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Economia
Le trimestrali affossano Piazza Affari. Spread a 299 punti base in chiusura

L'Europa ha chiuso in rosso(Parigi -0,48%, Madrid -0,45% e Londra -0,5% circa%), con l'eccezione di Francoforte (+0,02%), all'indomani delle decisioni della Federal Reserve, che ha confermato una nuova stretta sui tassi a dicembre. Sono andati male soprattutto titoli industriali, auto e il comparto petrolifero (Saipem -5,12% ed Eni -0,76%), schiacciato dal fatto che il Wti e' scivolato temporaneamente sotto quota 60 dollari in vista del summit dell'Opec che si terra' nel weekend.

Piazza Affari (-0,88%), ancora una volta la peggiore nel Vecchio Continente, ha comunque ridotto i ribassi rispetto al -1,5% toccato durante la seduta, complice il fatto che lo spread tra BTp e Bund, in precedenza tornato sopra 300 punti, ha chiuso a 299 punti. A Milano la seduta e' stata orientata da una serie di trimestrali: sono andate bene le utilities, trainate da Terna (+1,31%), che ha chiuso i primi nove mesi con utile netto e ricavi in aumento, ma anche Ferragamo (+2,06%), sostenuta dal fatto che gli analisti hanno visto progressi nel terzo trimestre.

Molto male invece Telecom (-4,83%), dopo la maxi svalutazione da 2 miliardi di euro degli avviamenti, e Leonardo (-8,79%), che ha confermato i target. Tuttavia secondo gli analisti occorrera' un quarto trimestre molto brillante per centrarli. I future a dicembre del Wti, in territorio "orso" e in calo superiore al 20% dal picco di ottobre, scendono dello 0,9% a 61,28 dollari, quelli del Brent a gennaio dello 0,7% a 70,16 dollari al barile. Euro in correzione, dopo essere arrivato mercoledi' sopra 1,15 dollari: vale 1,1353 dollari (1,1341 in apertura e 1,1425 alla chiusura di ieri), e vale 129,095 yen, mentre il rapporto dollaro/yen e' a 113,692.

A Piazza Affari la performance migliore e' stata quella delle utility (A2a +1,63%, Snam +1,02% e Italgas +1,56%), appunto sostenute da Terna, che nei nove mesi ha visto salire i ricavi del 3,5%, l'utile netto del 2,4% e gli investimenti del 3%.

Positiva anche Unipol (+0,55%, ma nella prima parte della seduta era arrivata a guadagnare piu' del 2%), dopo i conti positivi dei nove mesi, che hanno evidenziato un utile netto consolidato di 843 milioni, un combined ratio al 94,5% e raccolta in crescita del 5,1%. Bene anche Atlantia (+1,34%), sebbene nei primi nove mesi del 2018 la societa' abbia registrato un utile di pertinenza del gruppo pari a 733 milioni di euro, in riduzione del 15% per l'effetto dell'appostamento di circa 350 milioni di euro quale stima preliminare degli oneri direttamente collegati al crollo di una sezione del Viadotto Polcevera a Genova.

Debole la galassia Agnelli-Elkann, con Fca (-2,75%), Ferrari (-2,95%) e Cnh Industrial (-2,4%), penalizzate dal generale andamento negativo del comparto auto in Europa (-2% l'Euro Stoxx 600 auto). Fuori dal listino principale, da segnalare il debutto positivo di Garofalo Health Care (+9,28%) che, alla sua prima seduta a Piazza Affari, ha chiuso a 3,65 euro per azione, contro i 3,34 euro del prezzo di collocamento. Male invece Fincantieri (-15,69%), che ha azzerato il rally messo a segno nelle ultime due settimane dopo la trimestrale, che ha evidenziato margini operativi leggermente al di sotto delle attese. Hanno deluso, seppure di misura, anche l'Ebitda e i ricavi.

 Le Borse europee hanno dunque chiuso in ribasso, con le banche (-1,17% l'Euro Stoxx 600 di settore) e le Tlc (-0,77%) che si sono accodate ai ribassi del comparto auto ed energia. Tra i titoli, altra giornata da dimenticare per il gruppo tedesco dei media Prosiebensat (-4,39% a Francoforte, dopo il -14% della seduta precedente), che giovedi' ha abbassato la guidance sui ricavi dell'intero 2018.

Sempre alla Borsa tedesca, crollo per Thyssenkrupp (-9,08%), che ha tagliato l'outlook sui profitti per la seconda volta quest'anno. A Parigi male Nexans (-14,85%), dopo la revisione dei propri obiettivi finanziari 2018. Il calo del gruppo ha pesato anche sulla rivale italiana Prysmian, arretrata del 2,03%.

A Madrid calo per il gruppo del credito Bbva(-5,6%): gia' in tensione dopo che il Governo spagnolo ha varato un decreto per riportare in capo alle banche l'onere del pagamento dell'imposta di bollo sui mutui ipotecari, ha risentito anche della possibilita' che in Messico siano eliminate le commissioni bancarie in seguito a una proposta di legge presentata dal partito del presidente Obrador. 

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