"Lo spread non dipende dal deficit. Fermano il Qe per colpire l'Italia"
Claudio Borghi, presidente leghista della Commissione Bilancio della Camera, intervistato da Affaritaliani.it
"Sono giornate di ponte, tanti operatori - compresi gli speculatori - sono in vacanza. Ma sono bastati i pochi acquisti di titoli di Stato italiani da parte della Banca Centrale Europea per far scendere lo spread, malgrado il QE ormai si sia ridotto a un quarto. Tutto ciò è la riprova che lo spread dipende dalla Bce". Claudio Borghi, presidente leghista della Commissione Bilancio della Camera, intervistato da Affaritaliani.it, commenta l'ennesima flessione del differenziale tra i Btp italiani e i Bund tedeschi.
"Trecento era un livello troppo alto. Nessuno scenario possibile può giustificare questo prezzo. Detto ciò, chi si aspettava disastri e lo spread in continua crescita dovrà rivedere le previsioni".
"L'area corretta per il valore dello spread Btp/Bund, visto che a Bruxelles spergiurano che l'Unione europea è eterna, dovrebbe essere zero senza alcuna differenza all'interno dell'Eurozona proprio perché non si dissolverà mai (dicono)", spiega Borghi. "Basterebbe che la Bce annunciasse che ricomincia con il Qe e lo spread scenderebbe subito a livelli bassissimi, se non zero, e ce n'è un gran bisogno visto il rallentamento dell'economia. E questa mossa dimostrerebbe al mondo intero che sono tutte balle che lo spread dipende dal deficit e dal debito pubblico, parametri che non c'entrano assolutamente nulla. La Bce continui a fare il suo dovere comprando, e quindi garantendo, i titoli di Stato. E la prova che lo spread non c'entra nulla con il deficit è arrivata oggi dalla Francia. Parigi ha sforato di 10 miliardi il deficit rispetto all'anno scorso ma il differenziale Francia/Germania è rimasto bassissimo. Ormai Macron rischia di sforare il 3%, e allora dove dovrebbe essere lo spread se davvero dipendesse dal derficit?", si chiede l'esponente della Lega.
Borghi poi afferma: "La Bce ha deciso di interrompere il Qe probabilmente anche perché c'è un interesse nemmeno troppo velato da parte dell'establishment europeo di fermare gli acquisti di titoli di Stato per mettere sotto pressione il governo italiano. Penso alle vecchie oligarchie dell'Europa che però non hanno fatto i conti con il rallentamento dell'economia, che non sta avvenendo solo in Italia ma in maniera perfino più evidente anche in altri Paesi come la Germania".
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