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LA MIA FINANZA/ L'Opec batte refererendum e Austria. Cambia lo scenario 2017

LA MIA FINANZA/ Referendum: la parola (finalmente) alle urne. L'analisi

Borsa Affari LP (2)

Referendum: la parola (finalmente) alle urne

Una vittoria del no, netta ma non schiacciante. Una vittoria del sì. Una vittoria soverchiante del no, tale da mettere in difficoltà il governo Renzi, e da portare ad elezioni anticipate. Sono i tre “scenari” ipotizzati negli ultimi giorni, in vista del referendum costituzionale di domenica prossima, dalle maggiori società di investimento internazionali. Inutile dire che la più temuta, anche se ritenuta meno probabile, è la terza, che porterebbe con sé una scia di turbolenza sui mercati, azionari e obbligazionari.

In realtà la settimana si è chiusa senza troppi scossoni. Nella seduta di venerdì piazza Affari ha chiuso appena sotto la parità, anche se le vendite hanno penalizzato una volta di più le azioni delle banche (Mps e Ubi in particolare), che sono il settore più a rischio in caso di vittoria del no.

Lo spread Btp – Bund è risultato invece in deciso calo. Gli investitori sono tornati ad acquistare il titolo decennale italiano, rassicurati anche dalla prospettiva che la Bce possa intervenire già lunedì, in caso di eccessive turbolenze, con acquisti di Btp.

La notizia più importante dell’ultima settimana è stata tuttavia l’accordo raggiunto al vertice Opec di Vienna, che prevede un taglio di 1,2 barili al giorno della produzione di greggio. L’intesa, sulla quale pochissimi avrebbero scommesso, ha innestato un immediato rally del petrolio che, secondo gli analisti, potrebbe facilmente raggiungere i 60 dollari al barile nei prossimi mesi.

E questo cambia profondamente lo scenario economico atteso per il 2017, perché il caro petrolio significa in primo luogo inflazione: una novità assoluta dopo anni di prezzi al consumo stagnanti o in calo.

Quanto alla prossima settimana, oltre al dopo referendum italiano (e al dopo elezioni austriaco), il calendario propone una importante riunione della Banca centrale europea che giovedì potrebbe annunciare il proseguimento del piano di quantitative easing: una decisione quasi scontata, anche se resta da vedere se sarà confermato l’attuale importo di 80 miliardi di euro al mese, o se ci si dovrà accontentare di una cifra più modesta.

 

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A cura di 

lamiafinanza
 

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