La lira turca respira ma Milano perde lo 0,3%
Spread in calo a 272 punti
La timida risalita della lira turca non è bastata all'euro e ai mercati europei, che hanno chiuso la seduta tutti sulla parità temendo ancora l’effetto contagio legato alla crisi di Ankara. Un trend opposto a quello di Wall Street che ha preso forza fin dall'avvio in scia alla lira che ha recuperato quasi il 6% sul dollaro (e la Borsa di Istanbul che ha chiuso sopra la parità). Ma nulla di tutto questo è servito ai listini del vecchio Continente che hanno dunque vissuto una giornata all’insegna della volatilità, con il FTSE MIB che alla fine ha ceduto lo 0,3% e lo spread in calo a 272 punti (meno sette punti rispetto alla vigilia). A far svanire le ambizioni di Piazza Affari c’è stata la raffica di vendite su Atlantia, che ha chiuso a -5,39% (dopo un picco a -10%) legato al crollo del ponte Morandi a Genova, che appartiene al tratto della A10 gestito da Autostrade (controllata dalla holding dei Benetton). È invece scivolata del 5,74% Mediaset dopo un report degli analisti di Morgan Stanley, meno ottimisti sulla raccolta pubblicitaria del gruppo in Spagna. In flessione di nuovo i big bancari, mentre dall’altro lato del listino è continuata la corsa al rialzo di Unipol dopo i conti (+4,03%) e di Saipem (+3,85%), che ha proseguito il suo rally sulla scia del giustizio di Barclays che crede nel turnaround del gruppo. Neanche l'euro è riuscito a beneficiare del rialzo della lira turca e ha continuato a perdere terreno nei confronti del dollaro: la moneta unica alla fine delle contrattazioni è scambiata a 1,135 contro il biglietto verde, il valore più basso da luglio 2017.
Per fare fronte alla crisi che sta colpendo il Paese «sono state prese le misure necessarie» ed è importante che «sia mantenuta un posizione politica forte» ha detto nel corso della giornata ha il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan. La Turchia - ha proseguito il presidente - «boicotterà» i prodotti elettronici americani, a causa del progressivo deterioramento delle relazioni tra Ankara e Washington a cui si è assistito nelle ultime settimane. «Boicotteremo i prodotti elettronici americani. Se da un lato ci sono gli iPhone, dall'altro ci sono i Samsung» del gigante sudcoreano e «abbiamo anche i nostri Vestel».