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Economia
Legge di Bilancio e Piazza Affari: chi vince e chi perde. I nomi
Milano, piazza Affari

Incentivare i pagamenti elettronici come forma di contrasto all’evasione, puntare su tasse “di scopo” per educare gli italiani ad un consumo moderato di zuccheri e plastiche così da migliorare la salute della popolazione e dell’ambiente. Se sul fronte della contabilità immediata restano non pochi dubbi sull’impianto della manovra 2020, queste e altre misure non mancheranno di avere un impatto molto concreto sul business di migliaia di aziende.

Ma chi appare destinato a vincere e chi perdere a Piazza Affari dopo quello che  Andrea Argenti, Country Head Italia di Lombard Odier IM, interpreta come la “fine dell’iperconsumismo” notando come la sostituzione del modello economico che ha dettato legge in tutto il mondo negli ultimi 20 anni sia in qualche modo inevitabile (per continuare a crescere del 3% l’anno come si è assistito più o meno dall’inizio del nuovo secolo ogni anno, occorrerebbe raddoppiare la produzione mondiale entro i prossimi 25 anni, cosa quanto meno difficile)?

Da un lato le aziende fintech impegnate nei pagamenti digitalicome Nexi (l’ex CartaSi), sbarcata sul listino italiano lo scorso aprile a 9 euro e nel frattempo salita a 9,4 euro dopo aver toccato in agosto anche i 10 euro per azione. A patto, ovviamente, che il ventilato azzeramento delle commissioni sulle transazioni di piccolo importo sia compensato da un incremento dei volumi di quelle d’importo maggiore.

Per lo stesso motivo dovrebbe trarre beneficio Sia, di cui da tempo si ipotizza uno sbarco in borsa e che al momento vede tra i suoi azionisti Cdp Equity (tramite Fsia investimenti) al 49,48%, il fondo F2i col 17,05%, Hat Orizzonte Sgr con l’8,64%, oltre a gruppi quotati come Banco Bpm (4,82%), Intesa Sanpaolo (3,97%), Unicredit (3,97%), il gruppo Mediolanum (2,85%) e Deutsche Bank (2,58%).

Ma anche scaleup come Satispay, istituto di moneta elettronica fondato da Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta nel 2015 che tra i suoi investitori e azionisti può già contare su Iccrea Banca, Banca Alpi Marittime, Banca Sella Holding, Banca Etica, Cassa di Risparmio di Bolzano, Egea, Copper Street Capital, Endeavor Catalyst, Greyhound Capital, Shark Bites ed ha già raccolto 42 milioni di euro (nel corso del 2019 era in programma un ulteriore round da 50 milioni di euro che però al momento non risulta ancora effettuato), con una valutazione post money di 115 milioni.

Dall’altro lato, la manovra 2020 fin qui delineata dovrebbe favorire le aziende che si occupano di economia circolare come Sicit Group, società fondata nel 1960 a Chiampo che trasforma i residui di lavorazione delle concerie utilizzati come biostimolanti per l’agricoltura e ritardanti per l’industria del gesso sbarcata a maggio sull’Aim Italia a seguito della busines combination con la Spac SprintItaly (promossa da Fineurop, Gerardo Braggiotti, Matteo Carlotti e Francesco Pintucci), ma che ha già fatto sapere di voler accelerare lo sviluppo per poter passare sul segmento Star del Mta.

Avrebbe forse potuto trarre beneficio dalla plastic tax anche Bio-On, società attiva nel settore delle bioplastiche Phas e della nuova chimica verde sbarcata a Piazza Affari nell’ottobre del 2014 a 5 euro per azione ma “esplosa”, in tutti i sensi, solo quest’anno, con quotazioni arrivate a toccare i 71 euro per azione nel corso dell’estate e una capitalizzazione di mercato superiore al miliardo di euro che aveva fatto definire Bio-On un “unicorno” italiano.

L’emergere di perplessità sui conti e sul piano industriale evidenziate dopo l’ultima semestrale dal fondo Quintessential e le misure cautelari scattate nei confronti dei vertici (Marco Astorri, socio e presidente, Guido Cicognani, socio e vice presidente e Gianfranco Capodaglio, presidente del collegio sindacale) perché ritenuti responsabili “di false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato” dalla Procura di Bologna, hanno tuttavia fatto crollare le quotazioni a 10,42 euro e la capitalizzazione a meno di 200 milioni.

Alla fine Borsa Italiana a preferito sospendere a tempo indeterminato le quotazioni del titolo che dunque dovrà prima uscire dalla bufera che l’ha travolto e poi, eventualmente, potrà beneficiare di una crescita del business sulla spinta della tassa “di scopo” sulle plastiche non biodegradabili.

Chi invece rischia una decisa penalizzazione, in particolare a causa della “sugar tax” sulle bevande zuccherate, è Campari, che rischia di veder colpiti alcuni tra i sui prodotti di punta (Aperol, Campari e Martini, ad esempio). Mentre la decisione di rivedere la tassazione sui giochi rischia di far male a chi come Igt (l’ex Lottomatica, ora quotata solo a New York, ma con Generali socia con poco più del 3%) o Snaitech (già quotata a Piazza Affari ma delistata nel 2018 dopo l’Opa lanciata dal colosso britannico Playtech), è specializzato proprio nella gestione di lotterie e sistemi di gioco.

Non ha risentito per ora delle ipotesi di un intervento sul settore giochi il titolo solo titolo rimasto del settore quotato a Piazza Affari, Gamenet Group, salito del 41% negli ultimi 3 mesi e stabile in quest’ultima settimana. Secondo gli esperti di Equite Sim ciò è dovuto al fatto che dalle bozze di finanziaria finora circolate sembra emergere la volontà del governo “di intervenire in modo più ampio sul settore dei giochi, affrontando alcuni elementi strutturali”. L’intervento è ancora da definire nei suoi dettagli e quindi “è prematuro fare una valutazione, ma potrebbe essere uno scenario più interessante rispetto alla proposta di puro intervento sulla tassazione”.
 

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