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Economia
Liberare Generali da Mediobanca. Ecco i piani di Del Vecchio. Rumors
LaPresse

Un accerchiamento da sotto e da sopra la catena societaria per liberare Generali dal giogo di Mediobanca. Riequilibrando la partita per il controllo della compagnia assicurativa che vede, fra gli azionisti, un nocciolo duro di soci privati italiani (Delfin al 4,86%, Caltagirone al 5% e Benetton al 4%) sopravanzare Piazzetta Cuccia che però a Trieste, come successo in occasione dell'ultimo rinnovo delle cariche, continua a dettare legge. In più, ottenere altri vantaggi che gli deriverebbero dall’essere il primo azionista di uno dei principali snodi della finanza italiana, presente anche Oltralpe, dove ha appena creato il colosso degli occhiali Essilor-Luxottica

mediobanca
 

Certo, non è un’operazione da portare a termine dall’oggi al domani e che non si vedrà neanche nel nuovo piano industriale che il 12 novembre il Ceo di Mediobanca Alberto Nagel presenterà alla comunità finanziaria, ma l’obiettivo finale di Leonardo Del Vecchio, diventato il terzo azionista di Piazzetta Cuccia con quasi il 6,94%, (quota che potrebbe salire fermandosi prima della soglia del 10% proiettando Delfin in cima alla lista degli azionisti della merchant bank), andrebbe in questo senso. 



Mentre il blitz di Mr Luxottica (l’ingresso nel capitale di Mediobanca è stato effettuato in due tappe: il 3 e l’11 settembre) ha spinto il titolo della compagnia assicurativa triestina ai massimi dal novembre 2015 (a 17,885 euro, +2,20% a fine seduta), il mercato continua a interrogarsi sulle reali intenzioni dell’imprenditore di Agordo. E lo scenario che viene maggiormente gettonato nelle chiacchiere che si fanno fra gli addetti ai lavori della City milanese è quello di una volontà di Del Vecchio di innescare un cambio di rotta sulla gestione della principale partecipazione di Mediobanca, dai cui dividendi dipende buona parte dei profitti annuali del gruppo di Nagel. 



Mustier
 

Dopo il dietrofront del Ceo di Piazzetta Cuccia sulla discesa (del 3%, dal 13 al 10) nel capitale della compagnia assicurativa (contrariamente a quanto annuciato nel vecchio piano del 2016), sul mercato non s’intravede alcuna modifica in questo senso (nonostante la partecipazione nella compagnia triestina sia in carico a 15 euro). A maggior ragione dopo la proroga del cosiddetto “Compromesso Danese”, una modifica del dicembre scorso alla regolamentazione bancaria che ha interessato istituzioni non conglomerate, in cui l’Ecofin ha permesso alle banche di continuare a non dedurre dal capitale le loro partecipazioni nelle assicurazioni. Regalando così preziosi punti di indici patrimoniali a Mediobanca. 

Secondo le considerazioni che si fanno, l’obiettivo di Del Vecchio su Generali, che in questo pressing potrebbe avere il sostegno di UniCredit (all'8,8% del capitale) già alleata di Delfin sulla battaglia per lo Ieo e dei Benetton (2,16%), sarebbe quello di riportare d’attualità un progetto più volte circolato sui tavoli delle banche d’affari per la merchant bank. Quello cioè dello spin-off della quota di Generali, conferendo il 13% del Leone in una società, le cui quote verrebbero distribuite poi agli stessi soci di Piazzetta Cuccia. Mossa che permetterebbe a Mr Luxottica di far finalmente pesare a Trieste, assieme a Caltagirone e alla famiglia di Ponzano Veneto, i nuovi equilibri nel capitale della compagnia.

Come arrivarci? Si vocifera che l'imprenditore di Agordo, Jean Pierre Mustier e la famiglia veneta potrebbero anche presentare il prossimo anno una lista alternativa di candidati al Cda rispetto a quella proposta, come da statuto, dall'organo uscente. Ma bisognerebbe poi trovare altri alleati in assemblea. Se l'obiettivo è chiaro, il come ottenere il risultato invece meno. Ma l'accerchiamento sarebbe appena iniziato. 

twitter11@andreadeugeni

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