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Economia
Litio, terre rare, cobalto, nichel e rame: ecco l’oro del Terzo Millennio

L'Europa a caccia di materie prime 

Nel tranquillo paesaggio della Lapponia svedese, sotto la città di Kiruna, la terra sta lentamente franando. Qui opera la più grande miniera di ferro d'Europa fin dall'800, ma gli scavi hanno messo a rischio la stabilità delle fondamenta. Nel 2018, le autorità locali hanno intrapreso l'ambizioso progetto di spostare l'intera città di Kiruna di alcuni chilometri per garantire la sicurezza e fare spazio a uno dei più grandi giacimenti di terre rare del mondo. Questo spostamento è finanziato dalla società mineraria pubblica Lkab, che nel 2022 ha annunciato un raddoppio del fatturato rispetto al 2020, raggiungendo i 23 miliardi di euro in un solo anno. Lo riporta Il Fatto Quotidiano.

Più a sud, nella regione portoghese di 'Ibas os Montes, la società mineraria britannica Savannah Resources ha ottenuto una licenza per l'estrazione di litio, un minerale fondamentale per la produzione di batterie elettriche. Qui dovrebbe trovarsi la più grande riserva di litio in Europa, e l'azienda britannica mira a fornire litio portoghese per alimentare 500.000 auto elettriche all'anno.

Nel nord della Grecia, a Kassandra, la società canadese ElDorado Gold ha recintato un'intera montagna per l'estrazione di rame tramite la sua filiale Hellas Gold, nonostante sia stata ripetutamente condannata per violazioni delle norme ambientali con processi in corso.

Materie prime come il litio, le terre rare, il cobalto, il nichel e il rame sono diventate le nuove forze trainanti dell'economia, parallele al ruolo che il carbone e il petrolio hanno svolto nel passato. Questi minerali sono essenziali per la produzione di auto elettriche, turbine eoliche, smartphone, microchip per computer e armi. Tuttavia, l'Europa ha chiuso gran parte delle sue miniere più di 40 anni fa, trasformandosi da produttore a consumatore di materie prime. Oggi, l'Europa è ampiamente dipendente da fornitori esteri, principalmente dall'Africa, dall'Asia e soprattutto dalla Cina, che detiene un monopolio nel settore delle terre rare.

La Commissione europea è consapevole della vulnerabilità dell'Europa a questa dipendenza e ha cercato di prendere misure per garantire un approvvigionamento più sicuro. Nel 2022, la svedese Lkab ha annunciato la scoperta di un grande giacimento di terre rare a Kiruna. Inoltre, la Svezia ha assunto la presidenza semestrale dell'Unione europea nello stesso periodo. Il CEO di Lkab è diventato presidente di Euromines, una lobby mineraria a Bruxelles, e ha dichiarato: "Dobbiamo dimostrare che il Green Deal non è fatto in Cina. "Ciò ha messo in luce la crescente consapevolezza della necessità di garantire un approvvigionamento interno di materie prime.

La Commissione europea ha proposto il regolamento sulle materie prime critiche (Crma) nel 2022, con l'obiettivo di ridurre la dipendenza europea da un unico paese terzo. Il Crma prevede che entro il 2030 l'UE debba estrarre almeno il 10% delle materie prime critiche, riciclare il 15% e trasformare in prodotti il 40% del consumo. Inoltre, si cerca di accelerare l'iter delle licenze per nuove esplorazioni minerarie. Mentre di solito servono da 10 a 15 anni per aprire una nuova miniera, il Crma richiede di ridurre questo periodo a 24 mesi. Questo programma ambizioso prevede di autorizzare progetti "strategici" dannosi per l'ambiente, ma di "rilevante interesse pubblico". La Commissione sta già esaminando circa 138 progetti di nuove miniere.

Nonostante questi sforzi, l'Unione europea deve ancora affrontare diverse sfide. Il finanziamento delle nuove miniere non è stato previsto nel regolamento Crma, nonostante l'annuncio della creazione di un fondo sovrano europeo, che avrebbe dovuto raccogliere sussidi e prestiti per il settore dell'industria "made in Europe". Tuttavia, il veto di alcuni Paesi europei ha fatto naufragare il progetto, costringendo gli Stati a cercare soluzioni individuali. Alcuni Paesi stanno allentando le regole sugli aiuti di Stato per promuovere le loro risorse minerarie, ma ciò potrebbe danneggiare il mercato unico europeo. La dipendenza dell'Europa da altre regioni per la lavorazione dei minerali rappresenta un altro problema, poiché l'Europa deve ancora sviluppare impianti per la trasformazione delle materie prime. La Commissione europea sta cercando di stringere accordi con vari paesi per garantire l'approvvigionamento di materie prime.

In sintesi, l'Europa sta cercando di affrontare la sua crescente dipendenza da materie prime essenziali per l'industria moderna. Nonostante i progressi e le iniziative intraprese, ci sono ancora sfide da superare per garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di questi materiali cruciali.

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