fa meno paura alle imprese: crescono gli investimenti sostenibili

La guerra fa meno paura alle imprese

Per il 65% delle aziende la guerra non ha ridimensionato i piani di sostenibilità e continua la transizione a modelli di business più sostenibili; oltre l’80% delle aziende quotate ha sviluppato un piano di sostenibilità (circa +32 punti percentuali rispetto al 2020) e il 30% ha definito target quantitativi mentre il 47% delle aziende intervistate ha definito obiettivi e azioni di adattamento al cambiamento climatico (nel 2021 era il 39%), incrementando l’uso di energie rinnovabili. Sono i dati della nuova edizione dello studio annuale 'Seize the Change' che analizza i più rilevanti e significativi trend di sviluppo sostenibile per le imprese del Paese.

I risultati dello studio confermano come nel complesso le aziende italiane siano sempre più impegnate concretamente per integrare la sostenibilità nel business e questo avviene sia per le piccole-medie imprese sia per quelle di grandi dimensioni. Due anni fa, al contrario, erano le grandi aziende ad avanzare più velocemente delle Pmi sulle tematiche di sostenibilità. Questo avviene però a velocità variabile sui singoli temi e con disomogeneità tra i settori in quanto alcuni (energy e textile) procedono più velocemente rispetto ad altri (media&telecomunication e construction) nell’integrazione della sostenibilità.

Per Massimo Antonelli, Ceo di Ey in Italia e Coo di Ey Europe West, "la sostenibilità ha cambiato le aziende: non si tratta più solo di un’opportunità, ma di una necessità per rispondere alle sfide sistemiche che ci troviamo di fronte. Oggi rappresenta la priorità a livello di investimento per il 40% dei Ceo mondiali. Mentre in Italia, secondo il nostro studio, finalmente le piccole e medie imprese viaggiano alla stessa velocità delle grandi nell’integrazione della sostenibilità nel business. Oltre la metà delle aziende intervistate considera la sostenibilità un driver fondamentale per aumentare la propria competitività nei mercati di riferimento e creare valore di medio e lungo termine per tutti gli stakeholder, ricostruendo così la fiducia nel futuro e mettendo le persone al centro della trasformazione”.

L’edizione di quest’anno presenta delle novità significative per quanto riguarda, da un lato, il panel di aziende prese in esame che è stato esteso in totale a 350 aziende (di queste 150 sono state intervistate direttamente mentre di 210 sono state analizzate le dichiarazioni non finanziarie) e, dall’altro, per un approfondimento condotto sulle performance economico-finanziarie legate alle aziende, con le relative correlazioni con i comportamenti sostenibili. È stato, inoltre, indagato come il tessuto imprenditoriale italiano stia ripianificando le proprie strategie di sostenibilità anche in funzione della nuova crisi conseguente alla guerra in Ucraina.

“I risultati del nostro studio testimoniano come le aziende del Paese siano sempre più in prima linea per integrare la sostenibilità nel business - spiega Riccardo Giovannini, Ey Italy, Climate Change and Sustainability leader - I dati della survey confermano che nel 62% dei casi i piani di sostenibilità delle aziende sono integrati con i rispettivi piani industriali e si assiste anche ad una netta accelerazione dell’impegno per contrastare e mitigare i cambiamenti climatici: quasi 8 aziende quotate su 10 hanno strutturato un processo di identificazione e gestione delle priorità-rischi legati ai cambiamenti climatici”.

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