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Economia
La verità sulle frizioni Cattaneo-Bollorè. Con Tim Vivendi perde 1,3 miliardi

di Andrea Deugeni
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@andreadeugeni

Il caso Cattaneo in Telecom? Non è il mancato accordo con Mediaset sull'offerta nelle aste sui diritti del calcio in tv, come qualcuno ha ricostruito, ad avere infastidito , Vincent Bollorè, il fattaccio a spingere il raider francese, a quanto pare, a mobilitarsi per promuovere il cambio al vertice di Telecom, assegnando un possibile ruolo dell'ex fondatore e numero uno di Gvt, Amos Genish, nell'organigramma.

flavio cattaneo
 

Bisogna partire dall'andamento del titolo Tim e dalla tutela del valore dell'investimento di Vivendi. E' questo il criterio principale che, riferiscono ad Affaritaliani.it fonti finanziarie qualificate che hanno visto all'opera da vicino Vincent Bollorè nei suoi business nel nostro Paese, guida il finanziere transalpino nel prendere le decisioni per i propri affari.

Così, spiegano ancora i bene informati, quello che avrebbe guastato il feeling esistente fra il presidente di Vivendi e Cattaneo e fatto sorgere delle perplessità sulla guida di Tim è soprattutto la gestione dei rapporti (vedi il forte contrasto del Ceo Tim con la politica e, in particolare, con il ministro per lo Sviluppo Carlo Calenda) in un sistema come quello italiano che, per il caso Mediaset e il significato dell'asset nazionale Telecom, si è dimostrato fin da subito ostile nei confronti del colosso dell'enterteinment che batte bandiera francese. Una gestione, giudicata sbagliata, soprattutto in un quadro generale che vede il titolo Telecom dall'insediamento di Cattaneo in calo di oltre il 15%. Nonostante gli ottimi risultati del manager alla voce costi. E il deterioramento delle condizioni dell'ambiente di business, sarebbe il ragionamento di Bollorè, è proprio uno dei fattori che non aiuta certo il titolo a fare quel salto in termini di apprezzamento auspicato dal francese.

telecom ape (1)
 

Con l'attuale andamento in Borsa di Tim, Bollorè realizza infatti una minusvalenza poteziale di circa 1,3 miliardi. Un andamento che consiglia relazioni più prudenti con gli attori del principale mercato dell'azienda.

"Per capire come vogliono muoversi i francesi e che Telecom sia gestita, basta guardare l'accordo appena firmato a Parigi fra Vivendi e Orange", spiega la fonte. Canal+, la pay tv di Vivendi, ha appena siglato infatti con l'ex France Telecom un rafforzamento dell'alleanza commerciale. A Bollorè, si fa notare, interessa la convergenza, vincere la partita con Netflix e quella dei contenuti video pay anche sul mobile. Quindi, si sottolinea ancora, non è verosimile che il mancato accordo con Mediaset per un'offerta congiunta per l'asta sui diritti del calcio sia stato il motivo della presunta rottura.

Comunque, al momento, il ribaltone non è comunque dato per scontato sul mercato e non si è ancora consumato. Per due motivi. Il primo: Bollorè, raider abituato a muoversi in situazioni complesse, sta cercando di far di tutto perché la vicenda non esploda e resti confinata nelle ovattate stanze degli uffici. lontanto dai riflerttori dei media e dai grandi clamori. Se esplodesse, infatti, sa che potrebbe vedere ulteriormente colpita la propria immagine nel nostro Paese. 

In più, all'ex amministratore delegato di Terna ed Ntv spetterebbe poi, sia in caso di licenziamento sia di demansionamento, un superbonus tra i 40 e i 50 milioni di euro. Una posizione che, a meno di accelerazioni impreviste nelle prossime ore, potrebbe ulteriormente rafforzarsi dal punto di vista della contrattazione quando a fine mese (Cda in agenda il 27 luglio) l'ex monopolista alzerà il velo sui conti di metà anno che si preannunciano particolarmente positivi. Andamento di cui l'agenzia di rating S&P's ha già preso atto, migliorando l'outlook per la società. Preludio a un possibile miglioramento di un notch del rating. Ecco perchè, fonti vicine a Vivendi hanno definito l'altro giorno la situazione "fluida".

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